La questione degli spazi per larte è centrale nel dibattito culturale per la città di Palermo. Non si tratta, però, soltanto di riaprire e restituire alla comunità spazi negati, ma anche di identificare modalità differenti per la valorizzazione della produzione e dell’offerta artistica, in una dimensione di certa sostenibilità della proposta e della gestione. Lo dice Sergio Alessandro, assessore alla Cultura designato dal candidato sindaco, Massimo Costa.
Tra le varie ipotesi possibili, e cercando di evitare gli errori del passato, Alessandro propone un esempio efficace e al contempo sostenibile: il modello della Maison des Artistes, il celebre palazzo parigino di Rue de Rivoli 59 che ospita esclusivamente atelier di artisti, quotidianamente aperti al pubblico.
Palermo può vantare una grande quantità di palazzi pubblici – aggiunge Alessandro – molti già recuperati, in parte o totalmente. Consapevole della difficoltà dei giovani e bravi artisti locali nel sostenere le spese daffitto per uno studio, ritengo che il Comune possa offrire loro gli spazi di una di queste strutture, a costi assolutamente simbolici: un modo per favorire la creazione di un centro urbano in cui una grande comunità creativa possa radicarsi, lavorando, dialogando, progettando, producendo. Le spese minime daffitto potrebbero incoraggiare anche lapprodo a Palermo di artisti stranieri, proprio come è accaduto nello scorso decennio a Berlino e in altre città europee, trasformate – grazie a strategie culturali oculate, ma anche a una politica immobiliare che agevolava i cittadini in città accoglienti, creative, giovani, simbolo della ricerca contemporanea, mete internazionali di artisti ed intellettuali.
Riguardo alla sostenibilità delloperazione, Alessandro precisa che la gestione del palazzo, così come gli eventuali interventi manutentivi, non dovrebbero gravare sui bilanci del Comune. Occorre, in questo come in altri casi, studiare soluzioni alternative a quelle tradizionali. Ad esempio, si potrebbero costruire delle partnership tra lamministrazione comunale e soggetti privati che, in cambio della possibilità d’uso di spazi del palazzo per avviare attività imprenditoriali coerenti con la nuova destinazione culturale della struttura, potrebbero assumersi i costi, fornendo servizi agli artisti residenti e al pubblico.
Foto tratta da southandnorth.net
Foto di Sergio Alessandro tratta da artribune.com
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