Palermo, mister Tedino si presenta «Scelto perché ho il fuoco dentro»

Obiettivo serie A, senza mezzi termini. La stagione 2017/18 del Palermo ha preso il via oggi con la presentazione del nuovo tecnico Bruno Tedino e del direttore sportivo Fabio Lupo. Il tecnico ha dato l’impressione di essere un sergente di ferro. Nessun sorriso accennato per tutta la durata della conferenza, sguardo severo e fiero a nascondere l’emozione per la prima esperienza in carriera in serie B. «Voglio portare il mio saluto a tutta la gente che mi ha accolto qui a Palermo e che mi ha fatto emozionare. Qui c’è una garanzia di lavoro, si tratta di una città civilisima, c’è un gruppo di lavoro e di tifosi pronti a rimboccarsi le maniche. Vengo dalla strada e dalla gavetta, ho quest’occasione importante e voglio condividerla con tutti, con il mio staff e con i calciatori». Il primo tassello è quello di riportare la gente dalla parte della squadra. Fare riappassionare i tifosi non sarà semplice ma è sicuramente necessario: «Dobbiamo essere molto bravi a trascinare i tifosi che devono ritrovare nuovo entusiasmo dopo la retrocessione. Siamo molto convinti della nostra passione e della nostra professionalità. Il primo passo tocca a noi, ma sono convinto che faremo delle cose importanti. Abbiamo voglia, motivazione e stimoli per incuriosire ancora di più la gente. Dobbiamo fare sì che questo diventi un modello nazionale e non solo. Essere a Palermo è motivo di grande soddisfazione. Insieme si possono superare tantissime difficoltà che ci saranno. Ci sono pure tante società neopromosse, quest’anno Spal e Benevento con l’entusiasmo hanno trovato punti importanti, determinanti».

Inevitabile cercare di sapere chi sia stato determinante per portarlo a Palermo. Finora si è detto che Tedino sia stato scelto da Zamparini, il quale con Baccaglini ha trovato un compromesso. «Ho parlato con Zamparini e Baccaglini, ho trovato un ambiente compatto e sereno. Questa è stata una scelta condivisa, non credo si sia trattato di un compromesso. Sono stato scelto da una società. Le vicende societarie non mi devono riguardare, ho visto una situazione serena tra le persone che ho nominato. Noi dobbiamo soltanto fare il bene del Palermo calcio, siamo stati scelti probabilmente perché abbiamo dentro il fuoco, credo che per il Palermo ci sia un futuro positivo». In squadra è invece in bilico la situazione di Diamanti: il ragazzo sarebbe disposto a restare, ma Zamparini in più occasioni ha dichiarato che non rientra nel progetto tecnico. «Diamanti è un ragazzo che io conosco dal 2004 – spiega Tedino –, quando lui giocava nel Prato, e ci ha sempre fatto un sedere così quando lo avevamo contro, nella Pistoiese. Quello che abbiamo pensato è che un campionato di serie B anche per lui sia riduttivo. Non l’abbiamo messo in un angolo, ma abbiamo avuto l’idea di ringiovanire un po’ la squadra. Ma non è che Diamanti da parte mia non goda di grande stima. È un grande giocatore, lo è stato e ha sicuramente ancora delle cartucce da sparare. Non credo che l’allenatore debba avvisare i giocatori se restino o meno a Palermo».

Il nuovo tecnico conosce già Zamparini, per averlo avuto come presidente già a Venezia, quando guidava il settore giovanile arancioneroverde: «Credo che le ambizioni di Zamparini siano rimaste intatte. Ho visto una persona molto legata al Palermo, molto motivata e disponibile al sacrificio. Ho visto voglioso e motivato anche Baccaglini e sono rimasto a bocca aperta nel vedere il rapporto che hanno tra di loro. Ma noi non c’entriamo nulla con le vicende societarie». Prima volta, invece, che il tecnico originario di Treviso lavora con Lupo: «Con Fabio non abbiamo mai lavorato insieme, però ci conosciamo da tantissimo tempo. Le persone non si conoscono casualmente e si annusano come fanno i cani. Il mio DNA mi porta ad avvicinarmi a persone che stimo». Il rischio, secondo molti, di avere scelto un allenatore esordiente in serie B è quello di permettere a Zamparini, o chi per lui, di fare la formazione. L’allenatore però ha stoppato sul nascere tali illazioni: «In Zamparini ho trovato una persona molto leale, energica e disponibile a sentire cosa dice la mia parte. Io sono un allenatore aziendalista, ho sempre fatto gli interessi della società. In questo momento nessuno mi ha detto chi deve giocare o meno, non ho trovato una persona energica nel dirmi cosa devo fare. Io porto la mia competenza e la mia serietà a disposizione della società. A 52 anni ancora studio per migliorarmi».

Adesso bisognerà pensare a costruire quel gruppo che dovrà cercare di dire la sua nel prossimo torneo cadetto: «Credo che la cosa più importante non sia la scelta del calciatore, credo soltanto che ci sia bisogno di un team forte che parte da noi e poi dal gruppo. Ci vuole personalità, ci vogliono attributi e di questo pedigree andiamo in cerca. Per quanto riguarda la costruzione della squadra, Fabio è la persona più adatta. Facciamo tutto in coabitazione con la società, perché deve sapere tutto con la porta spalancata. Dobbiamo essere forti come team». Dopo un paio di cessioni, il primo acquisto dei rosa sarà Andrea Ingegneri, difensore che Tedino conosce bene per averlo avuto a Pordenone: «Andrea è un ragazzo che ha già fatto la B. In serie C ha fatto la differenza, ha un mercato molto importante con altre squadre di spessore in B. Si tratta di un giocatore che ci seguirà e ci fa piacere, ha quella fame e quella bava alla bocca che noi cerchiamo».

Spesso accostato a Sarri, l’ex Pordenone vuole una filosofia di calcio ben precisa. «Mi piace un calcio fatto di princìpi, di calciatori che abbiano un’ottima tecnica – continua il tecnico – e che però giocano in undici. Non possiamo prendere, come in un’orchestra, dieci percussionisti e zero fiati. Ci vuole equilibrio. Ci piacerebbe fare qualcosa di diverso da quello che finora si può essere visto. Ci piacerebbe un po’ meno possesso e più verticalizzazione. Noi non scopriamo l’acqua calda, qui prima di me ci sono stati grandi professionisti». Poche parole, invece, sul mercato: «Dobbiamo intanto stare attenti ai giocatori che abbiamo in roster e che sono sotto contratto». Intanto bisogna risanare la frattura con i tifosi: «Dobbiamo incoraggiare quelle persone che al momento sono scoraggiate. Mio padre è del sud, ho vissuto tantissimi anni a Benevento e so benissimo la mentalità e l’ardore che ci mette l’uomo del sud». Sulla possibilità che il suo modo di essere cambi per il fatto di essere in una grande piazza e alla prima esperienza in serie B, Tedino invece è chiaro: «Credo che con intelligenza ed educazione si risolvono tantissimi problemi. Mi sono sempre atteggiato nella stessa maniera, non ho scheletri nell’armadio perché ho due passioni nella vita, la mia famiglia e il mondo del calcio (anche il basket, ndr). Bisogna essere maniacali perché bisogna avere cura dei dettagli. Io ho il mio carattere, il mio spirito di sacrificio e queste cose non le baratto per nulla».

Nella sua esperienza con l’under 17 della Nazionale, Tedino ha già avuto a disposizione Simone Lo Faso: «Non ho allenato soltanto Lo Faso del Palermo, sono molto orgoglioso di averlo portato io in Nazionale, ed è una segnalazione di Marco Pizzo. In Nazionale ho avuto anche Giuliano che ho fatto giocare da terzino sinistro quando lui era un centrale. Simone è un giocatore che ha una grandissima imprevedibilità, è bravo nell’uno contro uno ed è molto divertente per il pubblico. È molto importante e ha molto talento». La serie B il tecnico l’ha sfiorata quest’anno, guidando il Pordenone fino alla semifinale play off di Lega Pro, dove è stato sconfitto dal Parma, poi promosso in cadetteria: «Sui rigori contro il Parma non voglio dilungarmi, l’arbitro era Pillitteri di Palermo. Noi a Pordenone abbiamo fatto due anni veramente straordinari, lì la proprietà è stata forte, ha speso dei soldi a fondo perduto e ha programmato. Così abbiamo creato un ambiente che adesso è pronto per fare un salto di categoria».

Il Palermo, in serie B, sarà ritenuto a buon diritto la squadra da battere, anche se le avversarie certamente non mancano: «Il calcio è fatto di equilibri – spiega il tecnico –, il Palermo in serie B sarà ritenuto una squadra molto forte. Noi come staff tecnico dobbiamo garantire quest’equilibrio». Verso la fine una battuta su alcuni giocatori che Tedino vorrebbe tenere in squadra: «Rispoli e Aleesami sono tra quei giocatori che ci interessa tenere, mi metterò di traverso affinché possano restare qui. Non bisogna fondare la squadra soltanto su due nomi però. Mi piacciono il calcio veloce e la verticalizzazione, ma se troveremo squadre chiuse sarà difficile». Lo stesso mister, infine svela un curioso retroscena: «È tutto un destino, perché mia figlia (Nicole, ndr) tifa Palermo e non so il perché. Ha 22 anni e almeno da dieci anni tifa in maniera molto accanita per il Palermo. Io non credo che le cose succedano per caso, certe volte le storie si intrecciano».

Luca Di Noto

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