C’è un fermo per il tentato omicidio di Giuseppe Aprile, il 40enne residente a Portopalo di Capo Passero che, nella tarda serata di ieri è stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco esplosi nella zona del mercato ortofrutticolo di Pachino all’interno di un bar. Gli agenti del locale commissariato hanno arrestato Giovanni Vizzini, il 36enne ritenuto responsabile di aver sparato due colpi all’altezza dell’addome della vittima, usando una pistola calibro 7,65.
Aprile, al momento dell’agguato era in compagnia di alcuni amici che lo hanno portato all’ospedale Giuseppe Di Maria di Avola. Viste le gravi condizioni, l’uomo è poi stato trasferito con l’elisoccorso al Garibaldi di Catania dove, dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico, si troverebbe in gravi condizioni.
Stando a una prima ricostruzione, i sospetti della polizia si concentrerebbero su un episodio di regolamento di conti tra bande per il controllo del mercato della droga e delle estorsioni nella zona tra Portopalo e Pachino. In particolare, l’azione di Giovanni Vizzini sembrerebbe essere una risposta all’aggressione subita nella stessa sera dal padre all’interno della sua abitazione. Alcuni vicini di casa, infatti, avrebbero segnalato l’esplosione di diversi colpi d’arma da fuoco. Durante la perquisizione in casa del padre di Vizzini sono stati ritrovati e sequestrati alcuni indumenti sporchi di sangue.
Le forze dell’ordine sono riuscite a individuale Vizzini, che adesso si trova nel carcere di Cavadonna di Siracusa, tramite le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti in zona che hanno documentato l’arrivo della macchina dell’arrestato, poco prima della sparatoria. Nell’automobile è stato inoltre possibile constatare la presenza di un foro di proiettile sul parabrezza anteriore. Altri elementi utili agli inquirenti sono stati acquisiti grazie al sequestro di un cellulare di una delle persone presenti al momento dell’agguato.
Giuseppe Aprile era stato arrestato lo scorso 23 giugno, insieme ai suoi due fratelli Giovanni e Claudio, con l’accusa di tentata estorsione aggravata nei confronti dell’onorevole dell’Ars Giuseppe Gennuso. Il parlamentare regionale e imprenditore rosolinese aveva denunciato il furto di due mezzi della sua azienda agricola e poi la richiesta di pagamento di diecimila euro per la restituzione della refurtiva. Venti giorni dopo, il tribunale del Riesame di Catania aveva disposto la scarcerazione dei fratelli Aprile. A carico di Giuseppe Aprile in questo momento sarebbero in corso altri procedimenti per vari reati fra cui quello di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
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