Palermo nel patrimonio Unesco I tesori dell’itinerario arabo-normanno

Dal Palazzo Reale, simbolo della ricchezza e del potere politico e culturale del regno normanno, al Duomo di Monreale, che al suo interno custodisce la più vasta decorazione a mosaico dell’intera produzione del bacino Mediterraneo. Dalla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, simbolo della purezza del genio bizantino ortodosso, alla Cappella Palatina, vero e proprio gioiello. Passando per il Duomo di Cefalù, custode di mosaici che studiosi di arte bizantina come Viktor Lazarev classificarono eccellenti fra tutti ed egregiamente conservati.

Eccoli i tesori dell’itinerario arabo-normanna, da oggi ufficialmente patrimonio dell’Umanità. Il via libera, attesissimo, è arrivato oggi da Bonn, dove la commissione ha valutato positivamente la candidatura di nove monumenti di cui sette solo a Palermo. Martedì nel capoluogo siciliano si riunirà il Comitato di pilotaggio per affrontare le tematiche legate al piano di gestione dei siti. Ne fanno parte i Comuni di Palermo, Monreale e Cefalù, l’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, la Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, la Fondazione Sicilia, la Fondazione Federico II, l’Assemblea regionale siciliana, i ministeri dei Beni e delle attività culturali e del turismo, dell’Interno fondo edifici di culto – prefettura di Palermo, le Arcidiocesi di Palermo, Monreale e Cefalù, l’Eparchia di Piana degli Albanesi.

L’elenco dei monumenti che da oggi fanno parte dell’itinerario arabo-normanno. 

Palazzo dei Normanni. Antico Castrum islamico eretto su preesistenze di origine punica, dal 1072 diviene residenza dei sovrani normanni. Il complesso monumentale comprende, oltre la Cappella Palatina, la torre Pisana e la Torre della Gioaria. In quest’ultima si trovano la Sala dei Venti e la cosiddetta ‘Sala di Ruggero’, caratterizzata da un raro rivestimento musivo risalente al tempo di Guglielmo I (1154-1166).

Cappella Palatina. Fondata da Ruggero II nel 1130, presenta un impianto basilicale a tre navate di impronta fortemente bizantina. Bizantini sono anche i mosaici che ne decorano le pareti: risalgono ad epoca ruggeriana quelli che ricoprono le superfici murarie della zona presbiteriale, sono, invece, databili agli anni di Guglielmo I, quelli con storie del Nuovo e del Vecchio Testamento e dei Santi Pietro e Paolo, che si trovano sulle pareti delle tre navate del corpo longitudinale. A Guglielmo II (1166-1189), infine, si attribuiscono quelli della parete occidentale. Ad arricchirla c’è il soffitto ligneo a muqarnas e dipinto, opera di maestranze islamiche. Il tesoro della Cappella Palatina contiene numerosi oggetti sacri tra cui spicca, in particolare, la collezione di cofanetti arabo-siculi in avorio.

Chiesa di San Giovanni degli Eremiti. Il complesso monumentale comprende la “sala Araba” a pianta rettangolare, un brano di moschea araba del X secolo, e la chiesa con il chiostro facenti parte del monastero fondato da Ruggero II nel 1132. Il chiostro a pianta rettangolare è connotato dalla successione di colonnine binate con capitelli a foglie d’acanto sormontati da archi a sesto acuto.

Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio. Fu fondata dal grande ammiraglio del Regno, Giorgio d’Antiochia, negli anni ’40 del XII secolo e nell’impianto originario si fa interprete della cultura bizantina del suo fondatore. La chiesa è la Concattedrale dell’Eparchia di Piana degli Albanesi. È caratterizzata da una pianta a croce iscritta in un quadrato e sormontata al centro da una cupola. L’interno è decorato da mosaici realizzati da maestranze bizantine tra il 1143 e il 1148.

Chiesa di San Cataldo. Fu fatta costruire dall’ammiraglio Maione da Bari, nel periodo in cui detenne la carica tra il 1154 e il 1161. L’edificio traduce in un linguaggio locale, improntato su soluzioni islamiche, il modello pugliese della chiesa a tre navate con cupole sull’asse centrale e semibotti sulle laterali.

Cattedrale di Palermo. La fondazione risale a Gualtiero Offamilio, arcivescovo della città dal 1169 al 1190. L’edificio ha conosciuto nel tempo vari rimaneggiamenti fino all’estesa ristrutturazione tardo-settecentesca eseguita su progetto di Ferdinando Fuga. A questa data risale anche la sistemazione dei sarcofagi imperiali e reali nelle prime due cappelle della navata di destra, dove si conservano le spoglie di Ruggero II e di sua figlia Costanza, dell’imperatore Enrico VI, di Federico II e della moglie Costanza D’Aragona.

Palazzo della Zisa e Cappella della Zisa. Il palazzo della Zisa (dall’arabo al-Azīza, ovvero “la splendida”) sorgeva fuori le mura dell’antica città di Palermo, all’interno del Genoardo (dall’arabo Jannat al-arḍ ovvero “giardino o paradiso della terra”). L’edificio è iniziato da Guglielmo I nel 1165 e completato dal suo successore Guglielmo II. Il modello per l’architettura è l’edilizia palaziale islamica dell’Africa settentrionale e dell’Egitto. Ad arricchire il palazzo è la Sala della Fontana collocata al piano terra del palazzo, impreziosita da mosaici e volte a muqarnas.

Ponte dell’Ammiraglio. Nei pressi della Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi, fu costruito nel 1113 da Giorgio Antiocheno, ammiraglio del conte Ruggero, e lega la sua fama alla battaglia dei Mille di Garibaldi che vi si svolse nel maggio 1860. Ancora oggi nella piazza, denominata piazza Scaffa, rappresenta un simbolo di collegamento tra il centro città e la zona periferica.

Duomo di Cefalù. Fondato nel 1131 da Ruggero II, era destinato a luogo di sepoltura per sé e i suoi successori. La facciata è inquadrata da due possenti torri, alleggerite da eleganti bifore e monofore. L’interno, a croce latina, è diviso in tre navate e sfoggia un transetto particolarmente alto. La decorazione musiva che ricopre le pareti del presbiterio con la grande abside centrale, dove campeggia l’imponente figura del Pantocratore, è opera di maestri bizantini e fu realizzata entro il 1148. Annesso al duomo è l’elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati. Esso si presenta come uno dei più notevoli esempi di scultura romanica in Sicilia.

Duomo di Monreale. La costruzione del Duomo, dedicato a Santa Maria Nuova, fu voluta da Guglielmo II nel 1172. Nel 1183, l’edificio viene elevato a sede arcivescovile. L’impianto, alla stregua delle grandi cattedrali romaniche cistercensi e cluniacensi, riprende in linea generale il modello del Duomo di Cefalù. All’interno si trova un’imponente decorazione musiva, eseguita da maestranze bizantine con storie vetero e neotestamentarie e il Cristo Pantocratore nel catino absidale mediano. Sul fianco destro del presbiterio si trovano il sarcofago in porfido di Guglielmo I e quello marmoreo di Guglielmo II. Il Duomo è affiancato dal chiostro dell’antico convento benedettino, dove per volere di Guglielmo II risedettero i monaci provenienti da Cava dei Tirreni. 

Redazione

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