Palermo, Unicredit blocca il conto Mercato di gennaio a forte rischio

Quando una stagione nasce sotto una cattiva stella, si sa, c’è ben poco da fare. Sul campo i risultati non arrivano e il Palermo è ultimo in classifica, ma come se non bastasse a complicare l’annata rosanero ci si mettono anche alcuni problemi finanziari. Unicredit, infatti, avrebbe sospeso il fido di due milioni e mezzo di euro concesso alla società rosanero. Il perché è presto detto: si tratta del decreto ingiuntivo del Tribunale arbitrale dello sport che obbligherebbe il Palermo a un pagamento di circa dieci milioni nei confronti della Pencil Hill di Gustavo Mascardi, sempre per il caso Dybala, che sembra non volersi chiudere mai. Nello scorso mese di maggio Zamparini aveva dichiarato che personaggi come Mascardi sono il male del calcio e che lo avrebbe denunciato per truffa. Le conseguenze a livello economico, però, rischiano di essere davvero pesanti, soprattutto se si considera che l’intero ambiente rosanero aspettava il mercato di gennaio per rinforzare la squadra. Con il conto bloccato, infatti, le operazioni in entrata sarebbero a forte rischio e con esse le speranze legate alla permanenza in serie A dei rosa.

Il presidente Maurizio Zamparini ha commentato così l’intera vicenda: «Da 14 anni lavoriamo insieme a questa banca senza avere mai avuto un problema. Pago interessi salatissimi del 6 per cento – spiega il patron della squadra rosanero a Repubblica – mentre a Milano, con la stessa banca, sono del 2 per cento e loro ci sospendono il fido. Sono fortemente tentato di portare i libri in Tribunale per chiudere l’amministrazione controllata. Viene voglia di mollare tutto». Lo stesso Zamparini ha poi continuato spiegando quali possono essere le conseguenze più immediate di tutta questa situazione: «Una roba del genere ci blocca tutto. Abbiamo già fatto ricorso al tribunale di Palermo e a quello di Varese e pensiamo anche di potere ottenere dei risultati positivi, ma queste cose vanno per le lunghe. Loro hanno in mano un pezzo di carta del Tas che è esecutivo in tutto il mondo e quindi si comportano in questo modo che proprio non ritengo giusto».

Luca Di Noto

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