Palermo, dopo il ko di Empoli restano le scorie In casa rosa ora scatta il campanello d’allarme

Domanda scontata ma inevitabile dopo due sconfitte consecutive: Palermo, che ti succede?. Nell’arco di un campionato lungo e difficile come quello di serie B una fase di appannamento rientra nella logica delle cose ma, obiettivamente, il Palermo visto nelle ultime due gare non è la squadra brillante che, con merito, ha chiuso in testa il girone di andata. Il passo falso interno con il Foggia (1-2) nel monday-night della venticinquesima giornata – e con le gare del lunedì sera i rosa hanno poco feeling come dimostra lo 0-3 con il Cittadella del 20 novembre – amplifica il suono del campanello d’allarme scattato venerdì scorso in occasione del pesante 4-0 rimediato al Castellani contro l’Empoli. Una batosta che ha lasciato delle scorie nella mente dei rosanero, scesi in campo ieri sera piuttosto contratti e senza quell’energia che, di solito, aiuta una squadra più forte a imporsi su un avversario più debole, o comunque alla portata, e ad impadronirsi della partita.

Le colpe della sconfitta, maturata davanti ai poco più di 13 mila spettatori del Barbera (record stagionale di presenze favorito dai prezzi speciali promossi dalla società), vanno distribuite tra tutti i componenti della squadra, involuta e poco reattiva, ma è innegabile che nell’economia del risultato siano stati gli episodi a recitare un ruolo determinante. Episodi propiziati, sul fronte rosanero, dagli errori dei singoli. Senza la clamorosa ingenuità di Coronado, che al 24’ della ripresa ha lasciato il Palermo in inferiorità numerica per un’entrata su Gerbo scomposta ed evitabile in un momento clou della gara e oltretutto con i padroni di casa in vantaggio per 1-0 grazie al rigore trasformato quattro minuti prima da Nestorovski (l’attaccante macedone, che nel finale ha fallito il gol del 2-2 colpendo la traversa con un colpo di testa su cross di Dawidowicz, non segnava dal 25 novembre), e senza un’indecisione fatale del portiere Posavec, esente da colpe sul 2-1 firmato Kragl con una prodezza da fuori area ma responsabile in occasione del momentaneo 1-1 realizzato dal neo-entrato Duhamel con un tiro secco ma centrale su sponda di Mazzeo, il match avrebbe preso certamente una piega diversa.

Sono state queste due ingenuità (e fa più rumore la sciocchezza commessa da un giocatore lucido e di qualità come Coronado) a consentire agli ospiti di rientrare in partita e, psicologicamente, a metterli nelle condizioni di costruire la propria rimonta. Se la sconfitta interna è un déjà-vu per gli uomini di Tedino, tecnico chiamato a riaggiornare i parametri di una bussola che nelle ultime due sfide ha dato segnali di cedimento, l’incapacità di reagire dopo uno schiaffo subìto rappresenta invece una novità. In seguito ai ko contro Novara e Cittadella nel girone di andata i rosanero si erano riscattati immediatamente vincendo le partite successive, entrambe in trasferta rispettivamente contro Carpi e Avellino. Ieri, invece, la squadra non ha saputo rialzare la china dopo il tonfo di Empoli mostrando, anzi, dei limiti caratteriali che finora non si erano quasi mai evidenziati.

Sono sotto gli occhi di tutti i passi indietro registrati dalla formazione di Tedino, che ha confermato il 3-5-2 preferendo a centrocampo Gnahoré a Chochev nell’undici iniziale e dando fiducia in attacco ad un Moreo ancora alla ricerca della giusta intesa con i nuovi compagni, ma nel contesto della gara è anche giusto riconoscere i meriti del Foggia. Un Foggia che a gennaio si è nettamente rinforzato sul mercato e che sta attraversando un ottimo momento sancito ieri dalla terza vittoria consecutiva, terzo successo di fila anche fuori casa. La compagine di Stroppa, tecnico che sia da giocatore che nelle vesti di allenatore in passato più di una volta ha dato dei dispiaceri al Palermo (spicca il gol da 40 metri realizzato al Barbera con la maglia dell’Avellino nel campionato di B 2003/04) non ha incantato sul piano del gioco ma, complici le imperfezioni di un Palermo in vena di favori e con la porta aperta tra le mura amiche dopo 446 minuti di imbattibilità, ha avuto la capacità di sfruttare al momento giusto l’inerzia favorevole di una gara che a un certo punto sembrava decisamente in salita. I pugliesi hanno dato anche del filo da torcere ai rosanero, alle corde ad esempio nella porzione iniziale della ripresa, e sono stati premiati per l’atteggiamento propositivo mostrato durante la gara. Soprattutto nel secondo tempo.

Antonio La Rosa

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