Palermo, il rugby cerca casa alla Favorita La sfida: campo autogestito e orti cittadini

A Palermo se piove troppo il rugby si ferma. Se c’è troppo vento, il rugby si ferma. Se c’è troppo caldo, il rugby si ferma. Se manca l’acqua, ancora una volta il rugby si ferma. Però il rugby paga, paga sempre, profumatamente ed in anticipo. Il rugby paga il Velodromo 120 euro per partita, con le tribune inaccessibili perché inagibili, gli spogliatoi fatiscenti, i pali da montare e smontare (comprese le porte di calcio, perché gli addetti al campo non lo fanno) e le linee da tracciare. Se ci si volesse allenare al Velodromo, per esempio, ci vorrebbero 5000 euro al mese, alle attuali condizioni. Il Diamante, che è un campo da baseball, ma abbastanza grande per farci uscire un campo di buone dimensioni, è fuori discussione: niente illuminazione, niente acqua calda, gli spogliatoi con le infiltrazioni di acqua dal tetto e, per la maggior parte del tempo, i ragazzi costretti a cambiarsi all’aria aperta, qualunque sia la situazione meteo. Poi c’è il Malvagno.

Il Malvagno è un fantasma: esiste e non esiste, è e non è di competenza del Comune, è abusivo e non lo è. Paradossalmente il Malvagno, all’interno del Parco della Favorita, è una delle poche costruzioni non abusive, perché praeter legem. Al Malvagno si allena la squadra senior dell’Iron Team. Solo la senior, perché il campo è in terra battuta e non è ciò che serve ai ragazzi dell’Under 14. Fino a quest’estate, la struttura ha continuato a resistere, con quella mezza clandestinità conclamata tipica di molte cose all’italiana (dove il provvisorio è più determinato di ciò che è stabile) grazie all’amore di Peppino Tedesco, il padre dei calciatori palermitani Giacomo e Giovanni, che ha ereditato questa mansione dal padre Totino – Salvatore – nome ammantato quasi di leggenda per gli sportivi palermitani.

Adesso la struttura è libera dal sequestro preventivo e, come tutte le strutture presenti all’interno del Parco della Favorita, si è trovata in mezzo alla battaglia delle competenze. Infatti, se il Parco della Favorita è affidato alla Regione, a sua volta girato ai Rangers forestali, i Campi Bianchi, i campi Malvagno ed il resto sono di prerogativa comunale. Fosse così facile, probabilmente saremmo da un’altra parte. Infatti i Rangers richiedono il cambiamento della destinazione d’uso dell’area del Malvagno per abbattere tutto e far crescere specie autoctone di piante già presenti nella Favorita, mentre il Comune di Palermo vorrebbe dare la maggior parte delle strutture in affidamento ad associazioni o consorzi di associazioni sportive alternative al calcio che si occupassero del loro sviluppo e risanamento.

L’Iron Team RFC e tutto il rugby palermitano cercano una casa da sempre. Se già adesso è possibile allenarsi e uno più uno fanno due, l’esito è la richiesta di ricevere in affidamento i campi, possibilmente per vent’anni, senza chiedere alcun tipo di aiuto economico al Comune ed occupandosi della ristrutturazione e pulizia di tutta l’area. È giusto quello che ha fatto la società biancoblu a luglio 2012, ma quando la richiesta è arrivata all’assessore al Verde Urbano, corroborata da una abbastanza corposa spiegazione, la risposta è stata che i tempi non erano ancora maturi per prendere qualsiasi decisione e che non si sapeva ancora quante e quali risorse destinare al Parco della Favorita. L’Iron Team, che ha presentato il progetto a firma di Manfredi Colombo e Fabrizio Blandi, è rimasto in attesa, pur con qualche perplessità: perché infatti dover aspettare di verificare le risorse finanziarie, se era stato già chiarito che non sarebbe stato chiesto alcun contributo?

In questi mesi sono state molte le manifestazioni che hanno interessato la Favorita. A fine agosto l’amministrazione dichiarava che la Favorita sarebbe stata aperta a breve al ciclismo, al tiro con l’arco, alla camminata nordica, al twirling, alla corsa, alla marcia, all’orienteering, al tennis, al corpo libero, al triathlon. E il rugby? Il rugby, a quella manifestazione non era stato invitato. Si è inserito solamente perché, letto un estratto di un libro che parlava delle storie del Malvagno, in cui spiccava la figura di Totino Tedesco, si era fatto avanti – non invitato dalle autorità – Peppino, il figlio, che aveva a sua volta intercesso perché il rugby, l’Iron Team, potesse parlare al pari degli altri. La cosa in quel momento aveva dato fastidio, ma si era creduto che si trattasse solo di una dimenticanza, per quanto fosse presente l’assessore al Verde, l’assessore allo Sport, il commissario del Coni e molti presidenti e vicepresidenti di discipline sportive di ogni tipo, alcune delle quali persino non riconosciute dal Coni. In quella stessa manifestazione, parlando con l’assessore allo Sport, si era capito come procedere: una richiesta al Coni, che l’avrebbe discussa con gli assessori preposti.

Affinato ancora di più il progetto, che non prevede solo rugby (ci sarà una palestra aperta alla cittadinanza a prezzi popolari ed è prevista la destinazione di parte dell’area ad orti cittadini) l’Iron ha inviato il progetto da protocollare al Coni, agli assessori preposti, al sindaco e alla Federazione italiana rugby. Nessuna risposta è arrivata ancora, anzi, fino ad ora solo pessime avvisaglie. Il 16 dicembre, dopo vari rinvii, è stata organizzata una manifestazione, la numero due, per dichiarare aperta la Favorita. Ancora una volta, il Malvagno è stato il punto focale della vicenda, quello stesso Malvagno in cui si allena il rugby. Tralasciando ogni commento sulla qualità della pubblicità per l’evento, alle diverse riunioni fatte per definire i dettagli hanno partecipato responsabili del rugby, del soft air, del tiro con l’arco, del ciclismo, della scalata, dell’orienteering e della camminata nordica, tutti sport alternativi al calcio.

La manifestazione prevedeva, con grande dispiegamento di forza pubblica, una partita di calcio al Malvagno – sic! – tra polizia di Stato e polizia municipale, i cui arbitri e guardalinee sarebbero stati rispettivamente il sindaco di Palermo e i due assessori interessati, Sport e Verde. Finita la partita, e in ampio anticipo sui tempi previsti, l’Iron Team si presenta con le sue giovanili al campo. Neanche un vigile urbano era rimasto a guardare, nonostante il programma fosse stato già predisposto e chiaro a tutti. La stessa sorte è toccata al tiro con l’arco e al soft air, rimproverati di aver scelto orari non adatti (le 11,00 di domenica) per attirare pubblico. Alle 14,30 dello stesso giorno, per il derby palermitano tra Iron Team e Amatori Palermo c’erano più di 200 persone, numeri che, contando le tribune chiuse, sono più che imponenti.

Adesso sibila la voce che il Malvagno stia per essere affidato a qualcun altro. Per questo l’Iron Team ha deciso di cominciare una campagna di sensibilizzazione sul problema. Dapprima una raccolta firma online (www.firmiamo.it/malvagnovale), cui è collegata una pagina facebook (www.facebook.com/malvagnovale) per far conoscere all’opinione pubblica il pensiero della società. La richiesta di affidamento, infatti, non dev’essere vissuta come una chiusura per privati benefici. Il progetto prevede la massima pubblicità ed apertura dell’area, da rendere ancora più fruibile e da bonificare, aiutando anche il grande novero di prostitute che ogni giorno si trovano nell’area della Favorita. Con le buona stagione, i propositi sono di far partire anche una raccolta firme cartacea ed una serie di iniziative in situ per far conoscere lo stato attuale del Malvagno e i progetti futuri.

L’appuntamento è, quindi, per adesso sul web, nella speranza di non scomparire ancora una volta dalla lista delle cose importanti dell’amministrazione comunale.

L’autore dell’articolo, Fabrizio Blandi, fa parte della squadra Iron Team.

[Foto di MalvagnOvale]

Fabrizio Blandi

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