Palermo, Pergolizzi ha una sola missione «Idee chiare, dobbiamo vincere il campionato»

A distanza di dieci anni dalla conquista dello scudetto Primavera, Rosario Pergolizzi torna a Palermo con una nuova missione: vincere il campionato di serie D alla guida della prima squadra e dare slancio al nuovo corso rosanero. Sono stati proprio i rappresentanti del sodalizio che lo scorso 24 luglio ha rilevato il titolo sportivo a inviare l’input al cinquantenne tecnico palermitano. Segnale ricevuto: «Me lo hanno detto in varie lingue, Di Piazza (il vicepresidente, ndr) con l’accento americano, Mirri in palermitano: si deve vincere – ha sottolineato in dialetto il neo-allenatore del Palermo nel corso della presentazione odierna al San Lorenzo Mercato – sono onorato di essere qui e mi auguro di essere all’altezza di tutti: della città, dei tifosi, e del compito che mi hanno affidato. Perché ho deciso di sposare questo progetto? Per le persone che compongono la società, formata da professionisti seri e molto attaccati alla città e ai colori rosanero. La presenza di questi profili mi dà un ulteriore stimolo per fare bene. Il mio compito è quello di scendere la mattina sapendo di dovere dare tutto e andare a letto la sera con la coscienza a posto consapevole di avere fatto il massimo».

Pergolizzi, che domani farà un sopralluogo a Petralia Sottana sede del ritiro precampionato dal 12 al 23 agosto, ha le idee chiare in merito alle dinamiche relative al processo di costruzione della squadra: «Il modulo sarà il 4-3-1-2, per sfruttare i due attaccanti, e arriveranno giocatori funzionali a questo sistema di gioco. Non conta la provenienza, a proposito dei nuovi acquisti. Non verrà un palermitano in quanto palermitano. L’importante, a prescindere dalla città o regione di origine, è che i giocatori siano pronti a dare tutto per la maglia che indossano e a seguire determinate regole dimostrando di essere dei professionisti. Concetto valido per quelli che a 37 o 38 anni dovranno dare l’esempio e per i diversi giovani che avremo in organico. In ogni caso, il nostro compito è quello di giocare a calcio e, in tal senso, conterà molto la capacità di lettura e di adattamento alle varie situazioni». Abilità che ha scandito il percorso di crescita dello stesso Pergolizzi: «Anche io sono cambiato rispetto a dieci anni fa e, pur essendo sempre la stessa persona, adesso sono meno istintivo. La collaborazione con i dirigenti – ha aggiunto il tecnico reduce da una stagione sulla panchina dell’Under 17 dell’Empoli – sarà molto importante ma l’aspetto tecnico, e cioè la scelta del modulo e dei giocatori, è di competenza dell’allenatore».

Ognuno dovrà agire in base al proprio ruolo, dunque. Schema operativo che sottoscrive il direttore sportivo Renzo Castagnini: «Io sono una persona che ascolta e disponibile al confronto ma, nel mio ambito di competenze, le decisioni poi sarò io a prenderle – ha spiegato il ds presentato assieme al tecnico Pergolizzi – Nuovi acquisti? Per Ricciardo (attaccante di 32 anni tra i protagonisti della promozione in C del Cesena, ndr) siamo molto avanti ma non è ancora fatta e con Sagramola (ad rosanero con il quale Castagnini ha lavorato a Vicenza e a Brescia, ndr) siamo d’accordo sul fatto che le cose prima vanno fatte e poi dette».

Come sarà il nuovo Palermo? Il neo-ds rosanero indica le linee guida: «E’ sicuro che chi si propone non deve venire qui a svernare ma con la consapevolezza di dovere sputare sangue. Se avremo tutti questa mentalità certamente riusciremo a vincere. Il gruppo sarà un mix di giocatori esperti e diversi Under in linea con le norme che lo impongono. Io sarò qui giorno e notte, lavorerò dalla mattina alla sera per cercare in pochi giorni di allestire la rosa e costruire contestualmente una squadra competitiva». Compito arduo ma meno complicato se, alla base, ci sono passione e voglia di lasciare il segno: «Con Sagramola, che conosco da tempo, non c’è stata neanche trattativa. Sono nella quinta città d’Italia e, onestamente, non mi sento in D professionalmente. Sono rimasto folgorato dall’entusiasmo di questa compagine societaria e scioccato anche per il numero di chiamate che in questi giorni ho ricevuto dagli addetti ai lavori a dimostrazione della considerazione, a prescindere dalla categoria, di cui gode sempre il Palermo».

Antonio La Rosa

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