Parco Falcone, il preferito da bimbi e anziani «Da anni chiediamo solo una fontanella»

A chi frequenta parco Falcone basterebbe una fontanella funzionante. E, proprio volendo esagerare, dei bagni chimici. Richieste semplici per quello che le mamme della zona definiscono «uno dei pochi parchi adeguati e veramente pubblici della città». Preferito da molti alla vicina villetta di Vulcania – «piccola, affollata e con pochi alberi» – il piccolo polmone verde catanese viene paragonato alla più grande villa Bellini, «dove i giochi sono a pagamento – spiega una giovane mamma – Qui invece si può andare con i bambini a farli divertire un paio d’ore senza spendere un euro. A patto di non dimenticare una bottiglia d’acqua a casa». «C’è la vegetazione secca, un po’ di sporcizia e l’illuminazione guasta – fanno eco ai genitori i cittadini più anziani riuniti a giocare a carte – Ma il vero problema è la fontanella». «In campagna elettorale si sono fatti vedere tutti – racconta un signore interrompendo la sua partita – Avevano promesso che si sarebbero impegnati a fare questi piccoli interventi, ma poi sono scomparsi». Così come la polizia, lamentano i residenti, che solo ogni tanto interviene per allontanare i tossicodipenti che tutti raccontano, con rassegnazione, di aver visto almeno una volta.

Il parco intitolato al giudice palermitano Giovanni Falcone si estende per più di diecimila metri quadrati nel quartiere Borgo-Sanzio, nel quadrilatero compreso tra viale Raffaello Sanzio, via Sassari, via Vincenzo Giuffrida e via Oliveto Scammacca. Una lingua verde divisa in tre aree: una bambinopoli per i più piccoli, un’area relax con panchine e gazebo al centro e un’altra zona giochi ma adatta ai bambini più grandi. Ad agosto, complici la calura e le ferie delle famiglie catanesi, sono una decina i piccoli cittadini che si incontrano lì per trascorrere i pomeriggi. «Ma d’inverno per i giochi c’è la coda», racconta una mamma. A presidiare il parco tutto il giorno, tutti i giorni – «365 giorni all’anno», dicono fieri – sono invece i residenti più anziani, riuniti sotto ai due gazebi centrali, sulle panchine e in tavoli improvvisati per lunghe giocate a carte o per scambiare quattro chiacchiere. Di fronte, nelle terrazze in cemento, alcuni ragazzini sfrecciano sul proprio skateboard o tirano calci a un pallone. Poco distante, sui gradoni, le comitive di adolescenti organizzano la propria estate

Una convivenza pacifica di diverse generazioni, al netto di alcuni conflitti. «C’è qualche drogato che frequenta il parco non solo di sera – racconta una mamma – Ma basta stare un po’ attenti». «Ci sono anche comitive di vandali. Ogni tanto viene la polizia e li fa andare via. Non si fanno vedere per un paio di giorni e poi tornano», aggiunge un residente. Ma a impensierire di più gli anziani sembrano invece essere i cani e i loro padroni. «Corrono senza guinzaglio, anche quelli grossi, fanno i bisogni ovunque e bevono nella stessa fontanella dei bambini, almeno quando funzionava», raccontano arrabbiati. Inutile chiedere ai loro accompagnatori a due zampe di tenerli d’occhio. «Sa cosa mi ha risposto una volta una signora distinta, un’avvocatessa? – ci tiene a raccontare il giocatore più accalorato – Che i cani sono meglio e più puliti dei bambini».

Tra lamentele e rassegnazione, il parco Falcone è però vissuto ogni giorno. A mancare, secondo chi lo frequenta, è un po’ più di cura da parte dell’amministrazione comunale per i piccoli interventi di manutenzione. Tra le aree verdi e i vialetti fanno capolino i rifiuti, la vegetazione è ormai secca in più punti a causa dell’impianto di irrigazione guasto. Alcuni lampioni sono rotti, mentre i neon dei gazebo non funzionano più da tempo. «Questo parco potrebbe essere un fiore all’occhiello, basterebbe poco», commenta la mamma di una bionda bambina. Innanzitutto le ormai note fontanelle: solo due in tutto il parco, di cui una guasta. «Decine di bambini vanno a chiedere un bicchiere d’acqua al chioso – racconta un nonno – Ma giustamente il proprietario ci lavora, non può fare beneficenza». Risolto il problema delle fonti, prioritario per tutti, sono gli anziani a proporre una miglioria: «I bagni chimici – dicono in coro – Sa com’è, siamo tutti un po’ grandi». Una lista di consigli in attesa della visita del sindaco, più volte invitato. «Quando c’era Enzo Bianco qui era pulito – conclude un signore – Poi sono passate due mani e… Speriamo che venga a trovarci e non rimandi più».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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