Parentopoli guide Etna, interviene il Collegio nazionale Presidente Pietro Giglio convoca gli indagati a Milano

La parentopoli delle guide dell’Etna si sposta a nord. Il direttivo del Collegio delle guide vulcanologiche siciliane a giorni si recherà a Milano per un confronto con il Conagai, il Collegio delle guide alpine italiane presieduto dal valdostano Pietro Giglio. Una nota dell’ente nazionale ha infatti rotto il silenzio dei massimi vertici della categoria riguardo l’inchiesta Aetna della procura di Catania. Indagando sul monopolio nel turismo sul vulcano dell’imprenditore Francesco Russo Morosoli, i magistrati si imbattono nelle conversazioni del capo delle guide siciliane Biagio Ragonese e altri componenti del direttivo – tutti fra gli indagati – riguardo alle selezioni di maggio 2018 per l’accesso al corso di formazione per la professione di guida dell’Etna

In quell’occasione Ragonese e gli altri esponenti sotto accusa avrebbero favorito i loro figli, concorrenti alle prove e poi compresi tra i 19 professionisti abilitati nelle scorse settimane. Una vicenda su cui il Conagai vuole ora compiere «un’analisi approfondita della situazione – si legge nella nota – e valutare gli opportuni provvedimenti», senza però decisioni affrettate. «Non siamo interessati a fare il tribunale del popolo – spiega il presidente Giglio a MeridioNews – ma vogliamo seguire un percorso istituzionale, la montagna insegna che occorre sempre freddezza, altrimenti non si esce dalle situazioni difficili». Ecco perché il Conagai ha chiesto formalmente alla procura etnea di «avere notizia dell’avvenuta iscrizione di guide alpine – in questo caso anche vulcanologiche, ndr – nel registro degli indagati». Si prende tempo perché non bastano le notizie di stampa, ragiona Giglio, per affrontare con criterio il nodo parentopoli. Una linea della prudenza che pare analoga a quella dell’assessore regionale del Turismo Sandro Pappalardo. L’ente detiene un potere di vigilanza sul Collegio, ma l’esponente del governo Musumeci non aveva voluto entrare in tackle sul direttivo travolto dalla bufera giudiziaria. Una presa di distanze ufficiale dal corso è arrivata assieme alla richiesta, inoltrata agli stessi vertici accusati di aver taroccato il concorso, di sospendere i tesserini dei professionisti abilitati quest’anno

Delle procedure disciplinari nei confronti di Ragonese, il vicepresidente Orazio Distefano e il consigliere Antonio Rizzo potrebbero arrivare, certo. Ma più in là e chissà che non vengano neutralizzate da dimissioni taumaturgiche di cui però, al momento, nemmeno si vocifera. Pietro Giglio delle valutazioni più concrete, sebbene stringate, comunque le compie. Non lo convince l’ipotesi di affidare i concorsi per nuove guide a un ente diverso dal Collegio: «Sul punto decide comunque la Regione – spiega – ma potrebbe anche essere un gran pasticcio, considerando anche che per legge delle guide alpine col grado di istruttore devono comunque sovraintendere ai concorsi». Più semplice, forse, dare più spazio all’interlocuzione con il Conagai: «Sia l’assessorato al Turismo che ha emanato il bando, sia il Collegio delle guide dell’Etna non hanno interessato il Ctn nazionale – Commissione tecnica Nazionale, organo consultivo tecnico del Conagai, ndr – nell’organizzazione di questo concorso». Non era un obbligo, ma fare un passaggio in più poteva aiutare ad alzare l’asticella: «Il Ctn ha una tradizione di assoluto rigore – conclude Giglio – e ha sempre assicurato una formazione riconosciuta di alto profilo professionale e morale».

Francesco Vasta

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