L’assessorato regionale ai Beni culturali ha diramato oggi i dati riferiti al 2016 delle presenze e degli incassi nei parchi archeologici e nei musei che gestisce direttamente. In un quadro complessivo di crescita, i sei siti della provincia di Catania registrano l’incremento percentuale più vistoso nel raffronto con l’anno precedente. Sia in termini di visite, poco più di 113mila, con un aumento del 34 per cento rispetto al 2015, che sul piano degli incassi, con una cifra di poco superiore a 268mila euro, oltre il 50 per cento in più dell’anno scorso, quando il bilancio finale era stato di 178mila euro. Numeri che sorprendono ancora di più se si tiene conto del segno negativo con cui si era chiuso il 2015, quando, rispetto al 2014, l’assessorato aveva registrato un -13,09 per cento nelle visite e un -5,91 nei proventi.
La crescita del Catanese è dovuta principalmente al boom registrato nel polo composto da Teatro romano e Odeon, passato dalle 45mila presenze del 2015 a quasi 74mila nel 2016. Come ovvia conseguenza aumenta in maniera consistente anche il ricavato del sito etneo: 150mila euro nel 2015, oltre 227mila euro l’anno scorso. Cresce un po’ di meno il Museo della ceramica di Caltagirone. Nel 2015 le oltre 15mila visite si erano tradotte in un introito pari a 21mila euro; nel 2016 i biglietti sono saliti fino a 16mila, il che significa ricavi per 27mila euro. Tornando a Catania, scendono le visite alla chiesa di San Francesco Borgia, da undicimila a ottomila, ma se nel 2015 – tra chiusure e gratuità del biglietto – l’incasso era stato zero, nel 2016 è di circa quattromila euro, per l’esperimento del biglietto a quattro euro praticato da gennaio a ottobre.
Discreta la performance della casa natale di Giovanni Verga, sita nel capoluogo in via Sant’Anna: i biglietti salgono da 8845 a 9996, mentre l’incasso, che nel 2015 era di circa quattromila euro, sale fino a poco meno di settemila euro. Nessuna entrata per le due aree archeologiche della provincia, completamente gratuite: quella di Palikè, a Mineo, diminuisce le visite, scendendo da 1198 a sole 685, mentre l’area di Santa Venera al Pozzo, ad Aci Catena, racimola 1900 visite. Lo scorso anno era rimasta chiusa.
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