Come era del resto prevedibile, cominciano i primi screzi tra il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e quella parte del Consiglio comunale che dovrebbe appoggiarlo. Per ora, è chiaro, niente dichiarazioni ufficiali, ma solo voci raccolte qua e là. Mal di pancia rimasti in ombra per lunghe settimane. E che desso emergono, piano piano, dopo la riorganizzazione degli uffici comunali avviata qualche giorno fa dal primo cittadino.
E’ inutile girarci attorno. Non sono pochi i consiglieri comunali di maggioranza che non avrebbero ‘digerito’ la mossa di Orlando che, di fatto, ha confermato nei posti chiave della ‘macchina’ amministrativa comunale alcuni dei personaggi che erano stati ‘valorizzati’ dal suo predecessore, Diego Cammarata. Sia chiaro: l’attuale Sindaco conosce come le sua tasche gli uffici del Comune di Palermo, ed è perfettamente in grado di capire se un alto funzionario o un dirigente del Comune ‘rema’ contro l’amministazione.
Ma il modo di fare di Orlando non è detto che debba per forza di cose coincidere con il pensiero di tutta Sala delle Lapidi (la sede del Consiglio comunale di Palermo) e, in particolare, con tutti i 30 consiglieri comunali che dovebbero sostenere la sua amministrazione.
Orlando, che è stato Sindaco di Palermo sia quando i primi cittadini venivano eletti dal Consiglio comunale, sia da quando i Sindaci li elegge il popolo, non ha mai tenuto ottimi rapporti con l’assemblea di Sala delle Lapidi. Un po’ ieratico, molto ‘personaggio’, l’attuale Sindaco, quando governa, ama decidere da solo: cosa, questa, che non sempre è gradita a chi gli sta accanto. La collegialità non è mai stata una caratteristica di Orlando.
Nello specifico, non tutti hanno capito il perché il Partito – Italia dei Valori – non ha posizionato un proprio rappresentante alla presidenza del Consiglio comunale. Totò Orlando – eletto presidente – arriva dal Pd. Nadia Spallitta (che comunque è quella che dà più garanzie), vice presidente vicaria dell’assemblea di Sala delle Lapidi, arriva da Un’Altra storia e da Sel. Per non parlare del secondo vice presidente, Salvatore Finazzo (Udc) – eletto di fatto da Italia dei Valori e non dalle opposizioni – che sembra sia addirittura ineleggibile.
Anche l’assegnazione delle presidenze delle commissioni consiliari ha lasciato qualche strascico di amarezza. Cose normali, tutto sommato. Quella che, invece – come già accennato – molti non hanno mandato giù è la riorganizzazione degli uffici del Comune. Lì, così si racconta, in alcuni casi si sarebbero rotti i telefoni.
Anche la gestione dell Festino di Santa Rosalia non è sembrata, a tanti osservatori, una manifestazione di unità tra Sindaco e Consiglieri comunali. Questi ultimi, di fatto, non hanno avuto alcun ruolo. Fatto, questo, che non è passato inosservato.
Il dato positivo è che, rispetto al 1993 – anno in cui Orlando venne eletto per la prima volta Sindaco direttamente dal popolo – la giunta comunale di oggi sembra molto diversa da quella di allora. Allora la metà degli assessori erano palloni gonfiati. L’attuale giunta, invece, è fatta da persone serie che non “se la tirano”. Non è un elemento secondario. Anzi.
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