Parcheggio Sanzio, ditta chiede il risarcimento Il Comune rischia di dover sborsare 14 milioni

Sarà il tribunale amministrativo regionale a decidere il prossimo 22 ottobre le sorti del parcheggio di piazza Raffaello Sanzio. L’opera da realizzare in project financing per un costo complessivo di 39 milioni di euro di cui 15 finanziati dalla regione Sicilia – è stata stoppata da un provvedimento del Comune di Catania dello scorso giugno. A fare ricorso contro palazzo degli Elefanti è stata Catania Parcheggi spa, composta per il 99 per cento da Final spa di Filippo Lodetti Alliata e per il restante un per cento dal consorzio emiliano Cesare Menotti. I provvedimenti che avevano segnato la genesi dell’appalto risalgono invece al 2005-2007, durante la sindacatura di Umberto Scapagnini e sono a firma dell’allora direttore dell’ufficio speciale per il traffico Tuccio D’Urso.

Danno e beffa. Nel ricorso, la società – oltre alla sospensione dei provvedimenti di stop – chiede un doppio risarcimento economico di quasi 14 milioni di euro. Quello più cospicuo, che ammonta a oltre 12 milioni, riguarda l’indennizzo per il mancato guadagno dovuto all’annullamento dell’appalto. La parte restante, per un milione di euro, è quella relativa al «gravissimo danno all’immagine in particolare per la Final la quale opera su tutto il territorio nazionale» nel settore dei parcheggi.

Per la società appaltante, non ci sarebbe inoltre «nessun uso distorto del finanziamento». Il riferimento è ai 15 milioni di euro sborsati dalla Regione sui 39 totali per realizzare l’opera. Unico contributo pubblico tra i nove parcheggi progettati in centro storico e, si era detto allora, dovuto ai lavori aggiuntivi per risolvere il nodo della viabilità tra la vicina via Vincenzo Giuffrida e viale Sanzio. Il progetto prevede, inoltre, 1080 posti auto complessivi e la realizzazione di un’area commerciale con un supermercato e un cinema. «La somma del finanziamento – si legge nel ricorso – sarà utilizzata esclusivamente per la realizzazione degli stalli», nonostante «nessun riferimento normativo impedisca di annettere uno spazio commerciale ad un parcheggio pubblico». Una circostanza che sarebbe stata attestata dall’ultimo responsabile del procedimento, a conferma dei rapporti tra il Comune e i privati almeno fino al 2014. Quello degli spazi commerciali è anche uno dei nodi che aveva portato la magistratura etnea a sequestrare alcuni dei nove cantieri. Un’indagine sfociata in un lungo processo, concluso con l’assoluzione in appello di tutti gli imputati. 

A tornare sulla vicenda con una nota è anche l’associazione Città Insieme: «Ancora una volta la nostra città rischia di essere penalizzata per essersi opposta allo scellerato connubio tra i poteri straordinari affidati all’allora sindaco Umberto Scapagnini e il ricorso al project financing come strumento per fronteggiare le emergenze. Auspichiamo – conclude la nota diffusa dall’associazione -, così come è avvenuto nel caso della vicenda relativa alla viabilità di scorrimento Europa-Rotolo, che non sia la collettività a dover sostenere i costi di iniziative che avevano come unico scopo quello di rispondere agli interessi di pochi privati». 

La storia del parcheggio Sanzio parte con l’affidamento all’imprenditore Mariano Incarbone, poi indagato e condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo scaturito dall’indagine Iblis. Con la fuoriuscita di quest’ultimo a causa dei suoi problemi giudiziari, a subentrare nei lavori è la Catania Parcheggi spa. Il suo vertice Filippo Lodetti Alliatacome raccontato da MeridioNews, risulta indagato nell’inchiesta della Procura di Milano su Expo. Dopo il nostro articolo, la vicenda approda all’assemblea regionale siciliana grazie a un’interpellanza della deputata del Movimento 5 stelle Angela Foti. Le reazioni proseguono con il gruppo Argo Catania che a inizio gennaio ha inviato un esposto alla Procura etnea oltre che all’Autorità nazionale anticorruzione e alla Commissione nazionale antimafia.

Dario De Luca

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