Palermo, da Orlando un a denti stretti per Miceli Se accettasse sfiderebbe i cinque del centrodestra

Il centrosinistra ha il suo candidato per le prossime elezioni amministrative di Palermo. O per meglio dire, il centrosinistra ha individuato il candidato, nel nome di Franco Miceli, su cui hanno deciso di convergere pure le regioni del civismo e gli orlandiani, ma a oggi il presidente dell’ordine degli architetti è ancora fermo alle sue ultime dichiarazioni, ormai datate di un paio di settimane, in cui rifiutava la proposta. Intanto è arrivato anche il sì di Leoluca Orlando, che dal palco della direzione provinciale del Partito Democratico, pronuncia una benedizione a denti stretti – molto stretti – per la mancata opportunità di scegliere l’alfiere della coalizione attraverso le primarie.

«Giusto aver individuato nel M5s e in Sinistra ecologista i riferimenti partitici tradizionali – dice il sindaco – ma continua a esserci un problema di partecipazione. Per questo sostengo l’importanza delle primarie a cui si è scelto di non fare ricorso. Ma bisogna avere la capacità di realizzare delle liste che compensino la mancata celebrazione delle primarie. Liste che non siano costruite per soddisfare l’ambizione di qualche consigliere comunale ma per garantire gli interessi dei cittadini. Queste credo siano le premesse per pensare a una candidatura che abbia un senso. I miei rapporti con Franco Miceli sono ottimi e non posso che esprimere apprezzamento per una sua eventuale discesa in campo. Ma gli ho spiegato di farsi dare garanzie che io ravvisavo nelle primarie, qualcuno ha scelto un altro sistema e lo rispetto, l’importante però è che si coinvolgano i cittadini». Orlando però non ha perso ancora una volta occasione per chiedere un passo indietro ai suoi compagni di coalizione. «In molti in queste settimane mi stanno scrivendo e non sono entusiasti del modo col quale si è arrivati al nome di Franco Miceli. Siamo ancora in tempo per correggere questa modalità e per tentare di vincere perché le elezioni non te le regala nessuno».

Che si corregga o no il tiro, qualora Miceli dovesse sciogliere le riserve in senso positivo il centrosinistra partirebbe con un notevolissimo vantaggio sulla concorrenza. L’ultima discesa nell’agone elettorale dell’ex assessore orlandiano risale al 2001, quando candidato alle Regionali tra le fila nella lista Primavera siciliana, a sostegno dell’allora candidato presidente Leoluca Orlando, che sarebbe stato battuto per distacco da Totò Cuffaro, che oggi prepara un ritorno in grande stile della sua Democrazia Cristiana. Miceli in quell’occasione incassò soltanto 1.731 voti, classificandosi secondo nella sua lita e primo dei non eletti. A essere eletti in quella tornata elettorale, sotto la bandiera di Forza Italia, furono invece Francesco Scoma e Francesco Cascio, oggi due dei cinque candidati di un centrodestra piuttosto confuso, che anche se dovesse convergere alla fine su un solo nome, lo farebbe con incredibile ritardo. E se Scoma adesso ha cambiato orizzonte, candidato dalla Lega di Matteo Salvini, Cascio torna sulla scena ancora con le insegne di Forza Italia. Dovranno vedersela con i nemici-amici Carolina Varchi (Fratelli d’Italia), Roberto Lagalla (candidato in autonomia, ma quasi certamente appoggiato almeno dall’Udc) e con l’autonomista Totò Lentini (Alleanza per Palermo). 

E poi ci sono anche i candidati indipendenti. Da una parte Rita Barbera, ex direttrice del carcere Ucciardone di Palermo, che sta portando avanti la sua campagna da sola, col supporto di forze civiche. Dall’altra Francesca Donato, europarlamentare ex Lega, al momento più concentrata però sull’attività social, dopo il caso del blocco denunciato del profilo Facebook, al momento è finita nuovamente nella bufera per avere condiviso alcune fake news pro putin su Twitter. 

Gabriele Ruggieri

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