NEW YORK – Venerdì sera si è aperta al Lincoln Center la rassegna del cinema italiano Open roads, giunta alla sua dodicesima edizione. Ad inaugurare il festival che appassiona ogni anno i newyorkesi che affollano la sala del Walter Reade Theater, cera come ospite donore Ferzan Ozpetek, il regista italiano di origini turche che ha presentato il suo ultimo film Magnifica presenza. A New York, alla fine della proiezione, grandi applausi, in Italia, invece, non sono mancate le critiche al film.
Un pasticcere siciliano aspirante attore si trasferisce a Roma. Il protagonista, Pietro, arriva dalla provincia di Catania. A dargli una mano, nella Capitale, cè una cugina molto affettuosa, che laiuta a trovare un grande appartamento in affitto che stranamente ha un costo basso La casa si scoprirà abitata da fantasmi, spiriti di attori di una compagnia teatrale degli anni Trenta che morirono in circostanze misteriose in quella casa nel 1943. Solo Pietro riesce a vederli
Oltre a Elio Germano nel ruolo del protagonista Pietro, nel cast ci sono Paola Minaccioni, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Yusuf Antep, Claudia Potenza, Andrea Bosca, Ambrogio Maestri e una straordinaria apparizione di Anna Proclemer.
Ferzan Ozpeteck ha concesso al nostro giornale questa intervista.
In tutti i suoi film cè qualche cosa di autobiografico. È un po cosi per tutti gli artisti. Magnifica presenza come si colloca? E forse il film dove cè di più di lei?
No, il film dove cè più di me è stato Saturno contro. Nel mio nuovo film, nel personaggio di Pietro, ci sono, ovviamente, molte cose mie, molte mie manie, e anche nella cucina ci sono delle cose mie. Questo è intanto un film diverso dagli altri, il primo film dove ho un protagonista così presente in tutte le scene. È un attore protagonista che aveva fatto finora film piuttosto realistici ed è la prima volta che affronta un film un po surreale. Ecco mi interessava avere un grandissimo attore come Elio Germano e in qualche modo leggermente trasformarlo.
Anche lei arrivò a Roma dalla Turchia con il sogno di poter lavorare nel cinema e ora è un grande regista. Ha forse scelto che Pietro sia siciliano perché potrebbe avere molto in comune con la cultura turca?
Ma io non penso alla Turchia o alla Grecia o alla Spagna, o alla Sicilia. Io penso ai Sud del Mondo. A me piaceva che il protagonista arrivasse da unaltra parte, doveva staccarsi da qualcosa e avere le nostalgie di chi viene da un altro Paese. Io credo che la vera cultura italiana sia quella del Sud, non quella del Nord. Al contrario di quello che dicono, la vera Italia per me è il Sud, per la mia mentalità, per il mio sguardo. Quindi mi piaceva molto mettere come protagonista un siciliano. Poi il personaggio a cui mi sono ispirato, al quale gli è veramente successa una cosa del genere, cioè di vedere i fantasmi mentre gli amici pensano che stia male, è un mio amico di Catania.
Quindi la scelta che Pietro arrivasse da Catania non era dovuta al fatto che nel cinema, quando si deve interpretare un siciliano, si preferisce il catanese che ha una cadenza più comprensibile e forse più facile da imitare
No: ho un amico che è di Catania e mi sono ispirato a lui. E poi Elio è stato bravissimo, i miei amici siciliani dicono tutti che il suo accento è perfetto. Catania poi è una città stupenda, come è meravigliosa Palermo e tante altre città del Sud. Ripeto, io sono un grande estimatore del Sud dItalia .
Proprio questa settimana, sempre qui a New York, in un incontro alla Casa Italiana della NYU, Pino Daniele e John Turturro nel loro duetto hanno detto la stessa cosa, con la Grande Madre che è tutto il Sud dItalia che abbraccia il resto del Mediterraneo e il Nord Africa e che è fonte della loro ispirazione artistica
Esattamente.
Le critiche al film, in Italia, sono state di vario tipo. Non è mancato chi lha accusata daver messo troppa carne al fuoco Invece a me il film è piaciuto molto: a me sembra che sfiori dei momenti anche felliniani.
Io questo non lho capito, anche se me lo hanno già detto più volte. Quando tu fai il film non ti vengono in mente certe cose. Eppure poi mi hanno detto che, per esempio nella scena dei personaggi che fanno i cappelli, ecco, quella scena, in tantissime cose, ricordava lo stile di Fellini. Ma io lho fatto in un modo assolutamente inconscio.
Magnifica Presenza è anche un film pirandelliano. In cui la realtà appare finzione, mentre la finzione diventa realtà. E gli attori sono coloro che vivono mentre recitano, mentre gli altri recitano nella vita Insomma chi getta la maschera nei confronti della vita e riesce ad essere se stesso è solo lattore al momento di recitare. Nel suo film ci ho visto tanto Pirandello
Infatti la scelta della trans che lui trova ferita per strada rappresenta la maschera. Cioè trovare la realtà nella finzione in qualche modo. Di Pirandello e del film si è parlato molto anche in Italia. Io Pirandello lho dovuto citare perché andavo a toccare un periodo, quello degli anni Trenta, in cui lo scrittore siciliano era il re del teatro. A me fa molto piacere, perché anche finzione e realtà si mischiano e si confondono nella mia vita. E così il teatro in cui abbiamo girato parti del film è il Valle, lo stesso teatro dove ci fu il debutto dei Sei personaggi in cerca dautore di Pirandello. Insomma varie coincidenze .
Forse potremmo chiamarle coincidenze cercate.
Chiamiamole così.
Pietro, il protagonista, è un omosessuale che non riesce, come dice lui stesso alla cugina mentre lei cerca di eccitarlo, a essere gay, figurati se riesco ad essere eterosessuale.
Io la parola omosessuale non la uso mai nel film. Ma in realtà io ho scelto che Pietro sia diverso nel suo modo di essere, perché è uno che già dalla sua infanzia è abituato ad avere lo sguardo diverso dagli altri. Cioè lui non è come tutti, quindi ha unaccettazione più facile delle presenze. Questo è molto importante. Perché ha già unapertura mentale in un modo strano .
Già gli altri inquilini scappano al solo sentirli, i fantasmi. Lui, invece, che li vede
Lui li vede, secondo me, perché è un puro. Poi parlavo prima con un altro giornalista riguardo al gay o non gay. Non mi piace mai quando si definiscono le cose così. Sette anni fa, cercando dei dvd dei miei film qui negli Usa, non riuscivo a trovarli. Come mai?, chiedo. Non erano stati distribuiti? Poi mi dicono: stanno nel reparto gay. Mi sono arrabbiato tantissimo. Questo categorizzare è un atteggiamento da nazisti. È come quando parlano di locali gay: per me non esistono i locali gay, esistono dei locali. Non puoi presentare una persona dicendo: è gay. Perché parli dalla cintura in giù. Una persona non va presentata con la sua sessualità. Deve essere presentata come persona. In questo caso, qui, a me piaceva molto che Pietro fosse uno che è abituato alle visioni.
Quindi è quella sua sensibilità particolare che gli permette di vedere i fantasmi.
Le presenze, sì.
Capita spesso che un Paese – qualunque Paese, non solo lItalia – visto dallesterno, o da qualcuno con una visione diversa, lo si riesca a osservare meglio e a capirlo in profondità. Lei crede che lessere turco le faccia appronfondire meglio lItalia nei suoi film?
Io non lo posso dire. Ma a prescindere di quale nazionale sei, secondo me cè lo sguardo del regista e questo è valido per altri registi come Paolo Sorrentino. A prescindere di che nazione sei quindi, è un fatto di sguardo. Di dire le cose. In America ci sono tanti registi tedeschi e austriaci che sono considerati registi americani. Perché lAmerica è fatta dagli stranieri, quindi non cè questa cosa che cè in Italia. Io sono molto anomalo in Italia. Sono considerato uno dei registi più importanti del cinema italiano, ma con un nome e cognome completamente straniero.
Lei anticipa quello che sarà lItalia…
È unItalia nei momenti anche ostile allemigrato e allo straniero.
Ma con la sua arte lei fa un po da apripista, per un Paese dove ancora si discute se dare o meno la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia
Quando il MoMa fece la retrospettiva su di me, io non capivo. Ma guarda questi che hanno scelto me invece che tanti altri. Poi il discorso che fece il direttore, che disse che sono un regista che non è mai caduto nelle convenienze, che ha mischiato la sessualità, le religioni, le classi sociali, in un certo modo, senza mai abbassare lo sguardo sulle cose, e allora penso che ho attirato la loro attenzione anche per questo.
Ozpetek, regista italiano o turco italiano, potrebbe o vorrebbe fare un film tutto ambientato negli Stati Uniti, con una storia tutta americana?
Lei ha detto turco-italiano, io invece dico che, siccome mi hanno dato la cittadinanza onoraria di Lecce dopo il film Mine vaganti, io vorrei essere chiamato un regista leccese (e ride ). Comunque, cosè che dicevamo? Ah sì, in America si potrebbe certo, e sono stato spesso sul punto di realizzarlo, un film. Ma poi le cose sono sempre sfumate, perché io penso che fare un film con gli americani per me sarebbe molto difficile. Perché cè molta più forza della produzione e io vorrei rimanere libero. Poi io riesco a capire bene che i registi del passato che erano emigrati in America, erano considerati americani: una cosa bellissima. Invece in Italia non è ancora così Io poi ho una condivisione con un certo pubblico in Italia che mi segue: qualunque film faccio, ho la certezza che un certo numero di persone che mi segue andrà comunque a vederlo.
Questo film allestero ancora non è stato visto: come si aspetta che reagirà il pubblico americano? Diversamente da quello italiano? Alcune critiche che sono state fatte al film in Italia magari qui potrebbero essere i punti forti del film e viceversa?
In Italia il film ha diviso molto. In un cinema che ha creato il neo realismo parlare di fantasmi fa sempre un effetto strano. Però ho avuto anche ottime reazioni e infatti sto prendendo molti premi. Abbiamo nove candidature per i nastri dargento, ho preso il Ciak doro per la regia, anche se, per carità, tutto questo non vuol dire niente. Però la gente si aspettava quasi un seguito di Mine vaganti e invece hanno trovato unaltra cosa. Questo mi fa molto piacere perché comunque uno deve cambiare.
Quindi soddisfatto al cento per cento di Magnifica presenza?
Non sono mai soddisfatto al cento per cento, ma sono comunque contento che ho fatto un film che mi piaceva fare e nella mia carriera non ho mai fatto una cosa che non mi piacesse fare.
Foto in altro a sinistra, un mercato popolare di Catania (foto tratta da tripadvisor.it)
In alto a destra la cocandina di Saturno contro tratta da mymovies.it
Foto dei Su de mondo tratta da tropea24ore.it
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