Non seguiamo – non per scelta, ma perché non riusciamo a seguire tutto – le vicende del Consiglio comunale di Palermo. E, a quanto pare, facciamo male. Molto male. Pensavamo che con lattuale amministrazione comunale e con lattuale maggioranza di centrosinistra, il capoluogo dellIsola sarebbe sfuggito alle logiche dei palazzinari di cianciminiana memoria. A quanto pare, ci siamo sbagliati.
Qualche giorno fa, Palermo – o meglio, quello che rimane del verde pubblico di Palermo – è sfuggito miracolosamente a una nuova ondata di cemento speculativo. Una storia incredibile.
Prima di scrivere questo articolo – non avendo seguito i lavori di Sala delle Lapidi, la sede del Consiglio comunale di Palermo – abbiamo letto attentamente le dichiarazioni di alcuni esponenti politici della città e abbiamo consultato qualche documento.
Quello che scriviamo non farà di certo piacere al nostro amico Alberto Mangano, che ci rimprovera sempre di dare credito a Nadia Spallitta la battagliera vice presidente vicaria del Consiglio comunale che, da sei anni, prova a bloccare le operazioni truffalde dei tanti potenti della città. Lo ha fatto nel passato Consiglio comunale, quando Sindaco era Diego Cammarata. E continua a farlo adesso con lattuale Consiglio comunale. Dove le operazioni truffalde – spiace dirlo – abbondano.
Una premessa dobbligo: in questa storia che racconteremo il Sindaco, Leoluca Orlando, non centra. Non lo abbiamo sentito. Ma, a giudicare da quello che abbiamo letto, il Sindaco, in questa brutta storia che, per ora, è finita bene, si è trovato in linea con Nadia Spallitta e, quindi, contro la Commissione Urbanistica del Comune di Palermo.
Eh già, perché questoperazione truffalda – di mera speculazione sul verde agricolo – per fortuna sventata dalla maggioranza del Consiglio comunale che ha bocciato lassalto al verde della città – ha trovato una incredibile sponda nella Commissione Urbanistica presieduta da Alberto Mangano. Il quale, se lo vorrà, potrà replicare ma, supponiamo, non negare una volontà politica che si è materializzata nella Commissione da lui presieduta.
Cosa avrebbero voluto fare i filosofi della Commissione Urbanistica del Comune di Palermo, sotto legida di alcuni consiglieri comunali orlandiani (senza Orlando, come già detto) e del Pd? Cementificare il verde pubblico della città, il verde agricolo, il verde collinare e persino le aree destinate a servizi. Insomma, cemento per tutti
Tutto questo sarebbe dovuto avvenire nel quadro dei programmi costruttivi per il Centro storico della città. Facendo finta di non sapere che se il Consiglio comunale avesse autorizzato questo scempio nessuno avrebbe – ovviamente – investito nel Centro storico e tutti si sarebbero catapultati nel verde. Simpatici, i nuovi filosofi, no?
Per fortuna che in Consiglio comunale – o meglio, nella maggioranza bulgara di centrosinistra del Consiglio comunale di Palermo – cè ancora gente con la testa sulle spalle che ha sgamato unoperazione che non è esagerato definire infame. Operazione che è stata bloccata anche per le perplessità – assolutamente legittime – dei tecnici del Comune.
Altra notazione di carattere politico. E chiaro che i componenti della Commissione Urbanistica del Comune di Palermo non si sono svegliati una bella mattina e hanno pensato: Mangiamoci quel poco di verde che ancora rimane a Palermo. Dietro questa svolta affaristico-demenziale e appaltizia ci sono state pressioni. Da parte del Pd e, soprattutto, dai bracci imprenditoriali di questo Partito (indovina indovinello ).
Il Pd ha perso le elezioni comunali di Palermo. Ha straperso le elezioni regionali. E ha ultraperso le elezioni politiche nazionali.
Il dramma di un Partito che ha perso e continua a perdere credibilità e voti (anche la faccia, in verità, dopo quattro anni di Governo regionale con Raffaele Lombardo) non autorizza i dirigenti dello stesso Partito a risolvere tutto nel nome del cemento facile. Anche perché, con le speculazioni e le cementificazioni non si recupera la credibilità politica. Anzi, avviene lesatto contrario.
La verità è che i dirigenti del Pd, tra Palermo e la Regione, hanno perso la testa. Un anno fa pensavano di avere tutto in mano. Erano convinti che Bersani avrebbe stravinto le elezioni politiche. Sulla plancia di comando della Regione con Lombardo loro alleato-ricattato (politicamente, per carità ), pensavano che sarebbe stato un gioco espugnare Palermo. Ed erano pure convinti che Rosario Crocetta, una volta eletto presidente della Regione siciliana, si sarebbe messo al loro servizio.
Invece i sogni di potere si sono infranti su unamara realtà. A Roma Bersani e la sua Invincibile armata si sono attaccati al tram e adesso aspettano il voto per perdere le elezioni politiche. Alla Regione Crocetta gli fa leccare la sarda e li ha pure umiliati mettendo al vertice della Formazione professionale – cioè il settore dove il Pd siciliano ha corposi (e clientelari) interessi – una ragazzina viziata che un giorno dice una cosa, un altro giorno ne dice unaltra. Così, tanto per farli uscire di senno.
Il risultato è che alla Regione, in materia di formazione professionale, Pd e Cisl ballano la samba e non rosicano nemmeno una panella (gioco comunque sbagliato, perché così cè il rischio di trascinare nella disperazione tutto il settore con 10 mila addetti).
Non parliamo del Comune di Palermo. Dove Leoluca Orlando, come avveniva con le sue Giunte degli anni 90, non gli fa toccare palla.
Insomma, sto Pd ha vinto le elezioni a Roma, ha vinto le elezioni alla Regione, a Palermo ci dovrebbe essere una Giunta di sinistra, ma acchiappano solo a pane e olive…
Così premono, premono, premono A Crocetta chiedono il Governo regionale politico. A Orlando non chiedono nulla, perché nemmeno li riceve. Al Consiglio comunale ci provano con il cemento E vanno pure a sbattere
Foto di prima pagina tratta da prolombardia.eu
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