Coronavirus, primo caso sospetto in città Un turista cinese è ricoverato al Cervello

Un turista cinese in visita a Palermo è stato ricoverato nel reparto delle malattie infettive dell’ospedale Cervello. L’uomo presenta soltanto dei sintomi influenzali, ma vista la provenienza si è ritenuto necessario fare scattare tutte le procedure di sicurezza. È stato lo stesso turista a rivolgersi al gestore dell’hotel in cui alloggiava per segnalare le proprie condizioni di salute. Dopodiché è stato immediatamente soccorso dagli operatori del 118, che lo hanno trasportato in ambulanza nel nosocomio di via Trabucco, dove sono partiti tutti gli accertamenti di rito per escludere che si tratti del tanto temuto nuovo coronavirus.

«Mi è stato riferito che la macchina sanitaria si è attivata con grande professionalità seguendo i protocolli previsti per la tutela della cittadinanza e degli operatori – spiega il sindaco Leoluca Orlando, che tuttavia invita alla calma – A breve saranno le autorità sanitarie a fornire ulteriori chiarimenti ed informazioni sulla situazione ma certamente al momento non vi sono motivi per allarmismi ingiustificati».

E alle parole del primo cittadino fanno eco quelle dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. «In queste ore è necessario evitare inutili e pericolosi allarmismi. Abbiamo applicato la procedura stabilita dal Ministero della Salute che prevede un primo esame che in poche ora ci consentirà di avere un quadro più chiaro. Ricordo ancora una volta che per ogni evenienza è attivo il numero verde 1500 del Ministero della Salute. Inoltre i medici di famiglia così come il numero unico per le emergenze 112 sono informati per la gestione di ogni situazione».

L’assessore, rimandando proprio alle disposizioni ministeriali applicate anche in Sicilia, sottolinea che «non bisogna andare direttamente al pronto soccorso, ma rivolgersi ai medici di famiglia o ai numeri dedicati». Razza ha voluto ancora una volta rivolgere un appello agli operatori dell’informazione affinché «agiscano con rigore e scrupolo nella gestione delle notizie collegate alla vicenda Coronavirus, poiché si può sempre controllare un caso, ma il panico no».

Gabriele Ruggieri

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