Nei film girati lontano dal Barbera l’effetto visivo preferito dal Palermo è il déjà-vu. I numeri sono eloquenti: delle otto vittorie conquistate finora in trasferta, sette sono di misura. L’ultima, in ordine di tempo, è quella per 1-0 (anche questo è un leitmotiv del percorso stagionale rosanero) conquistata sul campo del Marina di Ragusa. Un’affermazione simile a quelle strappate altre volte fuori casa in questo campionato e anche al successo casalingo di domenica scorsa contro il Roccella (sempre per 1-0) soprattutto per il peso specifico che potrà avere nell’economia della stagione. Alla serie di vittorie cosiddette sporche, ottenute cioè attraverso una manovra certamente rivedibile e non senza sofferenza, si è aggiunta allo stadio Aldo Campo di Ragusa una nuova puntata sotto lo sguardo del presidente Mirri e di circa mille tifosi al seguito della squadra.
La ripetitività di certe immagini, sul fronte rosanero, riguarda il risultato ma anche il gioco. Il Palermo che ieri ha conquistato l’intera posta in palio non ha brillato e ancora una volta ha vinto in trasferta facendo leva, di fatto, su un episodio. Il golletto, riferimento di Pergolizzi alla rete siglata da Langella in Irpinia nella gara pareggiata 1-1 con il San Tommaso lo scorso 11 gennaio, a Ragusa ha fatto la differenza. E ha premiato, come successo altre volte, la praticità di un gruppo che, pur avendo ancora tanti difetti da correggere, ha comunque le risorse tecniche per spostare dalla propria parte l’inerzia delle partite. Contro un Marina di Ragusa molto organizzato e messo bene in campo con il 3-5-2 (quasi simmetrico al 3-4-3 degli ospiti) proposto anche domenica scorsa a Torre Annunziata con il Savoia corsaro ieri a Marsala ma rimasto a cinque punti dalla capolista ha vinto la squadra più forte ma che ha faticato nell’arco dei 90 minuti a imporre la propria superiorità nei confronti dell’avversario. E non è un caso che nel post-gara il tecnico rosanero abbia rimproverato i suoi per il modo in cui hanno interpretato determinati segmenti della gara.
La squadra, imprecisa in diverse circostanze in occasione di ripartenze potenzialmente letali, ha fatto il proprio dovere – cioè vincere – ma ha mostrato ancora delle lacune nella lettura di alcune situazioni e se non ci fosse stato il supporto della dea bendata, testimoniato dal clamoroso palo colpito dal capitano Puglisi al 5’ con una parabola da centrocampo con Pelagotti colpevolmente fuori dai pali, probabilmente adesso parleremmo di un film con un’altra trama e, di conseguenza, di un altro risultato. Che, obiettivamente, i padroni di casa avrebbero anche meritato per lo spirito che hanno mostrato al cospetto di una compagine costruita per aggiudicarsi il girone I di serie D.
Il gol vittoria porta la firma di Sforzini al 7’ del secondo tempo. Una boccata di ossigeno per l’attaccante di Tivoli tornato nell’undici titolare a distanza di tre mesi dall’ultima presenza dal primo minuto. La rete, la terza in campionato, rappresenta una grossa iniezione di fiducia per il numero 32 rosanero che, a secco dallo scorso 3 novembre complice lo stop forzato dovuto alla frattura composta del perone sinistro, al netto di una condizione che non è ancora al top ha dimostrato di potere sostituire il suo alter ego Ricciardo e di sapere rispondere ‘presente’ nel momento in cui viene chiamato in causa.
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