Palermo, la terra che trema

La paura e l’impotenza. La natura e la sua forza. Cronista di me stesso, delle mie sensazioni. Della mia umana, troppo umana paura.

Questa è la cronaca vissuta in diretta della scossa di terremoto che, stamattina, ha colpito la Sicilia. Sto a Palermo e sono tentato di scrivere “della scossa di terremoto ha colpito Palermo”. Ma, questa volta, è stata troppo forte. Chissà in quante altre zone della nostra Isola è stata avvertita, penso.

Dunque, la cronaca. Sono a casa. Abito all’ottavo piano. Da circa due ore sono seduto davanti al computer. Lavoro al giornale on line che state leggendo. Sono in compagnia di due gatti. Il ‘mio’ – Anassagora – ha mangiato voracemente. Quasi nervosamente.  Il secondo ‘mio’ gatto, Mosè, non era invece nervoso.

La prima cosa che mi colpisce è il salto di Anassagora: dalla poltrona lo vedo volare sul tappeto. Seguito a ruota da Mosè. Tutto normale? No. Sento la terra tremare sotto i piedi. La sedia sulla quale sono seduto viene scossa. Fa su e giù. I gatti sono terrorizzati. Io pure. La scossa non è ondulatoria, ma sussultoria. Penso ai ricordi di bambino, al terremoto del gennaio 1968. Quando i miei, parlando, ripetevano che i terremoti più pericolosi sono quelli sussultori e non ondulatori. Sarà così? E’ un attimo.

Nella stanza dove lavoro entra mia moglie. Si è appena assicurata che sua mamma riposi senza essersi accorta di nulla. Il suo unico pensiero è come portare in salvo sua mamma. In quel momento pensa di dovere fuggire. E già la sua mente è alla ricerca del modo con il quale mettere in salvo la madre. In tutto questo sta pregando.

La scossa, per fortuna, non dura tanto. Io sono rimasto impetrito. Mia moglie dice che la scossa sta continuando. Io non la avverto. I gatti, invece, la stanno avvertendo, perché sono in tensione.

Qualche secondo dopo apro un nuovo file. Scrivo le prime due righe. La notizia per quella che è.

Mi chiedo che cosa sta succedendo fuori. Mi affaccio al balcone. Tutto normale. Non c’è panico. Non mi pare di vedere gente che si riversa per le strade. La scossa è stata forte. In casa dove abito, all’ultimo piano, è stata tremenda. Ma non c’è il fuggi fuggi. Solo qualche scuola evacuata. E anche qualche ufficio pubblico. Sono stati chiamati i Vigili del Fuoco che sono rimasti in prossimità delle scuole.

Affacciato al balcone, in lontananza, vedo il mare. Penso a quello che dicono gli esperti. Il tratto di mare a nord della Sicilia è, da sempre, un’area sismica. Non mi va di pensare al terremoto-maremoto che nel 1908 ha colpito Messina. Proprio di recente una mia collega – bravissima e di origini messinesi – ha scritto sull’argomento un libro che ho letto. No, lo ripeto, non ci voglio nemmeno pensare.

Però la mente non può fare a meno di pensare che viviamo in una zona sismica. E che nel tratto di mare che separa Palermo dall’isola di Ustica, spesso, si registrano scosse di terremoto. L’ultima l’abbiamo avvertita qualche settimana fa, ad ora di cena. E’ stata una scossa lieve, forse è durata qualche secondo in più. Ma è stata lieve. Nessun paragone con quella di stamattina.

Leggo sulla Rete che l’epicentro della scossa si trova a 30 chilometri circa da Palermo, in mare aperto. Come è accaduto altre volte, anche questa volta il terremoto è arrivato dal mare che sta di fronte la città.

Dobbiamo avere paura? Non lo so. Non ci voglio pensare. Anche se non posso fare a meno di ricordare che a L’Aquila, prima che il terremoto provocasse i danni che tutti conosciamo, c’erano state, nei giorni precedenti, varie scosse di terremoto. Lì, prima del disastro, era stato chiesto se fare sgomberare quanto meno il centro storico della città. Non e ne fece nulla. Poi, però, il terremoto è arrivato…

Non so cosa pensare. Ma un po’ di paura c’è, è inutile nasconderlo.

Aggiornamenti: un’altra scossa è stata registrata alla nove e 15 di 2.9 gradi della scala Richter. Sempre vicino alla costa, senza danni a cose e persone. A quanto pare, durante la notte sarebbero state registrate una o due scosse di entità più lieve. Confermata l’evacuazione delle scuole e degli uffici (on grande ‘dolore’ degli impiegati e degli studenti).

Qualcuno ci fa notare che oggi è venerdì 13 aprile. E che questo 2012 è l’ultimo anno del ciclo dei Maya… Niente male come coincidenze.

Foto tratta da mikivettica.net

 

 

 

Giulio Ambrosetti

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