Il gol-beffa di Tremolada è in archivio. In occasione del match contro il Lecce, Alberto Brignoli a titolo personale aveva obiettivamente qualcosa da farsi perdonare. Il portiere rosanero doveva cancellare l’errore di valutazione costato due punti nella sfida casalinga con il Brescia e rispondere nuovamente ‘presente’. Missione compiuta. Con una serie di buonissimi interventi, sabato scorso il ventisettenne estremo difensore bergamasco è stato uno dei protagonisti del successo ottenuto dalla compagine di Stellone: «Ho fatto diverse parate, interventi che un portiere deve fare e che se non fa commette un errore, ma la più difficile è stata quella su La Mantia al termine del primo tempo – ha ammesso il numero 1 rosanero in conferenza stampa al Tenente Onorato – è sbucato da dietro e io ho risposto con un intervento di istinto. Più che per la parata in sé mi fa piacere il fatto che dietro quell’intervento ci sia del lavoro, una preparazione in merito al posizionamento e al gesto tecnico».
La parata di Brignoli sull’attaccante giallorosso ha consentito ai padroni di casa di andare all’intervallo in vantaggio e ha contribuito, in generale, alla conquista di una vittoria particolarmente importante: «È stata una vittoria fondamentale non solo per i punti e la classifica ma anche per il morale – sottolinea – era uno scontro diretto e sapevamo che vincere ci avrebbe aiutato molto. E poi le sconfitte di Brescia e Benevento in questo turno di campionato ci hanno permesso di sorridere. Il nostro obiettivo, in ogni caso, è trovare quella continuità grazie alla quale abbiamo disputato un ottimo girone di andata e che finora, invece, non abbiamo avuto in questo girone di ritorno. La prodezza di Tabanelli a tempo scaduto? È stato bravissimo e al termine della gara mi ha anche detto che gli porto fortuna dato che aveva segnato pure all’andata. Vincevamo 2-0 e ci è andata bene ma resta il fatto che prendere gol al 93’ è fastidioso. Dobbiamo cercare il pelo nell’uovo ed evitare errori che possono costarci caro». Parla da leader il portiere arrivato in estate a titolo definitivo dalla Juventus: «Leader? Sono qui da poco tempo, devono essere gli altri a giudicare. Io cerco di dare serenità. Il mio equilibrio è dettato dal fatto che ho chiaro in mente il mio obiettivo. Prima di questa stagione ero reduce da tre anni in cui non ho giocato con continuità e proprio per questo ho messo in preventivo anche qualche difficoltà a livello personale. La mia parola d’ordine è ‘lavoro’. Cerco ogni giorno di dare esempi positivi attraverso gli atteggiamenti e la dimostrazione che ho tanta voglia di lavorare. La partita è la conseguenza di ciò che emerge durante la settimana».
E durante la settimana Brignoli delinea orizzonti e si proietta verso determinati traguardi: «La quota promozione è 70 punti. In un primo momento avevo detto 75 ma mi hanno tirato le orecchie facendomi notare che rispetto all’anno scorso in questa stagione in B ci sono meno squadre. Noi, al di là di tutto, dobbiamo pensare solo al nostro cammino e non farci distrarre dai risultati o dai percorsi delle nostre concorrenti. Le più insidiose? Quest’anno non c’è una squadra ammazzacampionato. Ritengo che, a parte il Palermo, le formazioni più attrezzate nella lotta per i primi due posti che valgono la promozione diretta sono Benevento e Verona». Il prossimo impegno dei rosa, intanto, è a Venezia. Squadra affidata a Cosmi dopo l’esonero di Zenga: «Conosco entrambi e non posso che fare l’in bocca al lupo a tutti e due. Auguro fortuna a Serse ma dalla prossima partita…È una bravissima persona e un grande intenditore di calcio. Conosco anche Zenga perché l’ho avuto e mi dispiace per il suo esonero. Fa parte del calcio».
E del calcio fa parte anche l’eco che ha avuto l’ormai celebre gol di testa realizzato da Brignoli nel dicembre 2017 con la maglia del Benevento nella gara interna con il Milan: «Per alcuni anni si è parlato di me solo in merito a ciò che facevo in porta, poi è successo quell’episodio più unico che raro anche per gli incastri avvenuti nella scorsa stagione. Quel gol mi ha accompagnato per molto tempo anche perché non sono Buffon, Neuer o Handanovic. Ho scelto Palermo, comunque, proprio per questo. Per essere di nuovo portiere al cento per cento, lottare per vincere il campionato e, una volta promosso, per dimostrare in A il mio valore». Idee chiare nella mente di un portiere che non si lascia condizionare da fattori extracalcistici: «Il caos societario è una vicenda che abbiamo messo in soffitta. Le parole di Beppe (Bellusci, protagonista di un duro sfogo a febbraio subito dopo la gara casalinga con il Foggia, ndr) sono rimaste nella nostra testa e ci sono ancora ma bisogna andare avanti. Solo così possiamo trarre dei benefici e creare le condizioni per vincere il campionato. Il direttore Foschi ci dirà quando e come avverranno i pagamenti e noi siamo molto tranquilli. Aspettiamo fiduciosi».
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