Palermo e l’omaggio ai migranti La Santuzza arriva dal mare

Per la prima volta è “sbarcata” a Mondello. La Santuzza è arrivata dal mare, come i migranti. Santa Rosalia come le centinaia di disperati che ogni giorno approdano sulle coste della Sicilia. Un arrivo simbolico, accompagnato da un corteo festoso di barche, pescherecci e diportisti, che dal molo sud del porto l’hanno “scortata” al porticciolo della borgata marinara e alla chiesa di San Girolamo che conserva reliquie della santa. L’idea di “decentrare” la festa alla patrona, fortemente voluta dal sindaco Leoluca Orlando, è tra le novità del 391esimo Festino, in programma  domani, a partire dalle 21 sul Piano della Cattedrale.

«L’arrivo della statua della Santuzza dal mare è molto significativo e importante – spiega il primo cittadino -. Il mare e Palermo hanno lo stesso stretto e viscerale legame che c’è fra Santa Rosalia e
la nostra città. Questa processione via mare, oltre a simboleggiare l’antica propensione all’accoglienza di Palermo, è anche un modo per coinvolgere tutta la città nei festeggiamenti che, in questa edizione,
andranno dalle borgate marinare, sino al centro storico». Ma nell’anno in cui il Festino è dedicato alla Misericordia non si possono non ricordare gli ultimi, i disperati che giungono dal mare, sfidando la morte. Il primo cittadino lo sottolinea, spiegando che «il diritto umano alla mobilità è inalienabile e che i migranti vanno accolti con lo stesso rispetto con il quale accogliamo la statua della Santuzza».

La Santuzza dello scorso anno ha raggiunto Mondello in circa due ore di traversata. Una staffetta virtuale: dal molo palermitano sono partiti il peschereccio Santa Rosalia e una motovedetta con issata la statua dell’anno scorso, realizzata da Domenico Pellegrino e conservata con il Carro trionfale su cui stanno lavorando in questi giorni le maestranze in vista del corteo. Carro e statua della santa quest’anno sono firmati da Sergio Pausig. All’arrivo al porticciolo di Mondello Santa Rosalia è stata accolta dal parroco di San Girolamo, padre Antonino Bruno, e dall’associazione bandistica Città di Palermo – complesso bandistico “Cavaliere Michele Cascino. 

Redazione

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