Pachino, ordigno esplode davanti a un autoricambi Proprietario: «La mia auto data a fuoco 15 giorni fa»

Un ordigno è stato fatto esplodere la notte scorsa davanti all’ingresso di un negozio per i ricambi di auto a Pachino, in provincia di Siracusa. «È saltata la saracinesca e tutte le vetrine e la potenza ha deformato anche il bancone», dichiara a MeridioNews Giuseppe Boager, proprietario dell’attività commerciale in via Marsala. Il boato ha svegliato i residenti della zona, poco distante dal centro, che hanno dato l’allarme e chiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

Sul postoci sono ancora i carabinieri e gli agenti del commissariato di Pachino che stanno indagando per delineare i contorni di quella che sembra una intimidazione in piena regola. Tra le ipotesi un avvertimento riconducibile al racket delle estorsioni. «Non ho ricevuto minacce ma appena 15 giorni fa – aggiunge Boager – mi hanno anche bruciato una macchina e in passato sono già stato vittima di episodi del genere che ho denunciato e per cui è già in corso un procedimento contro gli autori».

Il titolare del negozio di autoricambi preso di mira la scorsa notte è il fratello di Renato Boager. Il 52enne pachinese arrestato lo scorso febbraio con l’accusa di estorsione, atti persecutori e lesioni per aver dato mandato a un 29enne di compiere un agguato ai danni del cognato. L’uomo incappucciato avrebbe aggredito a colpi di mazza da baseball il 63enne che aveva appena parcheggiato la propria auto nel cortile condominiale. Dietro il gesto, la pretesa di ottenere i risparmi della madre e la delusione di scoprito che nel libretto c’era poco o nulla. Così Boager ha iniziato a pretendere i soldi dai fratelli. Il cognato di Boager, un uomo di 63 anni, dopo avere parcheggiato la propria auto nel cortile del condominio, è stato aggredito a colpi di mazza da baseball da una persona incappucciata. 

La spedizione punitiva, secondo gli inquirenti, sarebbe stata decisa da Renato Boager, dopo che il cognato e la moglie non gli avevano dato una somma di denaro sufficiente a quella che, a suo dire, si sarebbe dovuta trovare sul libretto di risparmio. La coppia, per cercare di mettere fine alle persecuzioni che da tempo subiva, aveva pagato già quattromila euro e deciso di lasciare il paese, per trasferirsi a Siracusa. A rimanere vittima dei comportamenti violenti di Boager sarebbero stati anche il fratello e la moglie.

Marta Silvestre

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