Le aveva regalato una collanina e venduto una dose di stupefacente risultata letale: un micidiale cocktail a base di metadone ed eroina. Era morta così Valentina Scalisi. Secondo i carabinieri Luigi Lopes, 38 anni, sarebbe indirettamente responsabile del decesso della venticinquenne, avvenuta il 2 aprile del 2012.
Il corpo della giovane venne rinvenuto senza vita dai familiari nellabitazione di via Giano Vitale, a Palermo, dove la ragazza era agli arresti domiciliari. La giovane il 28 luglio del 2008 era stata arrestata per rapina. Una vicenda che si è conclusa con una condanna a 2 anni 2 mesi di reclusione.
Una storia triste, quella di Valentina. Il giorno in cui è stata ritrovata morta i genitori avevano più volte provato a contattarla, senza riuscire nemmeno a rintracciarla telefonicamente. Durante il sopralluogo i Carabinieri di Altarello di Baida non rilevarono nessun segno di violenza sul corpo della ragazza; mentre evidenti tracce di eroina riconducibili a una precedente assunzione avvenuta in quelle ore, portarono a una prima ricostruzione dei fatti.
Sicuramente Valentina non era sola quel pomeriggio. Le indagini hanno permesso di risalire a Lopes: troppi gli indizi riconducibili alla sua presenza in quella stanza ed inequivocabili i dati del traffico telefonico del cellulare ritrovato nella mano della ragazza. Qui, infatti, vennero acquisite diverse foto che ritraevano il volto delluomo e venne trovato il suo numero registrato nella memoria del telefono, questo di proprietà di Valentina.
In quel periodo Lopes era agli arresti domiciliari, ma venne autorizzato a recarsi al S.E.R.T. (Servizio Tossicodipendenze) di Passo di Rigano per prelevare le dosi di metadone per uso personale e terapeutico.
Quel giorno anziché ritornare a casa propria, andò a trovare Valentina presso la sua abitazione, dove trascorse un paio di ore. Durante l’incontro l’uomo le avrebbe preparato un cocktail a base di metadone ed eroina, un mix che il cuore della ragazza non ha retto, tantè che venne colta da un malore nel sonno decedendo per arresto cardio-circolatorio.
Secondo gli inquirenti, Valentina, quella notte, sentendosi male, tentò disperatamente di chiamare i soccorsi dal suo cellulare ritrovato stretto nelle sue mani, ma non fece in tempo a comporre il numero. Alluomo è stata così stata notificata dai Carabinieri di Palermo un’ ordinanza di custodia cautelare nel carcere Ucciardone.
Il provvedimento emesso a suo carico dal Gip, Marina Petruzzella, su proposta del pubblico ministero, Diana Russo. Laccusa è di evasione dagli arresti domiciliari, spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di aver causato indirettamente la morte per overdose di Valentina Scalisi.
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