Il Movimento 5 stelle lo aveva promesso a settembre, quando aveva inviato una diffida a Regione, Comune di Palermo, Rap e Conai per comunicare che, se entro 30 giorni non fosse partito il secondo step della raccolta differenziata dei rifiuti a Palermo, avrebbe presentato un esposto alla magistratura ordinaria e a quella contabile. E oggi, constatato che «tutti gli impegni sono stati disattesi» passa ai fatti e annuncia che invierà le carte alla Procura della Repubblica e, per il danno erariale legato al maggiore conferimento di rifiuti in discarica e ai minori introiti per la vendita dei materiali differenziati che la città sta scontando per il ritardo del progetto, alla Corte dei Conti. In questo caso si tratta di una integrazione di documenti, visto che il Movimento aveva già presentato una denuncia alla magistratura contabile (che ha già dato il via ad una inchiesta) per il mancato raggiungimento dei livelli di differenziata previsti per legge.
«Conti alla mano, Palermo differenzia2, non partirà prima di gennaio – dice la deputata alla Camera Claudia Mannino –. Basta, noi le abbiamo provate tutte, ora non ci resta che mandare le carte alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti». Da quanto afferma il Comune, infatti, occorrono almeno 90 giorni per approntare il bando relativo alla comunicazione, che, in pratica, significa «che non si partirà prima di gennaio 2016. E questo – prosegue – a fronte dei ripetuti proclami che annunciavano la partenza addirittura nel 2014. La verità è che la differenziata non è una priorità politica, altrimenti il progetto sarebbe entrato a regime entro il 2014». Palermo differenzia2, infatti, nasceva con l’obiettivo di estendere la raccolta porta a porta ad altri 130 mila cittadini per innalzare le percentuali di differenziata che attualmente può vantare il Comune ma, ad oggi, non ha ancora preso il via.
«Regione, Comune di Palermo, RAP e CONAI – spiega – conoscono dal dicembre 2013 le rispettive responsabilità per l’avvio del progetto ma la regola per queste amministrazioni è sempre la stessa: ci si deve ridurre all’ultimo minuto e si lavora quando le mancanze diventano evidenti e scandalose, ai limiti del penale e del rischio di una contestazione di danno erariale». Per Mannino non bisogna stupirsi se «si impiegano due anni» per provvedere all’acquisto di attrezzature e macchinari già ben noti in virtù dell’esperienza di Palermo differenzia1 e per elaborare un piano di comunicazione ai cittadini a supporto dell’avvio del progetto. «Gli impegni che l’amministrazione pubblica prende – conclude – devono essere mantenuti. Come sempre utilizzeremo ogni strumento in nostro possesso per garantire risultati e utilizzo efficace delle risorse pubbliche».
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