Due persone sono finite in carcere, quattro ai domiciliari e una sottoposta a obbligo di dimora grazie all’azione dei carabinieri della compagnia di Monreale a continuazione dell’operazione Panaro, che ha colpito un gruppo dedito allo spaccio di stupefacenti tra il Comune alle porte di Palermo e la periferia del capoluogo. Gli indagati sono accusati a vario titolo di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e furto in abitazione.
In particolare, teatro del traffico di droga, per lo più crack, cocaina, hashish e marijuana, era il quartiere palermitano Altarello, dove è stato rilevato anche un tentativo di estorsione nei confronti dei gestori materiali della vendita della droga: in quel caso gli estorsori avevano richiesto il pagamento di una vecchia partita di stupefacenti presentandosi – non si sa a che titolo effettivo – come mandatari della famiglia mafiosa di Santa Maria del Gesù e dicendo che il credito vantato sarebbe dovuto servire a sostenere le spese per il sostentamento dei detenuti del mandamento. Gli indagati avrebbero avuto contatti anche con i quattro arrestati nella precedente operazione, attivi invece nel vicino quartiere Bocca di falco.
Il giro d’affari è stato stimato in circa centomila euro all’anno. Base operativa del gruppo era una taverna abusiva adibita a ritrovo della tifoseria ultras del Palermo, dove sarebbe stata svolta la gran parte dell’attività illecita, dalla preparazione dello stupefacente allo smercio al dettaglio. Durante l’operazione i militari hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione di uno degli indagati, destinatario della misura degli arresti domiciliari, trovando 220 grammi di cocaina pura in cristalli e 2.415 euro in contanto, provento dell’attività di spaccio. Altre sei persone risultano indagate per reati minori, mentre in tre erano stati arrestati in precedenza per spaccio, colti in flagranza di reato.
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