«Da un mese e mezzo sto vivendo un incubo». A parlare a MeridioNews è Jessica Salafia, la proprietaria del J’live, un wine bar che si trova in piazza del Popolo, nel centro di Palazzolo Acreide, nel Siracusano. Minacce, due auto rigate, il locale e una stalla in campagna danneggiati dalle fiamme. «Non un solo episodio ma diversi – aggiunge la titolare 47enne di Canicattini Bagni, comune confinante sempre in provincia di Siracusa – che messi in fila cominciano a fare paura. Eppure io non voglio mollare e non la voglio dare vinta a nessuno». Per tutte le vicende la donna, insieme al marito che gestisce l’attività con lei, ha presentato denuncia ai carabinieri e, dopo l’ultimo episodio di due giorni fa, si è anche rivolta all’associazione antiracket.
Tutto è iniziato la notte del 4 ottobre «quando – ricostruisce la proprietaria del pub – ho trovato la porta del locale e quella del magazzino danneggiati dalle fiamme». Non solo le due strutture in pieno centro storico, proprio di fronte al Municipio e alla chiesa di San Sebastiano, ma anche «una stalla di campagna che abbiamo in un terreno di nostra proprietà che si trova in una contrada alla periferia di Palazzolo. Un posto in cui – sottolinea – non è nemmeno facile arrivare dal centro. Per fortuna, gli animali sono riusciti a scappare e a mettersi in salvo». Episodi gravi che, sin da subito, hanno allarmato la proprietaria del J’live che da undici anni porta avanti la sua attività a Palazzolo. «Non ho mai ricevuto richieste di pizzo ma sono andata subito a denunciare tutto in caserma volta per volta e ho anche raccontato alcuni dei miei sospetti», dichiara la donna.
A distanza di più di un mese e mezzo, alle 19.30 dell’altro ieri, un altro incendio è stato appiccato ai danni del locale. Le fiamme, divampate in un cortile pertinente al pub, hanno distrutto gli arredi del locale, in particolare sedie e tavoli lasciati lì nel giorno di chiusura. Non solo, hanno anche provocato diversi danni a due abitazioni che si affacciano su quello stesso cortile. «Nonostante fosse un orario pomeridiano in cui di solito c’è della gente nella piazza principale – riferisce la donna – pare che nessuno abbia visto niente». Tra i due episodi più gravi, ce ne sono stati altri di minore entità: «Per due volte ho trovato due nostre auto tutte graffiate e rigate – aggiunge la titolare – mentre erano parcheggiate sempre nella zona dove si trova il locale. Se va avanti così – è la preoccupazione della donna – sarò costretta a chiudere il locale, perché la gente comincia ad avere paura di venire qui e sedersi ai nostri tavoli come ha sempre fatto».
Le indagini adesso sono in corso e gli inquirenti, che hanno già raccolto la testimonianza della vittima, stanno provando anche ad analizzare le telecamere di videosorveglianza. «Stiamo seguendo la vicenda da vicino – dichiara al nostro giornale Paolo Caligiore, il coordinatore provinciale dell’associazione antiracket di Siracusa – E siamo al fianco delle vittime per tutelarle. Quello che è avvenuto un mese fa – aggiunge – era già un avvertimento». Poi un excursus, fino ad arrivare alla notte scorsa. «Le modalità criminali messe in atto fanno sicuramente pensare a metodi estortivi. Una cosa è certa: l’intimidazione c’è. I carabinieri stanno portando avanti le indagini e auspichiamo che possano arrivare a individuare i responsabili – conclude Caligiore – Noi intanto, con l’associazione, stiamo realizzando la perizia dei danni e avvieremo l’iter per la prefettura».
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