Il Consiglio comunale di Palermo ha approvato stanotte il Bilancio 2014. Il ‘sì’ è arrivato dopo un lungo dibattito che ha visto le forze politiche dividersi e dibattere animatamente su numeri piuttosto ballerini.
L’approvazione è arrivata così in ritardo a causa di una crisi finanziaria che è stata contenuta grazie alle tasse pagate dai cittadini palermitani. Cittadini che, come ora illustreremo con i numeri, sono i veri protagonisti, in negativo, di questo Bilancio 2014. Nel senso che sono proprio i cittadini palermitani a sostituire, con uno spaventoso aumento delle tasse locali, i soldi che Stato e regione hanno tagliato al Comune di Palermo.
Intanto va detto che il Bilancio 2014 del Comune di Palermo ammonta, nel complesso, a un miliardo e 350 milioni di euro. Su tutti spiccano due cifre che sono indicative di quello che sta succedendo.
Le entrate che arrivano grazie ai trasferimenti dello Stato e della Regione siciliana ammontano, nel complesso, a 370 milioni di euro. Rispetto a qualche anno fa c’è una riduzione di circa 140 milioni di euro. Non solo. Si tratta di un Bilancio di previsione. Quindi non è detto che tali trasferimenti di Stato e Regione, anche se siamo a novembre, si trovino già nelle casse del Comune di Palermo.
Le entrate tributarie – cioè le tasse che il Comune di Palermo fa pagare ai cittadini – ammontano a 370 milioni di euro circa. Con un aumento di circa 120 milioni di euro. Ciò significa che i soldi che lo Stato e la Regione siciliana non trasferiscono più al Comune di Palermo le pagano i cittadini palermitani con un aumento delle tasse.
Ci sono, poi, le entrate extra-tributarie, che ammontano a circa 58 milioni di euro. E, ancora, altri dati significativi che vale la pena di scorrere. Il costo del personale del Comune di Palermo – circa 9 mila dipendenti – ammonta a 270 milioni di euro. Altri 270 milioni di euro volano via per pagare il personale delle società partecipate dal Comune: Amat (trasporto pubblico di persone), Amap (acqua), Amg (gas), Sispi (servizi informatici), Rap (raccolta dei rifiuti), Palermo ambiente. Confermati i 30 milioni di euro per la Gesip, la società presso la quale lavorano circa mille e 800 operai. In questo caso c’è un dimezzamento dei fondi. Da parte del Consiglio comunale, anche in questo caso al di là delle parole, c’è la volontà di dimezzare il costo di questo personale.
Va detto per inciso che dal Bilancio 2014 del Comune non viene fuori la situazione patrimoniale di ogni società collegata. Di fatto, il Consiglio comunale non ha approvato un Bilancio consolidato. Dunque non c’è ancora il controllo analogo. Per quest’anno si andrà avanti al buio. Anche se un po’ di luce è arrivata dai revisori dei conti di tali società collegate, che hanno riscontrato un disallineamento nei rapporti tra creditori e debitori.
Un capitolo a sé è quello del patrimonio immobiliare. Che frutta al Comune appena 58 mila euro. Non sembra una gestione virtuosa, forse anche a causa di un mancato aggiornamento del Catasto, che in Italia è infedele per antonomasia. Il dato positivo riguarda i fitti passivi, cioè che gli affitti pagati dal Comune, che passano da 14 a 10 milioni di euro. Insomma, su questo fronte il Sindaco della città, Leoluca Orlando, ha stretto la cinghia. Da fitti attivi – cioè dai locali che il Comune affitta a soggetti terzi – il Comune incassa appena 2,5 milioni di euro. Motivo: l’Amministrazione comunale riscuote poco.
Un altro dato importante è quello delle spese: oltre la metà del Bilancio – circa 784 milioni di euro – se ne va per le spese correnti (stipendi e via continuando). Mentre le spese in conto capitale – cioè gli investimenti – ammontano a 220 milioni di euro circa. C’è poi il mutuo di quasi 40 milioni di euro – da giorni oggetto di contestazioni e polemiche – per pagare i debiti delle società partecipate delle quali, come abbiamo già accennato, si conosce poco.
Infine il dato politico. L’Amministrazione comunale, in Consiglio comunale, conta ormai su 22 consiglieri comunali su 50. La maggioranza bulgara della quale il Sindaco Orlando godeva ad inizio di consiliatura si è dissolta tra defezioni e cambi di casacca (il Pd, ad esempio, ha fatto il pieno di transfughi). Le opposizioni, di fatto, sono in maggioranza. Questo significa che il Bilancio 2014 del Comune di Palermo è stato approvato con i voti – o con le assenze – dei consiglieri comunali di opposizione. I quali, se avessero voluto, avrebbero avuto i voti per ‘bocciare’ la manovra economica. Anche questo è un dato oggettivo che non può essere messo in discussione dalle parole.
I commenti. «Restiamo delusi da un Bilancio infarcito da troppe criticità e incapace di avviare una vera innovazione nella gestione del nostro Comune – dice Rosario Filoramo, consigliere comunale del Pd -. Restano troppe ed insuperabili le criticità, espresse anche nel parere del Collegio dei Revisori dei Conti. Irrisolto il rapporto con le aziende partecipate, sui debiti fuori bilancio nessuna iniziativa per avviare a soluzione tale condizione patologica. Sulla rivisitazione dei residui troppe lentezze che non danno un quadro reale della reale situazione patrimoniale del Comune».
«Le nostre proposte di emendamento – prosegue l’esponente del Pd – hanno puntato a trasformare le priorità delle nostre iniziative politiche in interventi di bilancio: l’emergenza casa, la protezione civile e il salvataggio dell’Amap. Salutiamo con soddisfazione l’approvazione degli emendamenti che incrementano le risorse per approntare interventi di sostegno alle famiglie che stanno attraversando problemi abitativi derivanti dalla crisi economica. Per il Pd vige il principio che nessun cittadino può restare da solo ad affrontare il problema della casa. Sulla protezione civile abbiamo proposto di incrementare le risorse per l’acquisto di beni e servizi. Ma il nostro emendamento è stato respinto».
«Restiamo fortemente delusi – osserva ancora Filoramo – per la bocciatura dell’emendamento relativo alle risorse da trasferire all’Amap per colmare il disavanzo derivante dall’assunzione degli ex lavoratori che si occupano delle caditoie. Resta la preoccupazione nei confronti di un azienda che rischia una grave perdita a causa delle scellerate scelte fatte dall’amministrazione che ha trasferito personale dalla Rap all’Amap senza un adeguata copertura finanziaria. Ci dispiace sottolineare che il Gruppo 139 non abbia avuto il coraggio di votare favorevolmente il nostro emendamento sull’Amap un occasione perduta per evitare difficoltà ad azienda e lavoratori. Con tali presupposti il nostro voto al Bilancio non può essere che negativo».
«Il Consiglio comunale di Palermo, dopo quattro giorni di sedute, ha approvato il Bilancio di previsione del 2014 – dicono Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti, consiglieri di Italia dei valori – approvazione che giunge però a fine anno e che per questo non ci lascia soddisfatti, nonostante tante altre amministrazioni locali siano addirittura più in ritardo di noi. Un’amministrazione efficiente non può procedere a una programmazione seria se si prevedono le spese più importanti a metà novembre. Abbiamo votato contro l’atto perché non ne condividiamo l’impostazione e perché non risponde alle esigenze della città. Si tratta di un Bilancio fatto solo di entrate tributarie, senza una seria politica degli affitti del patrimonio immobiliare comunale, in cui c’è addirittura una riduzione dei proventi da occupazione del suolo pubblico, pubblicità e oneri di urbanizzazione. Il che dimostra l’incapacità del sindaco Orlando di amministrare questa città».
«Unica nota positiva – proseguono i consiglieri comunali di Italia dei Valori – la riduzione dei fitti passivi che da 14 milioni passano a 10, ma solo per effetto del trasferimento di immobili confiscati alla mafia. Da mesi ci battiamo affinché l’amministrazione accetti il trasferimento di beni dati anche in affitto, così da aumentare le entrate e destinarle alle emergenze. Grazie ad alcuni emendamenti da noi predisposti e condivisi dagli altri gruppi consiliari, si procederà alla metanizzazione di parte della città, alla pubblica illuminazione e all’acquisto di attrezzature per bambini da installare nei parchi».
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