INIZIATIVA DI GIUSTO CATANIA, PRESIDE E ASSESSORE COMUNALE
Eppur si muove. Mentre in tutta la Sicilia si moltiplicano le inziative per fare cancellare dalla toponomastica i nomi di assassini e banditi che hanno massacrato i siciliani (da Enrico Cialdini, a Francesco Crispi passando per lo stesso Garibaldi) a Palermo, una scuola dà l’esempio.
Parliamo dell’Istituto comprensivo ‘Cocchiara-Crispi-V.Veneto’, che presto, una volta concluso l’iter burocartico, si chiamerà Istituto ‘Giulia Saladino’.
“E’ una gioia vedere sparire dalla mia scuola il nome di Crispi, personaggio nefasto, responsabile politico di tanti assassinii compiuti in Sicilia, basti pensare che è stato lui ad avere ordinato il massacro dei contadini durante i Fasci Siciliani”.
A parlare è il Preside di questa scuola, alias Giusto Catania, che, come sappiamo, è anche assessore al Comune di Palermo, con deleghe in materia di partecipazione, decentramento, servizi anagrafici e migrazioni.
“La scuola- racconta a LinkSicilia- aveva bisogno di un nuovo nome, anche per dare una identità didattica agli istituti che la compongono. Una occasione che non ho voluto perdere per cancellare un nome che per la Sicilia è sinonimo di repressioni sanguinarie.
L’Istituto porterà il nome di Giulia Saladino, giornalista de l’Ora che a Palermo si è distinta per il suo impegno antimafia. E’ lei -dice Catania a LinkSicilia- tanto per ricordarne una, che all’indomani dele stragi del 92, ha promosso a Palermo il movimento delle lenzuola bianche e sempre lei che cercava di portare la cultura della legalità in quartieri popolari come il nostro. Ci è sembrato un bel messaggio dedicare la scuola ad un simbolo della lotta alla mafia che non è stato ammazzato. Vogliamo dire ai ragazzi che l’impegno per la legalità non è sinonimo di morte e che si puà fare antimafia ogni giorno”.
Messaggio encomiabile. Ma, essendo anche assessore del Comune di Palermo, non possiamo fare a meno di chiedergli perché l’amministrazione comunale non cancella i nomi degli assassini dei siciliani dalla toponomastica della città. Tanto per dirne una, oltre a strade e piazze intitolate a Crispi e Garibaldi, c’è anche una via dedicata ad Enrico Cialdini, sanguinario generale risorgimentale noto per le sue efferatezze. Non a caso, quel nome è sparito dalle vie di Venezia, ed è stato cancellato anche da altri comuni, come Casamassima, in provincia di Bari e Riposto, in provincia di Catania. E, proprio da questo giornale, è stato lanciato un appello al Comune di Palermo, affinché faccia la stessa cosa.
Su questo punto, Catania non è d’accordo:
“A parte le difficoltà pratiche che comporta cambiare nome ad una via, non penso che sia la strada giusta. Cancellare un pezzo di storia dalla toponomastica di una città, per quanto questa storia sia controversa, mi sembra tipico di regimi autoritari. Altra cosa è dedicare strade che non hanno ancora nomi a eroi o fatti della storia siciliana. Noi, ad esempio, abbiamo intitolato una strada ai Fasci siciliani e non sarà l’ultima inziativa del genere.
Quello che è importante secondo me- aggiunge Catania- è che, finalmente si possa cominciare a parlare criticamente di personaggi, come Crispi, che per troppo tempo sono stati celebrati”.
Anche questo è vero. Ma, a nostro giudizio, non si dovrebbe escludere una revisione della toponomastica, nelle parti in cui è stata dettata proprio da un regime autoritario come quello risorgimentale.
In ogni caso, se non ci pensa la toponomastica, ci pensano i palermitani. Nel capoluogo siciliano, nessuno conosce Piazza Crispi come tale. I palermitani la chiamano Piazza Croci. Forse, nel loro subconscio, hanno sempre saputo che quel nome non merita una piazza della loro città.
Da ricordare, tra l’altro, che nel 2012, una iniziativa dell’Associazione ‘Cittadinanza per la Magistratura’ (non di un anonimo come avevamo precedentemento scritto) fece molto scalpore in città: una mattina di novembre, all’altezza di piazza Crispi, la comparsa di un cartello con su scritto piazza Paolo Borsellino” (come si vede nella foto a destra tratta da Livesicilia.it). Messaggio chiarissimo. E di nomi di eroi siciliani con cui sostituire quelli di assassini e banditi, ce ne sarebbero tantissimi.
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