Capita nelle giornate storte anche di perdere. Ed è il motivo per cui il Palermo non è costretto a cestinare il pareggio per 1-1 rimediato al Barbera contro la Fidelis Andria penultima in classifica nel match valido per la 32esima giornata del girone C. Ma, senza troppi giri di parole, la conquista di un punto sa comunque di magra consolazione per i rosanero consapevoli di avere sprecato contro i pugliesi un’occasione importante per dare impulso alla lotta per un posto al sole in chiave playoff pur avendo avuto l’abilità con un gol di testa di Luperini all’85’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto dal subentrato Felici di ‘riprendere per i capelli’ una partita nata sotto una cattiva stella dopo il vantaggio degli ospiti. A sbloccare il risultato (con un comodo piatto destro su assist di Gaeta al culmine di una triangolazione nata in seguito ad un errore in disimpegno di Crivello, uno degli interpreti di una difesa totalmente diversa da quella vista domenica) era stato al 17′ del primo tempo l’attaccante Messina, schierato al posto di Lorenzo Sorrentino escluso in extremis dalla formazione titolare avendo il green pass scaduto ed essendo sprovvisto della versione aggiornata della certificazione verde necessaria per essere regolarmente in campo.
In ogni caso, l’intensità con la quale il Palermo è riuscito nel finale a trovare la soluzione per ristabilire la parità non cancella le perplessità suscitate da una prestazione deludente, una prova macchiata da diversi errori tecnici – pesa nell’economia della partita il calcio di rigore fallito al 7′ del secondo tempo da Floriano che si è fatto ipnotizzare dal portiere Saracco – e, per certi versi, spiazzante da parte di un gruppo che dopo il successo esterno contro l’Avellino avrebbe potuto e dovuto sfruttare meglio l’onda emotiva alimentata da una situazione favorevole. Propiziata, dal punto di vista ambientale, dalla presenza sugli spalti di oltre 11mila spettatori (record di presenze stagionali al Barbera complice ovviamente l’iniziativa promozionale dei biglietti a un euro in tutti i settori) animati dalla voglia di supportare gli uomini di Baldini e proiettarli verso nuovi orizzonti di gloria: «Questo è il pareggio del pubblico – ha ribadito più volte il tecnico rosanero nel post-partita – senza il supporto di tutta questa gente, che ci ha sostenuto dall’inizio alla fine senza mai fischiare o contestare, noi questa gara non l’avremmo mai pareggiata. Avremmo potuto giocarla per altre due ore o anche dei giorni ma non ne saremmo venuti a capo. E proprio perché in altre condizioni sono sicuro che avremmo perso, dico che dobbiamo essere soddisfatti per questo punto».
Una soddisfazione figlia della consapevolezza che quella contro la compagine guidata dal duo Di Bari-Di Leo (terza guida tecnica stagionale dopo le gestioni targate Panarelli e Ginestra) e rimasta in dieci al 78′ per l’espulsione di Nunzella per somma di ammonizioni era una partita dall’esito non scontato. Una trappola che i rosanero non hanno saputo eludere. «Ho cambiato gli interpreti in difesa ma, secondo me, i problemi oggi si sono verificati in attacco. Non abbiamo dato profondità alle nostre azioni e non siamo riusciti a giocare tra le linee, cosa che invece in altre circostanze avevamo fatto con efficacia. E a questo proposito – aggiunge – vi confesso che dopo venti minuti avrei dovuto sostituire Brunori per il modo in cui stava interpretando la gara ma non l’ho fatto perché altrimenti sarei passato io per il protagonista togliendo un giocatore che ha segnato 17 gol e deludendo la gente accorsa allo stadio anche per ammirare le sue giocate. È un giocatore di un’altra categoria, sa cosa deve fare e proprio per questa ragione adesso mi esprimo in questo modo sperando che quello che dico non lo prenda come un rimprovero».
La critica costruttiva all’attaccante italo-brasiliano, rimasto a secco dopo avere segnato per otto gare di fila, è lo spunto che l’allenatore toscano prende per bacchettare il collettivo: «Le cose ci riescono se le facciamo con semplicità e con ordine. Oggi abbiamo avuto poche idee e sono convinto che se avessimo perso ad Avellino avremmo vinto la gara odierna perché in campo avremmo messo quella rabbia necessaria per conquistare l’intera posta in palio».
Un Palermo, dunque, con poca fame? Il centrocampista Gregorio Luperini, autore dell’1-1, offre un’altra chiave di lettura: «Ce l’abbiamo messa tutta, come facciamo sempre peraltro, ma purtroppo non siamo riusciti a vincere. Dovevamo segnare prima. Considerando che avremmo potuto anche perdere, quello ottenuto è un punto d’oro. È un pareggio che portiamo a casa anche se c’è rammarico per non avere vinto davanti a un pubblico straordinario. Ci tenevamo tanto a regalare la gioia dei tre punti ai nostri tifosi e questo è il dispiacere più grande. Speriamo che ci sia un’altra opportunità per non deluderli. Il mio gol? Sono contento perché è una rete che è servita. È una gratificazione doppia».
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