PalaTupparello, niente concerti almeno fino a gennaio Comune e privati aspettano il parere di un consulente

Saltano i concerti al PalaTupparello. Non è dato sapere fino a quando il palazzetto di Acireale non ospiterà più artisti e manifestazioni, ma le porte rimarranno chiuse almeno almeno fino a gennaio. Mese in cui il consulente tecnico, su richiesta del giudice, si dovrà esprimere in merito alla causa che sta portando avanti la Multisport – ultima società che ha avuto in gestione la struttura – contro il Comune di Acireale. La decisione sulla chiusura fino a inizio 2020 è arrivata stamattina dopo un incontro tra le parti.

Multisport ha avuto le chiavi del palazzetto nel 2002, dopo il fallimento della Pallavolo Catania, che aveva gestito la struttura dalla fine degli anni Ottanta alla luce di un accordo trentennale col Comune. Dopo trent’anni, questa estate il PalaTupparello è passato nuovamente al Comune. La consegna del testimone, però, non ha cancellato le remore tra le parti, La Multisport, infatti, chiede un milione di euro per spese straordinarie affrontate. Lavori che secondo i privati avrebbe dovuto sostenere il Comune.

«Il giudice ha deciso che non si possono fare interventi che possano alterare lo stato dei luoghi prima della verifica del Ctu, che dovrebbe avvenire entro gennaio – dichiara il primo cittadino acese Stefano Alì a MeridioNews.-. Anche un concerto, quindi, potrebbe modificare lo stato della struttura». Gli interventi riguardano nello specifico la messa in sicurezza della struttura, comprese le riparazioni alle coperture che permettono le infiltrazioni d’acqua. Il Comune dal canto suo sostiene che il palasport è stato consegnato in uno stato non previsto dalla convenzione, e inoltre richiede alla società spese per Imu e Tari. «Dopo la verifica, il perito dirà chi ha ragione, ma fino a quel momento la struttura è interdetta», prosegue Alì. Il sindaco poi si sofferma sull’eventuale bando che il Comune dovrà indire per gli organizzatori di eventi che vorranno prendere in gestione la struttura. «Ho incontrato anche di recente gli organizzatori. L’idea del bando è ancora possibile – conclude -, ma, fino a quando non si sarà risolta questa causa, non possiamo istituirlo».

Sulla struttura gravano inoltre anche i debiti contratti dalla precedente società con l’Irfis, l’istituto bancario ha concesso un mutuo che però non è stato mai del tutto pagato. I debiti ammonterebbero a circa otto milioni di euro, che il Comune starebbe pensando di pagare in maniera dilazionata

Carmelo Lombardo

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