«Sono espressione della società civile». Un non politico preso in prestito dall’esercito. Sandro Pappalardo, tenente colonnello originario di Biancavilla, ma nato e cresciuto in Friuli Venezia Giulia, si candida nella lista di Fratelli d’Italia alle elezioni europee di domenica. «Ho scelto questo partito perché incarna i valori in cui ho sempre creduto: patria e famiglia». E’ arrivato in Sicilia dopo il terremoto del Friuli del 1976. «Per me quest’isola è stato il rifugio familiare, non una meta di vacanze. Io e la mia famiglia siamo stati accolti e cresciuti da questa fantastica popolazione. Verso questa terra ho un debito di riconoscenza». Che ha provato a restituire già alle passate elezioni politiche nazionali, non riuscendo però ad entrare al Senato. Ci riprova adesso, alle Europee di domenica.
Pappalardo, i siciliani sentono molto distanti le istituzioni europee. Come fare per cambiare questo atteggiamento?
E’ colpa della cattiva informazione e del disinteresse per la politica in assoluto, non solo quella europea, ma anche nazionale. La gente rimane distante perché non comprende quanto l’Europa può incidere sull’economia e sulle scelte dei governi nazionali. Per provare a cambiare rotta, noi stiamo in mezzo alle persone per aiutarle a capire e per spiegare come funziona il parlamento europeo.
Un aspetto in cui la Sicilia è indietro rispetto all’Europa?
Siamo indietro sull’agricoltura e sulla pesca ma non è colpa nostra. L’accordo con il Marocco (per la liberalizzazione dei prodotti ortofrutticoli ndr) ha messo a disagio la nostra agricoltura. Noi abbiamo giuste norme nazionali sulla tutela della salute, loro no. Questi accordi vanno rivisti, dobbiamo far entrare solo prodotti paritetici ai nostri.
E un aspetto in cui invece siamo in linea con gli standard europei?
Tutti si lamentano che restituiamo i fondi europei, perché non riusciamo a spenderli. Ma secondo me questo non avviene perché c’è scarsa progettualità. Una parte dei finanziamenti viene spesa dalla Regione e su questo siamo in linea con l’Europa. Ma poi serve aggiungere fondi nazionali. Non riusciamo a cofinanziare, è questo il problema.
Bruxelles, però, rimane lunica sede decisionale dove è possibile spendere. Come fare per spendere davvero le risorse assegnate?
Basterebbe rivedere la norma europea ed eliminare il cofinanziamento. Ci batteremo per questo, servono progetti finanziati al cento per cento dall’Europa.
Lei ha partecipato a missioni militari in Afghanistan e Libano. E’ favorevole all’ipotesi di una politica europea di difesa comune, magari con un solo esercito?
Gli eserciti europei già collaborano nelle missioni di peace keeping in giro per il mondo. Si può pensare ad un esercito europeo, ma nel rispetto della nostra sovranità nazionale. A volte qualcuno se ne dimentica, a favore di un’Europa dove comanda la Germania.
Anche la politica sull’immigrazione potrebbe essere gestita con più sinergia tra gli Stati europei?
Premessa: da quando è stato eliminato il reato di immigrazione clandestina, c’è stato un aumento dell’823 per cento degli arrivi dei migranti sulle nostre coste. Il trattato di Dublino 2 del 2013 obbliga il Paese di arrivo dei migranti a sostenere lo sforzo economico. L’operazione Mare Nostrum costa 9 milioni di euro al mese e ne riceviamo 9 milioni all’anno dall’Europa. In sostanza undici mesi sono a carico nostro, uno a carico dell’Europa.
Si batterebbe per la conclusione dell’operazione Mare Nostrum?
Ormai i barconi partono, telefonano alle capitanerie e le nostre navi militari fanno da traghetto e li portano in Italia. Bisogna sempre soccorrerli, su questo non ci piove. Ma quando recuperiamo i migranti sulle nostre navi, dovremmo subito riportarli in patria.
Anche chi avrebbe diritto alla richiesta d’asilo?
No, ma i Comuni stanno affrontando sacrifici mortali e non si riesce logisticamente a sopperire a tutti questi arrivi.
Trasporti e infrastrutture. Abbiamo necessità di rientare nei cosiddetti corridoi Core. Come pensa di contribuire a centrare questo obiettivo? che azioni metterai in pratica?
Credo che il turismo sia molto carente in Sicilia. La scarsità dei turisti è legata alla carenza delle infrastrutture. Siamo obbligati a investire su questo, anche perché si creerebbero nuovi posti di lavoro.
Qual è la battaglia che porterà avanti in Europa?
La rivisitazione dei trattati che nel tempo hanno costretto l’Italia ad essere una colonia della Germania: a cominciare da quello di Dublino 2. Poche persone sanno che i grandi partiti come Forza italia, Nuovo centro destra e Udc appartengono al Partito popolare europeo e che il Pd è nel Partito socialista europeo. Ma i leader europei di questi partito sono Schultz e la Merkel, entrambi tedeschi che tirano acqua al mulino della Germania.
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