Rosario Crocetta non è più alla guida della Regione, ma si torna ancora una volta a parlare degli uccelli di parco d’Orleans. La loro presenza nelle gabbie della villa era stata, esattamente quattro anni fa, al centro di una vera e propria crociata dell’allora governatore, fermamente intenzionato a sfrattare i volatili e colui che se ne prendeva cura, Nicola Lauricella, dal giardino adiacente al palazzo della presidenza. Troppi secondo Crocetta i 400mila euro destinati alla cura della fauna del parco. Nonostante l’eliminazione del capitolo dal bilancio regionale, tuttavia, l’intento dell’ex presidente non si è mai completamente realizzato, con la stragrande maggioranza degli uccelli che, nonostante l’allontanamento di quello che anche diverse sentenze hanno riconosciuto come il loro legittimo proprietario, Lauricella appunto, bandito dalla villa, sono rimasti nelle loro gabbie. Cambiato il governo, tuttavia, ecco ripresentarsi il tema. A sollevare nuovamente l’attenzione sul parco d’Orleans è il consigliere comunale Francesco Bertolino, che ha scritto una lettera al nuovo presidente della Regione, Nello Musumeci.
Nella sua missiva il presidente della quinta commissione consiliare lamenta la «situazione allarmante determinata da una gestione inadeguata dovuta a gravi contrasti interni, e probabilmente anche personali, tra l’ex presidente della Regione, l’ex segretario regionale e i referenti della gestione del parco». Nella lettera si parla di un bene, fiore all’occhiello della città, importante tanto per i palermitani quanto per i turisti, oltre che di un forte valore didattico. «Crocetta – dice Bertolino a MeridioNews – ha buttato fuori la gestione Lauricella, ma gli animali non li poteva togliere e questa cosa, secondo me, non l’aveva considerata. Si è dovuto prendere in carico di una situazione delicatissima, con molte specie protette, con una gestione pararegionale: giardinieri e custodi e collaborazioni con il corpo forestale. Noi rivendichiamo il fatto che questa gestione, pur eliminando la voce di bilancio, non smette di avere un costo per le casse della Regione, ma il livello non è quello dello splendido parco che era una volta, con gabbie mezze vuote, topi che ballano tra una gabbia e l’altra alla ricerca di mangime e senza un personale dedicato solo alla cura della villa».
Parco d’Orleans attualmente resta aperto e visitabile, con dentro quasi tutti gli animali di un tempo. Il trasferimento tanto annunciato e cercato, infatti, si è limitato a poche galline finite all’istituto Zooprofilattico. «Quel parco – continua il consigliere – oggi c’è, però manca un percorso didattico, sono stati divelti tutti i pannelli che davano informazioni sulle razze ospitate nelle gabbie, le stesse gabbie sono mal utilizzate o mal funzionanti. Il parco nei decenni aveva acquisito anche una visibilità nazionale grazie anche al valore scientifico di queste specie: si riproducevano in cattività, c’erano dei laboratori, delle collaborazioni con l’università. Non può essere gestito come se si volessero semplicemente mostrare degli animali ai bambini». La lettera, è un invito al presidente Musumeci perché, come conclude Bertolino: «Prenda in mano questa situazione e determini se è il caso di tornare alla vecchia gestione, di trovarne una nuova, ma di certo non quella attuale».
Chi invece da due anni è stato messo al bando dalla struttura è proprio il padrone degli animali che ospita, Nicola Lauricella. «La Regione alla fine ha riconosciuto, anche attraverso diverse lettere, che gli animali sono di mia proprietà – spiega – ma non so come stiano perché da due anni non mi fanno entrare nel parco. Posso eventualmente fare una lettera e loro entro dieci giorni possono decidere se farmi accedere o meno». Eppure sui volatili custoditi nella villa non c’è nessun decreto di sequestro. «L’accesso – prosegue – non è stato inibito soltanto a me, ma anche ai miei ex dipendenti e ai miei amici. Anche ex operai che sono andati via dalla Sicilia sei o sette anni fa e che di ritorno hanno voluto portare i bambini al parco non sono stati fatti entrare. Lì dentro ci sono tutte le mie attrezzature, dalle incubatrici ai decespugliatori, tagliasiepi e quant’altro e non mi consentono di andarle a riprenderle, ho dovuto comprarle nuove».
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