Con il pallone fermo e lo stop delle attività calcistiche è più facile tracciare dei bilanci. Un voto alla stagione di Erdis Kraja? Sopra la sufficienza, una sorta di media tra un ottimo avvio e l’involuzione registrata nella seconda parte del campionato. «Come qualsiasi calciatore anche io quest’anno ho vissuto alti e bassi – ha ammesso al sito ufficiale il centrocampista rosanero classe 2000 con uno score di 21 presenze, di cui 18 da titolare, impreziosite da tre gol e due assist – ma nel complesso sono soddisfatto per la mia stagione. Ovviamente si può e si deve sempre migliorare sotto ogni punto di vista ed è fondamentale trarre insegnamento soprattutto dalle difficoltà. Sia dentro che fuori dal campo ho vissuto un’esperienza esaltante in una piazza e in una società da serie A, spero che la mia avventura in rosanero possa continuare (è arrivato in estate in prestito dall’Atalanta, ndr) però è ancora presto per pensare alla prossima stagione. Dobbiamo prima terminare quella in corso e conquistare la promozione».
Il verdetto, salvo clamorose novità, verrà sancito d’ufficio alla luce delle oggettive difficoltà relative ad una ripartenza della serie D. I rosanero, nel frattempo, continuano allo stadio a sostenere sedute facoltative individuali: «Tornare al Barbera è stato fantastico – sottolinea Kraja – per un calciatore potere correre in uno stadio è tutto. Il campo è in condizioni ottimali, ovviamente vedere gli spalti vuoti fa uno strano effetto e c’è rammarico, speriamo sia solo una necessità temporanea e che presto gli stadi possano tornare ad essere aperti al pubblico perché il calcio senza i tifosi è molto triste. In attesa di potere svolgere allenamenti collettivi alterniamo lavoro aerobico con sedute di forza. Prima dello stop del campionato stavamo attraversando un buon periodo di forma e anche gli ultimi risultati lo dimostrano. Il sogno è quello di potere concludere sul campo il torneo, sono certo che raggiungeremmo l’obiettivo in anticipo rispetto all’ottava gara da disputare. Abbiamo dimostrato i nostri meriti fin dalla vittoria a Marsala, ma la salute e la sicurezza hanno la priorità quindi è logico che le istituzioni prendano tempo per decidere. Non si possono correre altri rischi: se ancora qualcuno non lo avesse capito non è una semplice influenza e lo dimostrano le oltre 30 mila vittime soltanto in Italia».
Il virus ha ucciso e sta uccidendo ancora tante persone e, nello stesso tempo, ha stravolto la quotidianità della gente: «È successo tutto così in fretta, in pochi giorni le nostre vite sono radicalmente cambiate. È questo, forse, l’aspetto che più mi ha turbato di questa emergenza. La mia famiglia abita in una delle zone più colpite d’Italia ma per fortuna tutti i miei affetti stanno bene, è naturale che questa distanza mi abbia fatto stare in apprensione ma non ho mai smesso di far sentire il mio sostegno a casa anche da lontano. Durante la quarantena – spiega il numero 73 rosanero – ho trascorso il tempo ad allenarmi e a videochiamare i miei familiari, la mia ragazza e i miei tanti amici. A tal proposito, voglio dedicare con il cuore un pensiero al mio ex compagno Andrea Rinaldi (morto all’età di 19 anni a causa di un aneurisma cerebrale che lo ha colpito mentre svolgeva un allenamento individuale presso la sua abitazione, ndr), sono sconvolto per la sua scomparsa. A volte la vita è durissima, spero che adesso sia in un posto migliore e lo ricorderò per sempre con grande affetto. Sono stati giorni difficili che hanno alimentato il desiderio di fare e ricevere del bene – ribadisce l’italo-albanese a proposito dell’emergenza Coronavirus – per questo motivo anche io voglio complimentarmi con il premier albanese Edi Rama per il sostegno al nostro Paese. Io sono nato in Italia ma il legame con l’Albania è molto forte».
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