Palma di Montechiaro, si dimette il sindaco Amato «Ho saputo evitare dissesto, ma non mi ricandido»

Il sindaco di Palma di Montechiaro Pasquale Amato ha annunciato le dimissioni in una conferenza stampa svoltasi pochi minuti fa a Palazzo degli Scolopi. Con lui si dimette l’intera giunta, anche la vicesindaca Provvidenza Maria Mogavero che sarebbe, in caso contrario, subentrata nella reggenza. Ciò, in base alla nuova legge elettorale regionale, comporterà la decadenza anche del consiglio comunale. A gestire l’ente sarà il segretario comunale che a breve sarà affiancato da un commissario mandato dalla Regione.

«Non mi resta che ringraziare consiglieri, cittadini e dipendenti. Mi devo scusare con chi ha accettato a settembre di assumersi l’incarico di amministratore, visto la situazione che c’era – ha detto il primo cittadino, in riferimento alla giunta tecnica nominata quattro mesi fa -. Ciò è stato importante perché se mi fossi dimesso allora, Palma sarebbe come Favara e Porto Empedocle in dissesto finanziario». Il primo cittadino ha poi assicurato di non ripresentarsi. «Anticipo che non proporrò per la prossima tornata la mia presenza, perché è giusto che chi non ha aiutato l’amministrazione adesso si proponga e riesca a fare meglio di quanto ho fatto io», ha concluso Amato.

Una crisi politica nata in consiglio comunale già lo scorso anno, quando tre assessori avevano presentato le dimissioni. In seguito a quell’episodio, Amico aveva considerato l’ipotesi di fare un passo indietro, per poi decidere di continuare. Di recente il sindaco ha risposto alle accuse di poca trasparenza pubblicando sul proprio profilo facebook la busta paga. Amato si è difeso ricordando le battaglie per la legalità e l’impegno a risanare i conti dell’ente, evitando la dichiarazione di dissesto finanziario.

Qualche settimana fa i consiglieri di opposizione Calogero Amato, Rosario Bruna, Giulio Castellino, Orlando Dicembre, Calogero Malluzzo, Letizia Pace, Desyrèe Vitello e Antonino Volpe avevano protocollato una mozione di sfiducia al sindaco motivandola così: «Come consuetudine da quando è stato eletto, il sindaco presenta il bilancio a fine anno, mortificando il ruolo del consiglio comunale – scrivevano in una nota -. Noi abbiamo difeso Palma dalla deriva autoritaria. Il bilancio di previsione del 2016 è stato approvato dalla giunta solo lo scorso 18 dicembre, senza la delibera di giunta il consiglio non avrebbe potuto esprimersi». A quel comunicato il primo cittadino aveva replicato dicendo che si voleva sfiduciare «un’amministrazione ingombrante», sottolineando che i firmatari negli anni si erano distinti «solo ed esclusivamente per distruggere».

Nei mesi passati per Amato si era aperta un’altra questione scottante. Dopo che il sindaco della vicina Licata, Angelo Cambiano, aveva ordinato l’abbattimento delle villette abusive sul mare, sarebbe toccato anche al primo cittadino di Palma firmare l’ordinanza. Ma a differenza di Licata, le case abusive nella città del Gattopardo non erano seconde case o villette al mare, ma interi condomini costruiti in centro città. Anche il governatore Crocetta aveva tirato in causa Amato nel corso della trasmissione L’Arena su Rai1. La risposta di Amato non aveva tardato ad arrivare, con l’ormai ex sindaco che sottolineava come il bilancio del Comune non permettesse di stanziare le somme per procedere con le demolizioni. Crocetta allora rispose che la Regione avrebbe destinato qualche milione di euro e che Amato non avrebbe avuto più scuse.

Gabriele Terranova

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