Stasera la prima milanese di Preghiera – Un atto osceno, spettacolo che apre la rassegna Contagio – Relazioni intercorse tra Milano e Palermo, «e che è stato prodotto nel settembre del 2013 al Teatro Garibaldi Aperto prima dello sgombero – racconta a Meridionews Giuseppe Isgrò – e che è il primo di quattro appuntamenti. Un anno e mezzo fa abbiamo portato la rassegna allo Spazio Tertulliano e il teatro dell’Elfo, un’istituzione, ci ha chiesto di replicare». Contagio riunisce in un unico contesto differenti ricerche e differenti esiti. Ad accomunarle, lo studio della parola e del linguaggio, che vengono ridiscussi nell’indagine attraverso la poesia e il tecnicismo. il risultato è una messinscena contemporanea e disinibita, mediante la quale sperimentare le esigenze dell’io più intimo. «La rassegna è stata costruita su alcuni spettacoli nati da fertili incontri artistici avvenuti nella realtà palermitana che è stata presente ed ha ben risposto alle nostre produzioni. – Continua – Il debutto palermitano del 2013 ha imbottito il teatro e sono venute tutte le personalità culturali della città oltre che il pubblico».
«Ma la cultura a Palermo c’è stata e c’è, nonostante la gestione del patrimonio». Il regista si riferisce al restauro e alla gestione del Teatro Garibaldi, simbolo di storia e spazio conosciuto in tutta Europa proprio per la sua particolarità. «Prima dell’occupazione ci sono stati spettacoli strepitosi, di Latella o Cecchi tra gli altri, che addirittura sono nati come site specific per quel teatro. Gli artisti poi lo hanno giustamente occupato e comunque sono stati più di due anni importantissimi dai quali sono usciti prodotti nuovi. Adesso è tornato nelle mani dei vecchi gestori, vedremo…»
Il restauro è stato fonte di accese polemiche, arrivate da esponenti del panorama artistico e teatrale che da cittadini comuni. «Certo, era bellissimo e crollante, bellissimo perché crollante, ma capisco che ci fosse la necessità della messa in sicurezza. Il restauro però, è un’opera tremenda. Un’idea demenziale quella della vetrata sul palco, che impedisce di provare durante il giorno e uno scempio l’appiattimento della struttura – continua Isgrò – Hanno anche cancellato i palchetti, eliminando la tipicità di quel luogo che, di fatto, di storico ha solo il frontone. Un restauro che è opera di qualcuno che non ha idea di come si conservi un bene architettonico né delle regole della struttura di un teatro».
Torneranno a Palermo il 23 e 24 giugno con nuovo lavoro. «Ispirato ai testi finali di Pasolini, Morante e Bellezza, sarà interpretato dal palermitano Dario Muratore che da poco è entrato in compagnia e rientra nell’ambito del Palermo Pride 2015, trattando le tematiche dell’identità di genere».
Preghiera – Un atto osceno sarà in scena da questa sera fino all’8 maggio ed è descritto dal regista come «un lavoro che parte da un diario intimo, riguardante l’esperienza della malattia vissuta all’interno della compagnia e riletta attraveso la resistenza dell’individuo alla società che lo vuole trasformare in un numero, senza tenere conto del sentimento privato. L’atto osceno è la resistenza alla spersonalizzazione attraverso l’arte e la poesia, forte del comune sentimento della resistenza alla perdita di sé, in una esibizione del proprio intimo».
L’opera è una coproduzione di Phoebe Zeitgeist con il teatro Garibaldi aperto. Drammaturgia di Margherita Ortolani, per la regia di Giuseppe Isgrò e interpretato da Margherita Ortolani e Vito Bartucca, che cura anche i costumi. La scena è di Igor Scalise Palminteri, i suoni di Giovanni Isgrò e le voci registrate di Elena Russo Arman e Tito Lombardo.
Contagio – Relazioni intercorse tra Milano e Palermo prosegue alla Sala Bausch dell’Elfo Puccini, con altri tre appuntamenti:
9/11 maggio Desideranza di e con Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi (produzione Teatrialchemici e Segnalazione speciale Premio Scenario 2007)
12 /14 maggio Chi ha paura delle badanti? testo e regia Giuseppe Massa (produzione A. C. Sutta Scupa)
15 /17 maggio Paranza. Il miracolo (produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo/Teatro di Roma e Spettacolo vincitore della III edizione del Festival Teatri del Sacro)
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