PalaNesima, dal Comune 70mila euro per la custodia Multiservizi: «Lavoro mai fatto, impianto abbandonato»

C’è un capitolo di bilancio dedicato, una lista di fatture, la determina dirigenziale che ne dispone la liquidazione ma nessuno ne sa niente. Né dall’amministrazione comunale e nemmeno dalla partecipata coinvolta. Sono questi gli ingredienti di una vicenda che riguarda il PalaNesima di Catania e la sua custodia affidata a Multiservizi. Un servizio di controllo per cui Palazzo degli elefanti paga alla ditta circa 70mila euro all’anno. Nonostante la struttura sia abbandonata, vandalizzata, murata e non ci sia nemmeno lo spazio dedicato a chi dovrebbe sorvegliarla. 

Quando è stato inaugurato nel  2003 il PalaNesima era uno degli impianti sportivi più grandi del Sud, realizzato appositamente per ospitare eventi di caratura internazionale. Dopo 13 anni è una cattedrale nel deserto, spogliato di qualunque cosa i ladri siano riusciti ad asportare e vendere. Compresi i materiali di rame. Eppure qualcuno che dovrebbe sorvegliarlo dovrebbe esserci, anche perché sul sito ufficiale del Comune gli atti relativi agli avvenuti pagamenti alla Multiservizi ci sono: da gennaio fino ad agosto. «Noi lì non facciamo nessun servizio di custodia», dice però il neo-presidente di Multiservizi Giovanni Giacalone. «Lo svolgiamo alla piscina di Nesima – continua – Mi sono informato e mi è stato riferito che le liquidazioni riguardano un errore della Ragioneria o del Patrimonio». Che però si sarebbe ripetuto per almeno otto mesi.

«La nostra ditta di sicuro non ha fatto lavori o altro al PalaNesima perché è abbandonato», prosegue il presidente. Una versione confermata anche da chi lo ha preceduto alla guida della partecipata, Michele Giorgianni. «Questo tipo di informazioni arriva da chi ci vuole male e ci vuole screditare – conclude Giacalone – Lavoriamo a tante altre cose di cui non si parla, come ad esempio la cura del verde intorno al nuovo edificio della polizia a Librino». Sulle cifre che riguardano le liquidazioni alla Multiservizi non risponde neanche la titolare della delega allo Sport. «La struttura non dipende dal mio assessorato ma da quello al Patrimonio», spiega l’assessora Valentina Scialfa. Il titolare del Patrimonio Salvatore Parlato, dal canto suo, afferma: «Non so nulla di questa storia, cerco di informarmi. Di sicuro – continua, riferendosi a quanto detto da Giacalone – il Comune non è nelle condizioni di buttare via soldi».

Il PalaNesima è il palazzetto dello sport realizzato nel 1996 dall’amministrazione guidata, allora come ora, dal sindaco Enzo Bianco. L’anno successivo la struttura ospita le Universiadi e sei anni dopo i giochi mondiali militari. Abbandonato a se stesso dopo i due eventi, a seguito di una fitta polemica politica viene sistemato nel 2009 dal Comune che accende un mutuo di tre milioni di euro al credito sportivo di Roma. E promette di riaprilo entro l’anno successivo. Ma il complesso è via via diventato preda di ladri e di sporcizia

Tanto da rientrare nella lista delle eterne incompiute del Comune di Catania e da essere stato inserito negli edifici da ripristinare attraverso l’impiego di somme garantite dal cosiddetto Patto per Catania, firmato dal premier Matteo Renzi. Un programma che prevede l’investimento di circa sei milioni di euro di fondi nazionali per recuperare l’impianto che comprende un parcheggio e che potrebbe ospitare fino a 6500 persone. «Per come la penso io sarebbe inutile spendere ancora soldi in un palazzetto dello sport lasciato al degrado ormai da troppo tempo», dichiara il presidente dell’associazione sportiva Come ginestre attiva alla Piscina Nesima, Salvatore Mirabella

«Ogni giorno ho davanti agli occhi il fallimento di un’opera che ormai è solo ricettacolo per ladri e malviventi e – prosegue – per la quale sei milioni di euro nemmeno basterebbero». Per il referente di Come ginestre, avrebbe più senso impiegare quei fondi «negli interventi di sistemazione di impianti che funzionano ma sono costretti ad annaspare, come il PalaGalermo o la stessa piscina». Mentre, per quanto riguarda il PalaNesima, «si farebbe prima a raderlo al suolo e ricostruirlo». 

Cassandra Di Giacomo

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