Parco Gemmellaro, se la cura è occasionale «Ogni tanto il Comune fa svuotare i cestini»

Perfino il cancello socchiuso per il parco Gemmellaro è una conquista. Fino a qualche mese fa, non era nemmeno sicuro che qualcuno, al mattino, andasse ad aprire ai cittadini l’area verde tra corso Indipendenza e via Palermo. La manutenzione e la valorizzazione di quello spazio non è prevista neanche nell’ebook sulle 124 cose fatte in un anno dal sindaco di Catania, Enzo Bianco. In quelle pagine ci sono i parchi Gioeni, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta e il boschetto della Playa, ma del parco Gemmellaro neanche l’ombra. Tanto che a marzo Niccolò Notarbartolo, consigliere comunale e presidente della commissione Lavori pubblici, era andato a farci un sopralluogo per denunciarne «l’incuria, il degrado e l’abbandono». Ma in quattro mesi ben poco è cambiato: «L’unico impegno dell’amministrazione etnea – denuncia Notarbartolo, in quota Partito democratico – è una manutenzione ordinaria, peraltro abbastanza saltuaria».

«Ogni tanto viene qualcuno a svuotare i cestini della spazzatura, ma è da un po’ che non ne vedo», racconta un ragazzo seduto su una panchina all’ombra, mentre il suo cane gira libero per il parco completamente deserto. Il prato è secco e in alcuni punti alle erbacce si sostituisce la cenere dei piccoli incendi estivi ormai esauriti: «Possibilmente prende fuoco con le cicche di sigarette», dice ancora il giovane. Nonostante il silenzio e la fontanella senz’acqua, «il pomeriggio è pieno di gente: c’è tanto spazio per lasciare girare i cani e nel parchetto vanno a giocare le famiglie coi bambini». Vengono da Nesima o dal corso Indipendenza, «ma anche da Librino e San Giorgio». Dell’intervento dell’amministrazione, però, non c’è traccia: «Quei fili là – afferma, indicando un palo della luce con dei cavi rimasti per aria – sono così da sempre, qualcuno a un certo punto li ha messi dentro al cestino della spazzatura per evitare che pendessero».

«Il fatto è che non c’è un’idea per rendere fruibile questo e molti altri spazi verdi», spiega Niccolò Notarbartolo. «Quando diciamo che dobbiamo aprire la città alla partecipazione dei cittadini – prosegue il consigliere – non vogliamo che sia una cosa solo nominale: nei prossimi mesi porteremo in Consiglio comunale una bozza di regolamento per la sussidiarietà, in modo da permettere ai residenti di gestire gli spazi comuni di loro interesse e da responsabilizzare i cittadini». Non solo i parchi, «di cui i catanesi potrebbero occuparsi di chiusura e apertura, oltre che della cura tramite orti urbani», ma anche le semplici aiuole o i terreni incolti nei pressi dei condominî: «Perché non dare la possibilità agli abitanti di un palazzo, se lo vogliono, di sistemare quel pezzo di sciara che hanno di fronte senza che commettano un reato?».

In fondo, conclude l’esponente del Pd, «la collaborazione coi privati non può esaurirsi solo con la sponsorizzazione di alcune piazze e non possiamo accettare che un parco come il Gemmellaro resti abbandonato». Ma intanto Saro D’Agata, assessore all’Ecologia del Comune di Catania, fa sapere di aver preso in carico la segnalazione: «Abbiamo tanto da fare e in questo momento in città ci sono molte emergenze, ma ci occuperemo del parco Gemmellaro al più presto».

Luisa Santangelo

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