Diffide e inviti. Si muove su questo doppio binario la questione dell’ordinanza di «divieto temporaneo di abitazione e frequentazione» degli edifici entro una certa distanza dall’area di sparo dei fuochi artificiali di Sant’Agata 2020. Così, mentre il sindaco di Catania Salvo Pogliese emana una nota di chiarimenti, il movimento politico Catania bene comune invia una diffida a usare Palazzo degli elefanti per i fuochi della sera del 3 febbraio.
La faccenda del divieto, come spiegato da MeridioNews, prende le mosse da una circolare del ministero dell’Interno che stabilisce le distanze minime e gli obblighi delle amministrazioni pubbliche. Tra i quali anche quello di garantire la sicurezza dei cittadini durante gli spettacoli pirotecnici. Fin qui la norma. Poi arriva la sua declinazione locale: dal 2018 i sindaci che si sono susseguiti – prima Enzo Bianco, oggi Pogliese – hanno emanato ordinanze per mostrare l’applicazione delle disposizioni ministeriali.
A Catania, però, il tema è stato sollevato via social per la prima volta quest’anno. La levata di scudi è stata immediata e il primo cittadino ha tentato di correre ai ripari con una nota diffusa alla stampa. «Il limitato numero di nuclei familiari di via Lavandaie interessati dal provvedimento, tra le ore 20 e le 21 circa del 3 febbraio, sono stati anche invitati dal primo cittadino a Palazzo degli elefanti», si legge nella nota. In altri termini: vanno sì buttati fuori di casa, ma le porte della casa di tutti i cittadini sono aperte.
C’è, però, un’altra possibile obiezione: in mancanza di una planimetria chiara che circoscriva l’area di sparo e fissi il raggio d’azione dell’ordinanza, anche il municipio rischia di rientrare tra i luoghi in cui il sindaco ha vietato la permanenza proprio nella fascia oraria di esplosione dei fuochi artificiali. Se n’è accorto il consigliere comunale di #Insiemesipuò Salvo Di Salvo: «Sarebbe opportuno che il sindaco dia l’esempio attenendosi alle direttive della sua stessa ordinanza rispettando il divieto di frequentazione di Palazzo degli elefanti», ha scritto in una nota diffusa alla stampa.
Chi ha fatto di più è l’attivista Matteo Iannitti, che ha protocollato una diffida inviata via posta elettronica certificata. «Il sottoscritto – si legge nella lettera – chiede di conoscere se Palazzo degli elefanti, sede del municipio di Catania, ricade nell’area interessata». In caso di risposta affermativa, prosegue Iannitti, «diffida le autorità in indirizzo dall’organizzare eventi e dal consentire la frequentazione dell’immobile». Oltre che al sindaco, la pec è stata inviata anche al comandante dei vigili urbani, al questore e al prefetto. La regola, del resto, dovrebbe valere per tutti.
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