LO SCRITTORE PUBBLICA LA VERA STORIA AVVENUTA NEL CARCERE MINORILE CHE GENERO’ IL PERSONAGGIO “MERI” E UN GRANDE FILM
di Gabriele Bonafede
Aurelio Grimaldi torna in libreria con un romanzo da non perdere: Malaspina (edito da Elliot) che ripercorre la sua esperienza di giovane educatore al carcere minorile di Palermo nei primi anni 80. Il nuovo romanzo di Grimaldi narra con concisa maestria le vicende reali al carcere Malaspina, generatrici del primo romanzo di successo Meri per sempre dal quale fu tratto lomonimo film di Marco Risi. Un film che, oltre ad aprire le porte di un mondo fino ad allora tabù, spianò la strada a ciò che abbiamo definito su queste pagine, in una intervista allo stesso Aurelio Grimaldi, Nuovo Cinema Siciliano.
Come tutti i buoni romanzi e come tutti i grandi testi, Malaspina propone diversi livelli narrativi e diversi livelli di comprensione. In più, è rivolto a diverse tipologie di lettori: è un romanzo leggibile come tale ma anche come saggio. E che si rivela fondamentale per la formazione di educatori e operatori del settore. Dovrebbe essere letto anche da amministratori della cosa pubblica, in Sicilia, in Italia e in Europa, così come da chi gestisce carceri, carceri minorili, centri di accoglienza di immigrati, e in genere da chi opera per combattere la marginalità e la criminalità, non solo a Palermo e in Sicilia, ma in qualsiasi posto del mondo.
Malaspina non racconta solo unesperienza deducazione alla non violenza a chi è in carcere: racconta, nellestremo concentrato di deviazione, Palermo stessa. Palermo che è parte dellItalia. Palermo che è parte dellEuropa. O per lo meno quella Palermo, e dunque quellItalia e quellEuropa, procreatrice della criminalità organizzata: quel sistema di rapporti personali e sociali che potrebbe essere in qualsiasi città italiana, in qualsiasi città europea, in qualsiasi città del mondo.
Su questo giornale, Grimaldi ha ricordato poco più di un anno fa, giustamente, che la storia zappa a millimetri ma zappa, e che la storia di Meri per sempre, soprattutto quella straordinaria, personale, proficua esperienza educativa, oggi andrebbe vista in modo diverso. Ma poi, pubblicando Malaspina, e dunque tornando su quella esperienza, ancora oggi drammaticamente attuale, Grimaldi sembra sconfessare se stesso, proprio come i reali personaggi del suo romanzo. Eppure, devo ammetterlo, sconfessa e conferma se stesso al tempo stesso, in quella frase: è vero la storia zappa a millimetri. Quei millimetri che a volte sembrano nano-millimetri, ci sono eccome. E sembrano rimanere là per sempre. Non è più Meri per sempre, ma è Palermo per sempre: abbandonata allincapacità e la nullità dei propri amministratori che cacciano a pedate chi invece potrebbe cambiare le cose.
E li continuano a cacciare in tutti i campi propri dellamministrazione e della vita sociale ed economica della Sicilia. Ancora oggi come due-tre decenni fa.
Malaspina rivela cosa veramente non andava in quel carcere minorile, in quella e in questa Palermo, in quella e in questa Italia, in quella e in questa Europa: la vigliaccheria e la colpevole incompetenza di chi era, ed è, chiamato a zappare. Di chi, invece di prendersi le proprie responsabilità, le scarica su chi è più debole e rinchiude la vitalità, la libertà, la possibilità di esprimere la vita. E se cè qualcuno che opera diversamente, che si prende quella responsabilità voltando le spalle alla vigliaccheria con il necessario coraggio, viene emarginato ed espulso dalla Sicilia come dallItalia e quindi anche dallEuropa.
Non so quanto quella nostra intervista di un anno e mezzo fa su queste pagine abbia convinto Aurelio, adesso è giusto chiamarlo per nome, a pubblicare la vera storia di Meri per sempre. Probabilmente ci pensava e ci lavorava da tempo. Ma mi piace pensare che il nostro incontro, avvenuto dopo tanti anni, abbia corroborato questa idea. Infatti, “Malaspina ha anche la dote dessere atemporale, ancora una volta come tutti i grandi scritti. Se non è atemporale nel tempo, lo è sicuramente nello spazio e nel valore universale, come abbiamo avuto modo di dire. Leggetelo e capirete perché.
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