di Gabriele Bonafede
Non tutti sanno che nel Palermo giocano due calciatori nati nelle due sponde opposte del Kosovo: Milan Milanovic e Samir Ujkani. Milanovic è serbo, nato a Kosovska Mitrovica, mentre Ujkani è kosovaro-albanese e con la nazionalità che gli permette di giocare anche nella rappresentativa di Tirana. Inoltre, Ujkani è nato a Resnik/Vu?itrn (Vushtrri in albanese) e cioè a pochissimi chilometri dalla città nativa di Milanovic, nello stesso distretto di Mitrovica. Sono quindi tutti e due della zona serba del Kosovo che purtroppo registra antagonismi etnici tra serbi e albanesi, spesso sfociati in aperti scontri anche dopo la fine della guerra del Kosovo degli anni 90.
Raramente in campo assieme, perché spesso in panchina, ieri sera a Reggio Calabria Milanovic e Ujkani hanno giocato nel Palermo per circa 25 minuti, da quando il portiere albanese è entrato in campo per sostituire il portiere titolare, Sorrentino.
In molte squadre europee e anche italiane, ad esempio nel Torino e nel Real Valladolid, giocano assieme giocatori serbi e giocatori albanesi. Ma il caso del Palermo è speciale: non solo un giocatore è serbo e laltro albanese, ma uno è della parte serba del Kosovo e laltro è della parte albanese, nello stesso distretto di Mitrovica.
E non solo ieri hanno giocato nella stessa squadra una partita importante in un momento topico dellincontro, ma lo hanno fatto in stretta collaborazione e in maniera vincente: Milanovic è il difensore centrale rosanero e dunque si deve relazionare praticamente di continuo con il suo portiere, e viceversa.
Per giunta, Milan Milanovic ha segnato un gol decisivo nei minuti finali, facendo esultare, giustamente, tutta la squadra rosa per la vittoria raggiunta, portiere compreso: magari senza farlo vedere troppo, ma costruendo comunque un momento collaborativo particolare. Per dirla in due parole, la stessa maglia sportiva, la maglia rosanero, ha costruito un momento di felicità comune laddove ci sono, ancora oggi, diffusi sentimenti di grave e pericolosa contrapposizione.
Simbolico evento, questo, che non è stato notato da nessun giornale, né in Italia, né in unEuropa attentissima a bilanci ragionieristici ma disattenta ai veri eventi che costruiscono piano piano la pace, a volte anche per caso.
Il calcio, per fortuna o per volontà, può avere un significato che va oltre la pura contesa sportiva e, in questo caso, ci sembra giusto sottolinearlo.
Samir Ujkani. Foto tratta da www.tuttomercatoweb.comSottolineare come in una delle tante partite di un campionato professionistico di uno dei paesi europei ci sia stato un evento che alcuni anni fa poteva essere solo sognato: due ragazzi che prima erano due bambini di un mondo in atavica e interminabile guerra, fredda o calda che sia, si aiutano per vincere la stessa partita nella stessa squadra, faticano e gioiscono assieme.
Complimenti dunque al Palermo, non solo per aver centrato una vittoria che lo porta in vetta alla classifica, ma soprattutto perché ha dimostrato come è possibile costruire, nei fatti, un evento di pace su un campo sportivo.
Con Sorrentino infortunato e sostituito da Ujkani, e Milanovic ormai stabile titolare, probabilmente vedremo questo piccolo sogno di pace realizzarsi ancora. E, zitto, zitto, il Palermo della Sicilia multietnica e pacifista, ritagliarsi un ruolo, forse inaspettato, nel panorama dello Sport. Quello vero e con la S maiuscola.
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