Parco dell’Etna, tre nomi per il dopo Mazzaglia Carlo Caputo favorito, ma sindaci in agitazione

Tre nomi per il dopo Mazzaglia. Al momento le indiscrezioni convergono tutte su tre identikit per il futuro occupante della poltrona dove a breve si insedierà un commissario regionale. Il piano della giunta regionale di Nello Musumeci per enti vigilati e parchi naturali va di pari passo con quello per le partecipate: interregno commissariale in attesa dello spoils system vero e proprio, con nomine più eminentemente politiche

Già oggi due volti che erano stati piena espressione dell’ex governatore Rosario Crocetta, i presidenti dei parchi dei Nebrodi, Giuseppe Antocie dell’Etna, Marisa Mazzaglia, lasceranno dopo cinque anni l’incarico. E scatta il toto nomine alle falde del vulcano, dove la consigliera comunale di Nicolosi chiude l’esperienza alla guida dell’area protetta fra luci e ombre. Da una parte, ad esempio, la stelletta dell’inserimento dell’Etna fra i patrimoni Unesco; dall’altra nessun cambiamento in positivo per un modello di governance che mostra da tempo vari limiti, come nel caso delle discariche abusive.

I nuovi presidenti dei parchi li designerà più avanti l’assessore del Territorio Totò Cordaro, voluto dai Popolari e autonomisti di Saverio Romano e Raffaele Lombardo, non senza lo stretto accordo del governatore. La rosa dei papabili, per quanto riguarda il vulcano, pare essere già molto ristretta. E ciò starebbe seminando agitazione fra i venti sindaci del consiglio del Parco, che in qualche modo un ruolo – dopo anni di dialogo azzerato con Mazzaglia – nella prossima scelta vorrebbero averlo.

Guida la terna da favorito il sindaco di Belpasso Carlo Caputo. Aveva sorpreso molti la sua rinuncia al secondo mandato – nel suo Comune si vota in primavera – annunciata a dicembre. Oggi il cerchio potrebbe chiudersi con l’ascesa alla vetrina dell’ente Parco. Un profilo buono, quello del primo cittadino, per rinsaldare l’asse fra Musumeci e gli autonomisti. Caputo viene dall’Mpa ed è stato a lungo vicino a Lino Leanza. Sindaco lo era diventato battendo l’allora Pdl di Alfio Papale, ma ciò non gli ha impedito di ridiventare protagonista del centrodestra. C’è anche la sua firma nel primo posto del suo ex vicesindaco, il deputato ex lombardiano Giuseppe Zitelli, nella lista catanese di Diventerà bellissima alle ultime Regionali. 

Più staccati, ma comunque in gara per la presidenza del parco, sembrano essere Rino Sardo e Salvo Fleres. Il primo è dirigente della Sac, la società di gestione dell’aeroporto catanese, con un passato da consigliere della Camera di commercio etnea in quota provincia di Catania. A designarlo era stato proprio Musumeci, nomina poi confermata da Lombardo nelle vesti di presidente della provincia. Anche Fleres può contare su un buon rapporto con il presidente della Regione, di cui ne ha fin da subito appoggiato la candidatura a palazzo d’Orleans. L’ex senatore Pdl – migrato in Grande Sud con Miccichè salvo poi rompere con l’attuale commissario forzista – è stato a lungo addetto stampa dell’ente Parco.

Da capire quale sarà adesso il ruolo dei sindaci dei venti Comuni dell’area protetta. Sarebbe già pronto un documento firmato da almeno una decina di loro – sia di centrodestra che del Pd, da Santa Maria di Licodia a Linguaglossa, passando per Giarre e Nicolosi – per chiedere al governo regionale «una nomina che venga dal territorio». C’è anche chi si richiama anche a un esempio proveniente dall’epoca del primo governo di Totò Cuffaro. L’allora assessore del Territorio Bartolo Pellegrino chiese ai venti Comuni di comporre una terna di nomi fra cui sarebbe poi stato scelto il nuovo presidente. Si arrivò così alla designazione di Cettino Bellia, in quegli anni ancora primo cittadino di Castiglione.

Francesco Vasta

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