Palermo, esame superato contro la Juve Stabia I rosa accedono alla fase nazionale dei playoff

Al calcio si gioca ovviamente con i piedi ma conta innanzitutto la testa. Se uno sta bene mentalmente può fare qualcosa di straordinario e pescare dal proprio serbatoio le energie necessarie per superare anche gli ostacoli apparentemente più impegnativi. La prova vivente di questa considerazione è il Palermo che vincendo 2-0 sul campo della Juve Stabia nel secondo turno dei playoff del girone del campionato di serie C, successo che consente ai rosanero di centrare la qualificazione alla fase nazionale, ha ribaltato i pronostici della vigilia spostando dalla propria parte l’asse di una partita che, prima del fischio di inizio, inevitabilmente era orientato verso i padroni di casa in virtù di due risultati su tre a loro disposizione. Per passare il turno gli uomini di Filippi dovevano solo vincere e lo hanno fatto gestendo con lucidità la pressione esercitata, appunto, da una situazione di partenza sfavorevole determinata dal peggior piazzamento nella regular season rispetto all’avversario.

Una squadra carica e in fiducia, soprattutto in un’appendice particolare come quella dei playoff, può tranquillamente riscrivere copioni validi in precedenza e stravolgere delle verità che ad un certo punto del campionato sembravano consolidate. Chi si è accorto, guardando la partita disputata sul sintetico dello stadio Menti, che tra la Juve Stabia quinta al termine della stagione regolare e il Palermo settimo in classifica c’era prima degli spareggi un gap di otto punti a favore dei gialloblù? La differenza di valori emersa per diversi tratti della regular season è stata annullata. Al Menti è stata girata ieri una puntata nuova rispetto ad esempio ai ciak della seconda parte del campionato durante la quale la formazione di Padalino aveva lasciato il segno con nove vittorie in undici gare e sei successi di fila dopo il 4-2 ottenuto al Barbera il 7 marzo. Puntata nuova, nel film della stagione, con importanti novità anche sul fronte rosanero. Il Palermo vulnerabile e in affanno visto poco più di due mesi fa in occasione della sconfitta interna con i campani non c’è più e ha lasciato il posto ad un Palermo sicuro, concentrato e costantemente sul pezzo. Una squadra matura che, nonostante la permanenza sulla vettura guidata da Filippi di un paio di spie riconducibili ad esempio a qualche lettura sbagliata o alla gestione psicologica di alcuni tratti della gara, adesso sta sempre in partita senza abbassare la soglia dell’attenzione. E rispetto al recente passato, inoltre, concede meno occasioni da gol mantenendo invece un alto indice di pericolosità.

Era importante fare progressi in termini di solidità in fase difensiva – da segnalare, a questo proposito, la prova convincente di Marong proposto nell’undici titolare in un match delicato – partendo dal presupposto che raramente il Palermo non trova la via del gol. E forse è stata questa, ieri, una delle chiavi vincenti di una sfida che i rosa hanno sbloccato al 18’ del primo tempo con Valente abile a superare il portiere di testa sfruttando un cross dell’ex di turno Kanouté al culmine di un’azione rasoterra e in verticale di pregevole fattura. Il volto vincente del Palermo targato Filippi ha i tratti dell’esterno offensivo ex Carrarese, autore al 66’ anche del cross capitalizzato di testa da Saraniti in occasione del 2-0 dell’attaccante palermitano gettato nella mischia otto minuti prima al posto di Santana schierato dal primo minuto in un fronte offensivo impostato sulla velocità di Kanouté in qualità di terminale avanzato e grande protagonista di una vittoria che sa di ‘promozione’ generale in relazione a questo nuovo esame di maturità.

Esame superato brillantemente. E’ questa, al netto di qualche piccola sbavatura come la disattenzione da cui a tempo scaduto è nata sui piedi del neo-entrato Fantacci la palla gol neutralizzata da un attento Pelagotti, la valutazione finale scritta in calce all’elaborato presentato al Menti da un Palermo compatto e bene organizzato. E che, contestualmente, sembra avere trovato gli strumenti per eliminare alcune debolezze del recente passato. Esempi? La dipendenza da Lucca (il numero 17 – comunica il sito ufficiale del club di viale del Fante – si è sottoposto ad artroscopia con plicectomia e regolarizzazione del corno posteriore del menisco mediale del ginocchio sinistro e oggi inizierà la riabilitazione fisioterapica) è un lontano ricordo, come dimostrano gli otto marcatori diversi che in assenza del centravanti classe 2000 hanno formato una vera e propria cooperativa del gol all’interno della struttura rosanero, e la squadra ora indovina l’approccio alle partite. Che affronta con umiltà e la giusta determinazione. 

Antonio La Rosa

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