Alla fine a Raffaello Follieri non sono bastate le belle parole e le buone intenzioni. L’imprenditore pugliese interessato all’acquisizione del Palermo, infatti, si è dovuto tirare indietro dalla corsa al club e dunque non sarà lui il prossimo proprietario del club. «Non ho mai nascosto il nostro interesse all’acquisizione di questa società – aveva dichiarato appena due giorni fa – e siamo convinti di farlo dopo avere, naturalmente, verificato che le condizioni siano quelle giuste». Già, evidentemente però le condizioni non erano quelle giuste. Tanto che Follieri si è definitivamente defilato. E lo ha fatto attraverso un comunicato della sua società, la Follieri Capital Limited, affermando come la trattativa si sia conclusa con esito negativo. L’incontro con Facile, come si legge nella nota, è durato più di nove ore e l’accordo era anche stato trovato. C’erano anche delle cifre certe. «L’immissione immediata di cinque milioni di euro nelle casse del club rosanero per far fronte agli stipendi ed evitare punti di penalizzazione – si apprende dalla nota – il versamento di euro 1,2 milioni a titolo di corrispettivo, l’accollo della somma di 22,8 milioni di euro relativa alla società lussemburghese Alyssa SA e l’obbligazione a far fronte agli impegni finanziari della U.S. Città di Palermo al fine di riportare il giusto equilibrio finanziario e rimuovere l’attuale stato di grave difficoltà».
Closing concordato per la giornata di giovedì con tanto di documentazione richiesta pronta per essere siglata. Ma quando tutto era pronto, l’amministratore delegato Facile ha ricevuto una telefonata nella quale gli è stato vietato di firmare l’accordo. «A sostegno della sua marcia indietro – si legge ancora nel comunicato – il dott. Facile adduceva il fatto che la società controllante inglese aveva appena ricevuto un’offerta migliore di quella che si stava sottoscrivendo con la Follieri Capital Limited. A quel punto Facile ha provato a proporre di modificare la suddetta clausola, in maniera tale da poter ricevere eventuali altre offerte». Comportamento ritenuto poco rispettoso da Follieri e dal suo gruppo che ha deciso di non proseguire la trattativa. «Rimane il rammarico – conclude la nota della società dell’imprenditore foggiano – di non aver potuto procedere nella definizione del contratto che oltre a rimuovere immediatamente lo stato di grave difficoltà finanziaria, da tempo sotto i riflettori degli organi d’informazione, in cui versa la U.S. Città di Palermo avrebbe permesso l’avvio di un ambizioso progetto sportivo ed imprenditoriale il cui obiettivo era quello di riportare il Palermo nella massima serie lasciandosi alle spalle definitivamente i problemi di questi ultimi anni». L’offerta migliore, in soldoni, sarebbe quella del fondo americano di cui ancora si sa poco o nulla se non il fatto che abbia grandi potenzialità economiche.
Nel frattempo, la Lega di serie B vuole vederci chiaro e ha inviato una Pec ai soci subentrati a Zamparini, invitandoli a certificare che la cessione delle quote e che l’attuale compagine societaria presentano le necessarie caratteristiche di autenticità, veridicità e certezza ai fini della normativa. In parole povere, le garanzie richieste dalla Lega servono affinché «non sussistano elementi idonei a configurare ipotesi di esterovestizione né finalizzati alla realizzazione di pratiche elusive». La Lega di B, presieduta da Mauro Balata, ha inviato la stessa Pec anche alla Federcalcio per conoscenza. I chiarimenti richiesti servono affinché venga garantito il regolare svolgimento del campionato di serie B. Il riferimento alla “estrovestizione” riguarda una possibile e fittizia localizzazione all’estero della residenza fiscale di una società per ridurre le tasse sui redditi. E in effetti, la Sport Capital Group aveva annunciato, già poco dopo l’acquisizione del club, una composizione quasi a incastro fra società che detengono il Palermo, con il Palermo Football Club SpA, nella fattispecie, vero e proprio proprietario del club di viale del Fante.
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