Segnali che possono essere di buon auspicio. Arrivano da Potenza e non riguardano solo il modo in cui domenica sera è maturato il successo della squadra ma anche lo status di capitano acquisito da Francesco De Rose. Un ruolo carico di energia positiva se si pensa al fatto che con la fascia al braccio il trentaquattrenne centrocampista calabrese nel 2020 ha centrato la promozione in B con la maglia della Reggina: «E spero che a Palermo si verifichi la stessa cosa – ha ammesso in ritiro il centrocampista rosanero, uno dei pilastri dello scacchiere di Filippi – ho notato, peraltro, diverse analogie tra questo Palermo e la Reggina in cui ho giocato. Affinità che riguardano le doti umane, la professionalità degli elementi che compongono l’organico e la loro disponibilità al sacrificio. Io capitano? Rappresenta per me un motivo di orgoglio anche perché in questa squadra altri giocatori sono perfettamente in grado di portarla e di rappresentare la squadra nel migliore dei modi. Mi riferisco, ad esempio, ai miei ‘fratelli’ Accardi e Floriano. Non so come si diventa capitani e onestamente è una domanda che spesso mi pongo anch’io. Colgo l’occasione, a questo proposito, per ringraziare la società e i compagni per la fiducia che mi hanno concesso e che spero di ripagare sul campo alla grande. Sono orgoglioso di essere capitano di questa squadra».
E uno dei leader di un gruppo che dopo la vittoria in amichevole allo stadio Viviani si proietta con fiducia verso i prossimi appuntamenti: «E’ calcio d’estate e il successo a Potenza va inserito in questo contesto analizzandolo solo come una buona prova. Il Palermo può fare tanto e bene ma solo se rimane umile e se dà il massimo durante gli allenamenti e le partite. Mix di giovani e gente più esperta? L’esempio deve arrivare dagli elementi più grandi ma, in generale, tutto il gruppo deve dare sempre il massimo dimostrando umiltà e disponibilità al sacrificio e questo dovrà essere il nostro motto. Ho notato, comunque, che tutti si stanno comportando in maniera impeccabile».
Sono impressioni che De Rose ha ricavato in questi giorni di ritiro a San Gregorio Magno: «Siamo migliorati e c’è anche voglia di rivalsa. La sconfitta di Avellino (nel ritorno del primo turno nazionale dei playoff, ndr) brucia ancora. Cosa ho detto a Fella? E’ stato uno dei pochi dell’Avellino a comportarsi bene, l’abbiamo accolto alla grande». Esattamente nel modo in cui è stato accolto lui a Palermo nella scorsa stagione nel momento in cui si è trasferito nel club di viale del Fante durante la sessione invernale di mercato: «Quando arrivai ho visto una squadra giù di morale, falcidiata dal Covid qualche mese prima. Ho cercato di portare un po’ di allegria e di entusiasmo, abbiamo risalito la china nella seconda parte della stagione ma purtroppo non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo prefissato. Ci riproveremo e nella prossima stagione venderemo cara la pelle per centrare il traguardo». Migliorare a titolo personale in fase realizzativa, in questo contesto, potrebbe agevolare il percorso del gruppo: «Non è andata bene negli ultimi tre anni e il gol realizzato domenica a Potenza spero che sia di buon auspicio. Il nostro obiettivo, in ogni caso, è la promozione in B e metterei la firma per una stagione senza segnare ma con il salto di categoria della squadra».
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