Palermo, vivere con i batteri sotto il naso

da Sofonisba Ippocratea
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Rischi sanitari da spazzatura? I mezzi di informazione dicono sempre che non c’è di che preoccuparsi, per non creare allarmismi. Ma spesso gli esperti non la pensano così. E’ già successo durante l’emergenza rifiuti a Napoli, quando l’allora Ministro Fazio diceva che non c’era niente di cui preoccuparsi e la Professoressa Maria Triassi, Ordinario di Igiene e Medicina all’Università Federico II di Napoli, diceva esattamente il contrario, specificando che, se non si fosse risolto in breve il problema dei rifiuti, si sarebbero dovuti chiudere in negozi, i ristoranti.

La verità è che i rifiuti – per definizione – non devono mai trovarsi a ridosso delle zne abitate. Perché contengono sostanze potenzialmente nocive per la salute. Batteri e altri microrganismi che possono creare seri problemi alla salute umana. Diventando pericolosossimi non appena si creano le condizioni ambientali che ne consentano la proliferazione.

I microrganismi proliferano continuamente su qualsiasi superficie, perfino sulla nostra pelle e sulle nostre mucose. Per fortuna non tutti sono dannosi e comunque siamo abituati, per cultura, a vivere in ambienti puliti e a mangiare cibi lavati e cotti. Quindi ne controlliamo continuamente il contatto con la nostra vita. Almeno finché chi è preposto ad eliminare prontamente dai centri abitati i rifiuti svolga correttamente il proprio lavoro.

Quello che è successo e continua a succedere in questi giorni a Palermo, per la salute pubblica, è quanto di più pericoloso possa accadere in una grande città. Qualche giorno fa i dipendenti dell’Amia – l’Azienda di igiene ambientale della città che si occupa dello smaltimento dei rifiuti – sono entrati in sciopero. Questo è avvenuto proprio mentre in città la temperatura, da invernale, è diventata primaverile. Il risultato è che, in certe zone della città – nonostante lo sciopero sia rientrato – i rifiuti non vengono raccolti da -sette-otto giorni. E non sono ancora stati portati via. Quello che sta succedendo, lo ripetiamo, è pericolosissimo per la salute pubblica.

In questi giorni, infatti, ci siamo trovati a camminare per strade e marciapiedi sporchi, più sporchi del solito, visto che comunque non vengono mai puliti bene. Con macchie di percolato enormi, che tutti cerchiamo di evitare, non sapendo che quelle già asciutte, e quindi meno visibili, non sono evitabili: quindi non sapendo di contaminare le suole delle scarpe: le stesse suole che avrebbero calpestato il pavimento delle nostre case.

Lo sappiamo: l’argomento non è dei migliori. Ma noi abbiamo il dovere di informare i nostri lettori su quello che sta succedendo a Palermo. Perché, lo ripetiamo, in molte via della città l’immondizia giace ancora non raccolta. Con temperature che, proprio in questi giorni, almeno in certe ore, sono state più che primaverili.

Tornando alle scarpe, una volta rientrati a casa, le tocchiamo con le mani per sfilarcele. Non pensando che le stesse scarpe potrebbero avere calpestato Salmonella e (gusci di uova e residui di carni bianche crude), Escherichia Coli (pannolini, pannoloni, etc). Se siamo stati sfortunati, potremmo avere portato dentro le nostre abitazioni Escherichia Coli O 157, responsabile di una forma di gastroenterite necrotico emorragica simile a quella di cui abbiamo sentito parlare ai telegiornali qualche mese fa per una epidemia in Germania (residui di carni crude contaminate o di verdure e frutta contaminate per fortuna molto rare).

Non solo. Potremmo anche avere sfiorato qualche piccolo vibrio colerae, magari solo come la particella di sodio, per fortuna, ma che di fatto non è estinto. Ma ciò che è peggio è che, respirando l’aria vicino ai contenitori, non ne inaliamo solo i cattivi odori, ma tutti i lieviti (i miceti, i funghi, i microorganismi per intenderci) che da essi emanano e che sono volatili. E, sicuramente, non tutti, amici dell’uomo.

Siamo fortunati ad avere un valido sistema immunitario e dei validi antibiotici. Ma il primo non è valido purtroppo per tutti e per alcuni malati ematologici o oncologici una sola delle contaminazioni precedenti sarebbe letale. Quanto agli antibiotici, in alcuni casi sono ormai delle frecce spuntate, che si spuntano sempre di più ad ogni nuovo utilizzo.

Lo diciamo per chiarezza: chi è preposto, come dirigente o operatore ecologico, alla raccolta dei rifiuti svolge una preziosa e delicata funzione pubblica. Un servizio che, peraltro, viene pagato dai cittadini con imposte onerose. Non si può sospendere un servizio pubblico così importante ai fini della tutela dell salute pubblica. Perché tale sospensione mette a repentaglio la salute di tutti i cittadini.

Ribadiamo che chi è preposto come dirigente o operatore ecologico alla raccolta dei rifiuti si occupa di svolgere una preziosa e delicata funzione pubblica non può sospendere un servizio in maniera improvvisa ricattando l’amministrazione comunale con il disagio di una intera città incolpevole.

Bene ha fatto la magistratura ad aprire un’inchiesta su una vicenda così grave.

 

Redazione

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