Il peggior Palermo dell’era Zamparini – numeri alla mano confrontando la prima fase di questo campionato con quelli passati – vuole rialzare la testa e dimostrare di essere una squadra all’altezza della serie A. Sarà il Milan, nella gara valida per la dodicesima giornata, a misurare al Barbera (fischio di inizio ore 15) le ambizioni dei rosanero. La compagine di Montella, una delle big del torneo, sonderà domani l’orgoglio e la forza caratteriale degli uomini di De Zerbi, chiamati ad uscire dal tunnel della crisi dopo quattro sconfitte consecutive ed un bottino di un solo punto nelle ultime sei giornate di campionato. La nave battente bandiera rosanero ha già imbarcato acqua ed è il motivo per cui serve urgentemente l’intervento di tutti i membri dell’equipaggio per cercare di riparare le falle e consentire all’imbarcazione, nonostante i guasti subiti, di dirigersi verso lidi più sicuri. In lontananza si intravedono spiragli di luce e alcuni tratti in cui il mare è calmo (il Palermo, penultimo con 6 punti e ancora a secco tra le mura amiche, con una vittoria potrebbe essere già fuori dalla zona retrocessione). Per raggiungerli, però, la ciurma dovrà necessariamente ritrovare le coordinate e uscire indenne dalla tempesta di risultati negativi che negli ultimi giorni ha danneggiato notevolmente l’imbarcazione.
Al timone c’è ancora De Zerbi, graziato da Zamparini dopo il ko rimediato a Cagliari lunedì scorso ma consapevole della necessità di sfruttare in maniera adeguata i bonus concessi dalla società. L’ostacolo presente sulla strada del tecnico lombardo, tuttavia, è piuttosto impegnativo. IL’allenatore dovrà fare i conti con un Milan in salute (i rossoneri sono nei quartieri nobili della classifica e hanno ottenuto quattro successi nelle ultime cinque gare) e rigenerato dalla gestione targata Montella. Il made in Italy, formula sottovalutata ultimamente dal Palermo (a Cagliari c’era un solo italiano nella formazione titolare), si sta rivelando una strategia vincente. In attesa di novità sul fronte societario, puntare su un nucleo di giovani italiani è diventato il nuovo cavallo di battaglia della politica del club rossonero. Il marchio di fabbrica di una società, una delle più titolate al mondo, che vuole rinverdire i fasti del passato tornando ad esibirsi sul palcoscenico europeo.
«Il Milan è una squadra che gioca a calcio, Montella è uno di quelli che stimo di più – ha rivelato De Zerbi – i rossoneri giocano bene, non hanno le individualità di Juve o Roma ma giocano più dei bianconeri a livello di squadra e questo è il vero pericolo». Il rischio esonero non mette pressione al tecnico lombardo: «Le parole di stima pronunciate da Zamparini mi hanno fatto piacere. Io non voglio fare né il professore né il maestro. Non sono concentrato sulla fiducia o sul rischio di un esonero, mi soffermo solo su quello che posso fare. Cioè il lavoro, 24 ore al giorno davvero, con la voglia di adattarmi ai giocatori che ho ma con l’idea mia che non si sposta. Questo è chiaro».
Sono 23 i convocati. Nella lista non figura Rispoli che ha dovuto alzare bandiera bianca in seguito all’infortunio muscolare rimediato lunedì scorso al Sant’Elia. Al suo posto giocherà Cionek nel ruolo di esterno destro della difesa a quattro. Nel 4-1-4-1 anti-Milan, inoltre, potrebbe scattare il semaforo verde per Lo Faso come laterale sinistro nella batteria dei trequartisti. Il palermitano classe ’98 è l’unico giocatore di movimento finora mai impiegato da De Zerbi e con ogni probabilità domani riuscirà a ritagliarsi uno spazio.
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