Un decreto di finanziamento per un valore di 8,32 milioni di euro. La certificazione del direttore generale del dipartimento regionale Infrastrutture Fulvio Bellomo, riguarda il parcheggio che dovrà sorgere in piazza Raffaello Sanzio. Il primo dei tre progetti scambiatori approvati dalla giunta Pogliese per un costo totale di 23 milioni di euro. L’opera prevede la realizzazione di 315 stalli per le automobili e 12 per gli autobus. La zona è grande circa 23mila metri quadrati e l’obiettivo è intercettare gli automobilisti in arrivo dal viale Mediterraneo e dall’autostrada A18 Catania-Messina.
Gli ingressi previsti, stando a un approfondimento realizzato negli anni scorsi da MeridioNews, saranno tre e rispettivamente da via Imperia, da viale Sanzio e da via La Spezia. Il parcheggio funzionerà in maniera automatizzata con uno schema di tariffe, ancora da ufficializzare, a partire da un euro per 60 minuti di sosta. A cambiare sarà anche il volto di via Vincenzo Giuffrida, dove verrà realizzata una grande rotatoria che porterà all’eliminazione dei semafori. Dei torna-indietro saranno previsti in piazza Abramo Lincoln e in via Imperia.
«L’area di piazzale Sanzio è ottimale per intercettare il traffico veicolare privato sia perché è situata in corrispondenza dei principali assi di accesso urbano – spiega in una nota stampa il sindaco di Catania Salvo Pogliese – sia perché offre ai cittadini la possibilità di lasciare il proprio mezzo a favore di quello pubbl
La questione del parcheggio Sanzio è aperta sul tavolo di Palazzo degli elefanti da quando a guidare la città etnea era il sindaco Umberto Scapagnini. A cui il governo di Silvio Berlusconi diede l’incarico di commissario speciale per l’emergenza traffico. Per risolvere il problema si pensò – era il 2002 – di utilizzare un budget di 850 milioni di euro per realizzare con il progetto di finanza nove parcheggi interrati. Da allora ne è stato realizzato soltanto uno: quello di piazza Europa con tanto di stallo dovuto a un’inchiesta e un processo concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati. Sul parcheggio di piazzale Sanzio aveva puntato anche Cosa nostra e la famiglia dei Santapaola-Ercolano. Da un lato il capo provinciale Vincenzo Aiello e dall’altro l’imprenditore, poi condannato per mafia, Mariano Incarbone.
Il primo progetto prevedeva poco più di mille posti auto e 40 per gli autobus. Costo totale 39 milioni di euro di cui 15 finanziati dalla Regione Sicilia. L’appalto venne vinto proprio da Incarbone attraverso un raggruppamento di imprese. Dopo l’inchiesta Iblis sui rapporti tra mafia, politica e imprenditoria, due aziende dell’imprenditore ennese si fecero da parte. Al loro posto altre due società con alle spalle sempre Incarbone. L’ultimo avvicendamento si ebbe con l’ingresso della Catania parcheggi spa. Era il 2014 e al posto del colletto bianco a disposizione di Cosa nostra subentrò Filippo Lodetti Alliata con la società palermitana Final spa. All’epoca, come svelato in un’inchiesta giornalistica del quotidiano CtZen (oggi MeridioNews), Alliata era indagato per Expo 2015. Dopo alcuni esposti, di cui si interessò anche l’Autorità nazionale anticorruzione, a mettere la parola fine fu il tribunale amministrativo regionale. Con i giudici che sottolinearono l’eccessiva durata della concessione – 60 anni – e i troppi spazi commerciali previsti nel progetto.
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