Questa sera allo stadio Renzo Barbera si giocherà Palermo-Crotone. E la mente dove va? Sfogliando l’album dei ricordi rosanero legati alla gara odierna, non soffermarsi sulla cartolina datata 30 maggio 2014 è davvero complicato. È il giorno in cui la squadra allora guidata da Iachini salutò la B tra le mura amiche al culmine di una cavalcata trionfale nel girone di ritorno. Il risultato fu solo un dettaglio (0-0 nel match valido per l’ultima giornata della regular season), un elemento di contorno nell’ambito di una serata monopolizzata sul piano mediatico dalla festa per la promozione e dalla gioia dei tifosi che, dopo tanto tempo, hanno visto i propri beniamini alzare al cielo un trofeo, in quel caso la Coppa Ali della Vittoria dedicata ai vincitori del campionato cadetto.
Quel trionfo, che sancì la superiorità dei rosanero rispetto alle dirette concorrenti, fu anche l’apice della parabola disegnata nel capoluogo siciliano da Beppe Iachini, tecnico che già durante la sua esperienza palermitana nelle vesti di giocatore (62 presenze e un gol tra i cadetti dal 1994 al 1996) aveva instaurato un ottimo feeling con la piazza. «Palermo è per me un pezzo di vita – ha confermato il cinquantaquattrenne allenatore marchigiano ai microfoni di MeridioNews a margine di un evento, l’I.G.S. Football Conference, che si è tenuto nei giorni scorsi allo stabilimento La Marsa – sono stato qui da capitano e poi sono tornato in qualità di allenatore. Subentrando con la squadra al quattordicesimo posto e vincendo il campionato dopo avere battuto tanti record e valorizzato anche diversi giocatori. È stata un’esperienza bellissima, proseguita con una stagione positiva in A, e per me è stata una soddisfazione doppia dato che ho avuto la fortuna di ripagare le aspettative che nutrivano nei miei confronti i tifosi e una città che mi ha sempre mostrato grande affetto».
Iachini prese il posto di Gattuso a stagione in corso (dopo sei giornate nel settembre 2013, ndr) e, superata la fase di rodaggio, creò le premesse per un campionato esaltante culminato con la promozione in serie A. Un copione che i sostenitori rosanero, pur consapevoli che quel Palermo era più forte della squadra attuale, sperano possa ripetersi anche in questa stagione con Stellone richiamato lo scorso 26 settembre al posto di Tedino: «Non vivendo da vicino le vicende dello spogliatoio non entro nel merito. Certamente – spiega Iachini – dispiace quando viene esonerato un allenatore perché significa che qualcosa non va. C’è del lavoro da fare e ogni allenatore cerca sempre di trovare l’alchimia e la mentalità giusta andando alla ricerca dei risultati passando, se possibile, attraverso il bel gioco. Prospettive di Stellone in vista di questo suo secondo mandato? Una casa si costruisce a partire dalle fondamenta – ha aggiunto – l’obiettivo di un tecnico è, in base alle proprie idee, quello di creare i fattori necessari per mettere su una casa bella, confortevole, solida e che porti vittorie. Ogni allenatore, sia che parta dall’inizio sia che subentri, ha la propria medicina e la propria metodologia di lavoro per cercare di accelerare e mettere il gruppo nelle condizioni di esprimere le proprie qualità. Stellone, che oltretutto conosce l’organico a sua disposizione avendo allenato questa squadra nella passata stagione, è bravissimo. Saprà toccare le corde giuste e saprà il lavoro che andrà fatto sul campo».
Il tecnico romano classe 1977 dovrà dare una scossa positiva ad un gruppo che, almeno sulla carta, ha i titoli per recitare un ruolo da protagonista in questo torneo di B. Ne è convinto anche Iachini: «Il Palermo è una squadra attrezzata e potrà lottare per vincere il campionato. In B (campionato in cui il tecnico che nella scorsa stagione ha guidato il Sassuolo ha lasciato il segno più volte ottenendo in passato quattro promozioni, ndr) ci sono un paio di formazioni che si possono inserire nella bagarre per l’alta classifica. Chi la vince riesce a farlo perché trova sincronismi, organizzazione e la giusta mentalità. Ci sono quest’anno piazze ambiziose che in passato sono state in A e, sempre a proposito di incastro di fattori positivi, non è da escludere la presenza di qualche sorpresa».
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