Palermo prova a riprendersi il proprio mare quasi assente Se ne parlerà nel 2020, alla scadenza delle concessioni

Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Palermo ha approvato il Piano di utilizzo delle aree demaniali marittime. Si tratta  uno strumento di pianificazione urbanistica che individua le modalità di utilizzo della costa della città. Sono circa 30 chilometri di litorale che si estendono dai confini con Ficarazzi sino ai confini con Isola delle Femmine, passando per la Bandita, Romagnolo, il Foro Italico, la Cala, l’area dove ha sede il Cantiere navale, l’Arenella, Acquasanta, Vergine Maria, Addaura, Mondello, Capo Gallo, Barcarello, Sferracavallo. 

Il provvedimento approvato da Sala delle Lapidi, sede dell’assemblea cittadina, ha alle spalle un lungo lavoro che si è svolto presso la commissione Urbanistica del Comune. Sotto il profilo politico e culturale, si tratta di un atto molto importante, che ha visto la partecipazione degli esponenti di tutto il mondo politico della città. 

Del significato di questo strumento urbanistico parliamo con Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, esponente del Mov 139, il soggetto politico che fa capo al Sindaco, Leoluca Orlando. «Tanto per cominciare – dice Nadia Spallitta – va detto che questo Piano sconta alcuni elementi di debolezza. Il primo punto di debolezza è legato al fatto che sarà operativo a partire dal 2020. Questo perché è tra sei anni che scadranno le concessioni demaniali vigenti, secondo quanto previsto dalla legge. Il secondo punto di debolezza è rappresentato dal fatto che quello approvato dal Consiglio comunale non è la formulazione definitiva del Piano di utilizzo delle aree marittime della città. Ricordo che il Piano deve ancora passare dagli uffici della Regione siciliana per l’approvazione definitiva».   

Fatta questa precisazione, proviamo, adesso, a farci raccontare dalla vice presidente del Consiglio comunale cosa prevede, per grandi linee, questo Piano, cercando di cogliere la visione d’insieme di uno strumento di pianificazione della costa della città che rimane fondamentale, se è vero che a Palermo, a parte Mondello e qualche altre zona della città, il mare è sempre stato assente. 

In circa cento anni e forse più non sono mancati interventi, anche importanti, lungo la costa di Palermo, non sempre positivi. Dalla bonifica delle paludi di Mondello, nei primi del ‘900, alla sostanziale distruzione, negli anni del secondo dopoguerra, della costa sud est della città, zona che un tempo era il mare dei palermitani (si pensi ai Bagni Virzì). Proprio per questo tratto di costa – grosso modo, dalla Bandita fino al Foro Italico – nei primi anni ’80 del secolo passato venne elaborato un piano di risanamento (il progetto Sailem) rimasto sulla carta.

Oggi si riprova a programmare il futuro della costa della città, con personaggi molto diversi rispetto al passato (e lo diciamo in senso positivo). «In conformità con la legge regionale numero 15 del 2005 – spiega Nadia Spallitta – il demanio viene suddiviso in aree, zone e lotti. Attraverso l’attenta istruttoria della commissione Urbanistica sono stati individuati i mini lotti, che non potranno avere un’estensione superiore ai 3 mila metri quadrati, all’interno dei quali sono consentite le iniziative private». 

«Sono garantite le distanze minime tra le concessioni private di 100 metri lineari – sottolinea la vice presidente del Consiglio comunale -. Si afferma il principio che il fronte a mare di ogni singola concessione non possa essere superiore a 100 metri. Vengono introdotti gli accessi al demanio marittimo ed il libero transito con una profondità minima di 5 metri lineari. Il Piano distingue le diverse destinazioni private in stabilimenti balneari, aree per la balneazione, aree per le pratiche sportive, aree di spiaggia libera, aree per l’accesso di animali, punti di ristoro, ormeggio, rimessaggio e noleggio, attività commerciali, porti e approdi turistici. Per tutte queste tipologie sono previsti servizi (come docce, cabine) anche ad uso della collettività. Il principio ispiratore del provvedimento, affermato in virtù dei numerosi emendamenti al Piano che abbiamo proposto in commissione Urbanistica, è la tutela e la riqualificazione delle coste e la bonifica della costa, anche al fine di garantirne la libera fruizione. Vengono, insomma, garantiti accessi al mare di libero transito».

«Il Consiglio comunale – afferma sempre Nadia Spallitta – ha anche votato tre emendamenti, accogliendo le osservazioni di cittadini e residenti. Il primo è rivolto alla tutela della Punta Priola nella costa nord, per la quale è garantita la destinazione a verde pubblico. Il secondo è rivolto alla riqualificazione della zona costiera in prossimità della borgata di Vergine Maria, garantendo spazi ad uso collettivo e difendendo l’area anche dal fenomeno dell’erosione della costa. Il terzo emendamento è rivolto a garantire a Mondello, unitamente ad altre previsioni di accessi pubblici, un varco di 30 metri quadrati (corridoio di libera fruizione per qualsiasi attività remo-velica inizialmente destinato a concessione privata) ed a garantire la fruizione pubblica del marciapiede, definito come suolo demaniale. Si tratta di un provvedimento importante, destinato a garantire un uso corretto del demanio pubblico, regolarizzando e uniformando il regime delle concessioni ai privati (che hanno una durata di sei anni) e assicurando servizi alla collettività. Il provvedimento è fondamentale sotto un altro aspetto, in quanto propedeutico a interventi di bonifica, riqualificazione e recupero, indispensabili per una parte di questo territorio (la costa sud), da troppo tempo lasciata all’incuria e al degrado».

«Il Piano – conclude la vice presidente dell’assemblea di Sala delle Lapidi – rappresenta finalmente un ritorno alla vocazione marinara e turistica delle nostre spiagge che potrebbero così recuperare la loro antica bellezza».

Giulio Ambrosetti

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