IL VICE PRESIDENTE DELL’ANCI SICILIA PARLA EENZA PELI SULLA LINGUA. SPIEGA CHE NON E’ DETTO CHE TUTT’E 24 MILA LAVORATORI POSSANO AVERE PROROGATI I CONTRATTI PER INTERO. PERCHE’ MOLTE AMMINISTRAZIONI COMUNALI NON SONO NELLE CONDIZIONI DI GARANTIRE L’INTERA INDENNITA’. STAMATTINA RIUNIONE A ALL’ARS PER CAPIRE COSA FARE
Finalmente una schiarita per i circa 24 mila precari degli enti locali siciliani. Le notizie non sono entusiasmanti, ma almeno il vice presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Paolo Amenta, dice la verità.
I soldi stanziati dall’Ars per il rinnovo dei contratti dei circa 24 mila precari degli enti locali siciliani ci sono. I problemi sono due.
Primo problema: i soldi ci sono, ma le ‘casse’ della Regione sono vuote. Di conseguenza, fino a questo momento, i 230 milioni di euro destinati ai Comuni per rinnovare i contratti a questi precari non sono stati erogati.
Considerato che fra tre settimane si vota per le elezioni europee, i 230 milioni di euro potrebbero comparire in ‘cassa’ poco prima dell’apertura delle urne, giusto perché mai e poi mai la politica siciliana si misurerebbe con il ‘voto di scambio’…
Secondo problema: i 230 milioni di euro – semplificando e ammesso che si materializzino – sono solo una parte dei soldi che servono per rinnovare i contratti ai circa 24 mila precari degli enti locali dell’Isola. Diciamo che questi 230 milioni di euro rappresentano il ‘contributo’ regionale.
Gli altri soldi dovrebbero essere approntati dai Comuni. Solo che quasi tutti i Comuni siciliani sono senza soldi. E allora? Semplice: in molti Comuni dell’Isola i precari si dovranno accontentare di un rinnovo dei contratti con le indennità decurtate.
Riassumendo, lo scenario è il seguente: niente ‘stabilizzazioni’ del personale precari dei Comuni e contratti decurtati in quei Comuni che non saranno nelle condizioni finanziarie per pagare questi lavoratori.
Intanto, oggi, i Sindaco saranno a Palermo. Un appuntamento per protestare, ma anche per capire cosa fare. E’ previsto un incontro all’Ars. Anche se la strada, ormai, sembra segnata: bisognerà aspettare ancora qualche giorno prima che i 230 milioni di euro compaiano nelle ‘casse’ della Regione e poi, in prossimità delle elezioni, in stile tardo-democristiano, si procederà alla proroga dei contratti in buona parte dimezzati.
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